Aurora avrebbe voluto che quel bacio durasse per sempre, ma quella sua bolla di felicità fu frantumata bruscamente da un grido:
-Sveglia, svegliaaaaaaa!-Aurora non credeva ai suoi occhi: due marmocchi si erano impossessati del tender* della barca di famiglia, ancorata accanto a quella di Galina, e si stavano divertendo a fare una gincana tra le imbarcazioni presenti per augurare a tutti il "Buongiorno" in modo singolare.
Aurora pensò, per la prima volta, che il gioco dell'indiano che faceva una sua amica d'infanzia con i cuginetti più piccoli fosse una grande invenzione: in pratica la sua amica impersonava un cowboy, mentre le piccole pesti erano gli indiani; il cowboy prendeva al lazo gli indiani e li legava alle sedie del tavolo in cucina, dopodiché, con la scusa di cercare altri indiani, andava a dormire in pace.
A quel ricordo il viso di Aurora venne illuminato da un ghigno, ma quando lo sguardo stupito di Andrea la riportò alla realtà si vergognò dei propri pensieri, divenne rossa e si ritrovò a fissare con grande interesse lo smalto dei suoi piedi.
Galina, svegliata dai due bambini, si era messa alla ricerca di Andrea, non appena l'aveva individuato sulla spiaggia l'aveva salutato platealmente ammiccando, per finire il tutto con un tuffo degno delle Olimpiadi, con tanto di salto mortale, e in poche ed eleganti bracciate li aveva raggiunti.
Aurora, vedendo Galina "la Gallina" uscire dall'acqua, pensò che la Venere di Botticelli sarebbe divenuta ancora più pallida davanti alla bellezza della russa. Le gocce d'acqua rimasta scivolarono sul corpo marmoreo dell'attrice sottolineandone le forme generose ed Aurora si chiese come fosse possibile che quella ragazza fosse sempre così attraente, mentre lei con i capelli bagnati che le si appiccicavano al collo pareva Gollum.
Aurora, insofferente prima per l'interruzione e ora per la gelosia, tirò un pestone ad Andrea e se ne tornò sulla barca senza mai voltarsi.
Essendo ormai ora della colazione, la tavola era stata imbandita e un grosso vassoio di paste era stato posizionato su un lato. Alla sola vista delle brioche, il malumore di Aurora si dissolse e scelse il posto più vicino possibile a quella montagna di dolci. Andrea la trovo così: completamente in adorazione del bombolone che aveva tra le mani e con il naso e il mento sporco di zucchero.
Andrea si lasciò cadere a peso morto nel posto a fianco ad Aurora perché voleva destarne le attenzioni, ma visto che lei pareva ipnotizzata dal quintale di crema che fuoriusciva dal bombolone, le scompigliò i capelli. Aurora si voltò adirata poiché era la seconda interruzione in pochi minuti.
-Non ti bastava il mio piede? Mi vuoi azzannare anche la mano?-
Aurora non lo degnò di risposta e lui continuò imperterrito: -Aia! Che male! Ho troppo male e non potrò più suonare! Hai rovinato la mia brillante carriera, dovrai prendertene la responsabilità-
-Andrea... Suoni il pianoforte con le mani, non con i piedi-
-Volevo essere un artista alternativo!-
-Non ti sottovalutare: metaforicamente, suoni già con i piedi!-
Il battibecco fra i due venne interrotto dall'annuncio del programma della giornata: una visita sulla terra ferma alla riserva naturale e all'oasi dei volontari che curano le tartarughe marine.
Iniziata l'escursione, Andrea si attardò con alcune scuse per raggiungere Aurora che era in fondo al gruppo e non appena l'avvicinò iniziò a zoppicare vistosamente e a lamentarsi per il "grave infortunio". Aurora rise divertita, ma questo non fece che incoraggiare Andrea nella sua recita.
-Andrea, vuoi una mano?- gli propose la ragazza per non sentire più le sue lagne, tendendogli il braccio e facendo segno di appoggiarsi a lei.
Finalmente il bel viso di Andrea si illuminò di un sorriso da orecchio a orecchio e prese Aurora per mano dimenticandosi completamente di ogni male.
-Sei guarito improvvisamente?-
-Sarà un miracolo!- le rispose Andrea con aria seria e stupita. Aurora scoppiò a ridere sguaiatamente e non pensò più a dove si trovavano, alle altre persone che erano lì con loro, alla scommessa o a Galina, beandosi semplicemente dei sentimenti e della felicità che quel contatto le dava. In quel momento le parve tutto più bello, quasi non si accorse che l'ampia strada era divenuta un piccolo sentiero con erbacce e rovi che le graffiavano le gambe e con nugoli di zanzare che banchettarono grazie a quel gruppo di visitatori.
Quando finalmente giunsero al luogo in cui erano situate le vasche con le tartarughe marine, venne loro spiegato che avrebbero assistito a qualcosa di unico: la tartaruga "Claretta", che era stata in cura dai volontari per diversi mesi a causa di uno scarto in plastica accidentalmente ingerito, era ormai completamente guarita e l'avrebbero rimessa in mare davanti ai loro occhi, per questo pregarono tutti gli ospiti di recarsi sulla spiaggia adiacente.
Andrea per tutto il tempo non aveva smesso di stringere la mano ad Aurora e quando le persone si accalcarono per vedere meglio la tartaruga nella sua pigra camminata verso l'acqua, lui la tirò a sé così da non perderla nella calca. Aurora si appoggiò a lui e mentre la sabbia bianca le solleticava le dita e il vento le accarezzava i capelli, pensò di essere nuovamente e completamente felice.
Ma si sa che la felicità è fatta di attimi luminosi e fugaci e i cento giorni erano ormai vicini allo scadere.
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*tender: piccola barca di servizio con funzione di appoggio per l'imbarcazione principale, generalmente utilizzato per raggiungere la terra ferma (o per infastidire i vicini xD).
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Tutto per una scommessa
RomansaAurora e Andrea si conoscono da quando erano bambini. Ora hanno 25 anni, Andrea è un cantante di successo, un idolo pieno di sé, ma che desidera nel suo futuro una famiglia, mentre Aurora è una universitaria disillusa sull'amore che sa collezionare...