Capitolo 12 - Una Tesla per due

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Una folla di curiosi si aprì all'arrivo di Andrea e Aurora come le acque di fronte a Mosé rivelando una macchina sportiva incredibile: una Tesla Roadster Sport nera opaca.

Aurora pensò che la fama di Andrea dovesse fruttare molto e non soltanto economicamente, in quanto era in possesso di una macchina che per tutti gli altri comuni mortali non era ancora in commercio, si chiese inoltre se il cugino non l'avesse aiutato con quella trionfale entrata in casa dei suoi nonni in cambio di un passaggio su quel bolide nuovo fiammante.

E mentre Andrea rispondeva tronfio e felice ai complimenti e alle richieste dei più curiosi, Aurora sperava soltanto di passare inosservata e di non dover rispondere a tutte le domande che, inevitabilmente, i vicini le avrebbero rivolto.

Ma, ovviamente, le sue speranze crollarono non appena il vicino ottantenne le si avvicinò ammiccando e indicando la macchina le disse:- Quanto avrei rimorchiato con questa, eh!?- dando una gomitata di cameratismo ad Andrea.

Aurora desiderò sprofondare, non adorava le auto sportive e amava ancora meno essere al centro dell'attenzione, tuttavia era sempre stata affascinata dalle portiere ad "ala di gabbiano" e si ritrovò ad aspettare con trepidazione che Andrea aprisse l'auto. 

Andrea, invece, guardava Aurora che era ferma e così rigida da sembrargli una delle guardie di Buckingham Palace e si chiese se fosse immobile perché desiderava che lui le aprisse la portiera, così le sorrise e le fece segno di salire. Le speranze di Aurora si infransero nuovamente: in quell'unica occasione che aveva nella vita di entrare in una macchina del genere, ovviamente non aveva le portiere ad ala di gabbiano. Nonostante le "cocenti" delusioni, lo spirito di Aurora da "Dora l'esploratrice" non si placò minimamente e si ritrovò a fissare il tachimetro in quanto, abituata a macchine che non andavano veloci nemmeno a spingerle, non desiderava perdersi la partenza.

Non si rese conto che Andrea si era avvicinato a lei fino a quando i loro visi non furono a pochi centimetri di distanza e i loro nasi quasi si scontrarono. Nonostante Aurora fosse ancora infastidita per la recita di Andrea davanti alla sua famiglia, si ritrovò a trattenere il fiato nell'attesa di un bacio.

Aurora chiuse gli occhi... Ma dovette riaprirli immediatamente perché quello che sentì non furono le labbra di Andrea ma un "click" proveniente della cintura di sicurezza. Si rigirò confusa verso Andrea che le sorrise serafico:- Ecco fatto!- le disse e finalmente partirono alla volta degli studi televisivi. Con ogni probabilità, per Aurora si prospettava un lungo viaggio.

-Quindi lui si era avvicinato a me soltanto per mettermi la cintura- pensò Aurora delusa, infastidita e sorpresa nei confronti dei suoi stessi sentimenti, mentre cercava di dominare il panico in quanto nella sua testa si stava facendo strada l'idea che Andrea avesse visto tutto e che avrebbe usato questo suo cedimento per prenderla in giro per sempre. Nonostante ciò, in questa tavola rotonda con sé stessa prevalse la tesi secondo cui lui era troppo impegnato per accorgersi che lei aveva frainteso il suo gesto. Immediatamente Aurora tirò un sospiro di sollievo e si sistemò rilassata sui comodi sedili in pelle.

Intanto la macchina sfrecciava silenziosamente nel traffico cittadino, le immagini degli edifici si alternavano tra loro sempre più velocemente fino a confondersi le une con le altre in un unico groviglio di colori.

Tuttavia, per la quarta volta in pochi minuti, Aurora si sbagliava: Andrea aveva visto tutto e le lanciava occhiate di tanto in tanto cercando di nascondere un sorriso compiaciuto che pian piano si allargava sul suo viso, lui l'aveva in pugno e se le cose fossero rimaste così avrebbe vinto la scommessa in poco tempo.

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