Capitolo 15 - Sapore di sale

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Dopo il bacio della sera precedente, Aurora non era riuscita a chiudere occhio e nella speranza di riappacificare mente e spirito era sgusciata silenziosamente fuori dalla sua cuccetta ed era salita sul ponte con l'illusione che la frizzante brezza mattutina potesse spazzare via quel peso che sentiva sullo stomaco.

In quel momento anche Andrea non stava dormendo e scorgendola salire decise di seguirla così da approfittare di quel raro momento per stare solo con lei e chiarire. Andrea la vide sedersi tra i timoni, appallottolarsi stringendo a sé le ginocchia appoggiandovi il mento per trovare un po' di calore e rimase intenerito a guardarla.

Improvvisamente Aurora scattò in piedi: cosa vi era di meglio dello sport e della fatica per far assopire i pensieri? Decise così che avrebbe fatto un po' di yoga, mentre, però, si stava sistemando in una posizione piuttosto complessa, sbatté un ginocchio, si ritrovò a saltellare sull'unica gamba sana e i suoi buoni propositi di non inveire contro Andrea andarono in fumo: -Andrea io ti uccido, ti strangolo, ti sfilo i polmoni e ci faccio una cornamusa, ti...-

-Aurora? Che cosa stai facendo?- le chiese Andrea palesandosi -Non sapevo di essere io l'oggetto delle tue preghiere mattutine– concluse con un sorriso di scherno.

Aurora gli riservò uno sguardo che avrebbe potuto incenerirlo all'istante, ma lui continuò: -Guarda che se mi stai facendo il malocchio perdi solo tempo- le disse afferrando acqua e olio dimenticati sul tavolo e mostrandoglieli allegramente -come vedi ho l'antidoto!-.

Aurora sorrise debolmente -Sei senza speranza- gli disse scuotendo la testa con disapprovazione

-Sono giovane, posso ancora migliorare!-

-Io non spererei invano-

-Aurora, secondo me dovresti lavare via tutta questa acidità- e iniziò ad avvicinarsi minacciosamente alla ragazza palesandole l'intento di buttarla in acqua. Aurora sbarrò gli occhi, gli spazi angusti della barca e la necessità di non far rumore per non svegliare gli altri le diedero uno spazio di movimento insufficiente. Andrea la raggiunse in poco tempo, la sollevò come se si trattasse di una piuma e dopo essersi lasciato pregare e aver fatto finta di desistere, la lanciò in acqua. Tuttavia aveva fatto male i conti perché Aurora riuscì a trascinarlo con sé.

Non appena riemersero, Andrea si mise a nuotare con foga verso la spiaggia di fronte alla quale avevano passato la notte.

-Andrea, fermati!- urlò Aurora esasperata

-Fermarmi? Perché dovrei? Io voglio rimanere vivo!- le rispose il ragazzo ridendo e ad Aurora non restò che seguirlo meditando vendetta. Tuttavia non appena toccò la sabbia, Aurora accusò tutta la stanchezza accumulata per la notte insonne e non le rimase che rimandare i suoi piani diabolici. Andrea le fece segno di sedersi accanto a lui su un tronco ormai slavato dalla salsedine e rimasero per qualche momento in silenzio, l'uno accanto all'altra, ad ammirare lo spettacolo che la natura stava loro offrendo.

La cala in cui si trovavano era raggiungibile soltanto in barca e per il momento era deserta, gli unici rumori erano dati dal vento, dal canto degli uccelli e dal cadenzato rumore del mare. La sabbia era bianchissima, il mare era di un turchese splendente interrotto qua e là da macchie blu, mentre il bagno asciuga era colorato di rosa dai numerosi coralli infranti dalla furia degli elementi. I bracci del golfo che si estendevano verso il largo erano punteggiati dal verde degli arbusti e dal giallo delle rocce.

Andrea allungò timidamente il braccio verso Aurora per abbracciarla, lei si girò di colpo e lui si trovò a far finta di toccarsi i capelli in maniera imbarazzata.

I fischi del vento ricominciarono a riempire il silenzio che si era creato fra i due ragazzi.

-Sai- disse Andrea ancorando i suoi occhi a quelli di lei -ieri, quando Galina mi ha baciato... Avrei voluto che quelle labbra fossero le tue-. Lo sguardo di Andrea si spostò velocemente dagli occhi alle labbra di Aurora e, scostandole le ciocche che le svolazzavano sul viso, chiuse le mani a coppa sollevandole il mento e la baciò. 

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