Capitolo 17 - Giorno 99

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Aurora era sdraiata nel letto e guardava apaticamente il soffitto bianco, si era immaginata in maniera molto diversa il "dopo il bacio", pensava che il loro rapporto sarebbe stato più intimo, che avrebbero scambiato messaggi fino a notte fonda con la sola luce dello schermo a illuminare i loro sorrisi e invece no, come al solito la sua visione disneyana della vita veniva strappata dalla realtà: dopo la gita in barca i messaggi di Andrea erano divenuti sempre più radi, sempre più corti fino a che un giorno, semplicemente, lui non le aveva più risposto.

Se non fosse che ormai grazie a internet Aurora poteva sapere ogni minuto della vita di Andrea le cui giornate erano scandite da foto e stories, avrebbe pensato che gli fosse successo qualcosa, che fosse stato ricoverato d'urgenza ormai in fin di vita, che gli alieni lo avessero rapito o attaccato la sua navicella con un cavallo... Insomma, che avesse una valida ragione per non averle più scritto che non fosse l'unica veramente plausibile: che non era più interessato a lei. Alla fine il "Cioè" diceva sempre che "quando un uomo è veramente interessato, trova sempre un modo per vedere la sua bella" e lui era anche decisamente avvantaggiato poiché non doveva combattere draghi, salvarla da streghe cattive o darsi all'arrampicata su una torre usando i suoi lunghi capelli. In effetti era assodato che un giornaletto per ragazzine conteneva insegnamenti di vita e verità ineluttabili.

Aurora si ritrovò in ritardo ancor prima che la giornata avesse inizio e iniziò a sperare in un avanzamento improvviso della tecnologia per poter disporre del teletrasporto poiché quando si alzò si rese conto di dover essere a lavoro in cinque minuti. Peccato dovesse ancora lavarsi, mangiare e attraversare l'intera città... Sembrava un'impresa impossibile per la nostra eroina e in effetti lo era, si ritrovò a mangiare biscotti mentre si vestiva e ad allacciarsi le scarpe mentre era in ascensore in una lotta contro il tempo da cui non sarebbe uscita vincitrice. 

Decise allora di telefonare per avvertire del ritardo inventandosi sul momento di un terribile incidente, ma il karma doveva averla sentita perché nemmeno qualche minuto dopo si ritrovò imbottigliata nel traffico proprio a causa di un incidente. Molto tempo dopo, quando era quasi arrivata, notò un posteggio libero, quasi fosse un miraggio, e approfittò immediatamente di quel momento in cui la fortuna sembrava sorriderle. Ma quando aprì la portiera per scendere, iniziò improvvisamente a diluviare. Decisamente, non era giornata.

Quel mattino Aurora avrebbe dovuto svolgere moltissime mansioni, ma visto quant'era sbadata era abituata ad appuntarsi ogni cosa su post-it colorati e sulla sua scrivania ve n'erano a forma di fiore, di mela, a pallini, tanto che, indipendentemente dallo scorrere delle stagioni, sulla sua scrivania pareva fosse sempre primavera.

Il lavoro la assorbì completamente e quando ebbe finito, Aurora era talmente stanca che si ritrovò a sognare ad occhi aperti di dormire fra soffici lenzuola, ma la giornata era ancora lunga: prima aveva allenamento e poi una festa a sorpresa a tema anni '80 per il compleanno di un suo amico.

Quel giorno la aspettava una lezione di Pole Dance, il suo insegnante era un ragazzo, ma nonostante il fisico mascolino riusciva ad essere più elegante e femminile di Aurora.

-Aurora, cosa sono quelle? Due zappe? Tieni quelle punte!- la rimproverò il maestro perché nella concentrazione Aurora si era dimenticata di controllare il resto del corpo, con il risultato di arricciare le labbra in una buffa smorfia che palesava la sua fatica e con le gambe che andavano per i fatti loro. 

Con lo stretching post allenamento le cose non migliorarono affatto:
-Aurora, puoi togliere quella faccia di disgusto mentre mi guardi?-.

 Aurora sbattè le palpebre stupita prima di rendersi conto che sì, l'avvenente ragazzo (e suo insegnate) si stava rivolgendo proprio a lei e sì, tutta la palestra si era voltata a guardarla. Prima o poi Aurora avrebbe dovuto scrivere un manuale su come ritrovarsi in situazioni imbarazzanti, perché di sicuro lei, in materia, si meritava una laurea ad honorem.
-Ma non era disgusto, era dolore!- si ritrovò a giustificarsi paonazza, fra le risate generali. Per fortuna era quasi finito anche l'allenamento.

Nel ritorno verso casa Aurora iniziò a cercare risposta a un quesito difficilissimo, forse il più complicato della sua giornata: cosa mettere quella sera alla festa? E come diavolo si vestivano negli anni '80?

Dopo una breve ricerca su internet in cui le si pararono davanti agli occhi vestiti improbabili di colori ancor meno mettibili e rigorosamente fluorescenti, il suo sguardo venne catturato dal completo indossato in "Grease" da Olivia Newton e lei aveva una tutina simile: nera, semplice, talmente attillata che forse per entrarci avrebbe dovuto essere morta da parecchi mesi; ma poco importava perché quando le veniva un'idea, era impossibile fermarla. Andrea occupava ormai l'ultimo dei suo pensieri.

Quando finalmente arrivò alla festa si accorse che i suoi amici avevano fatto le cose in grande: luci stroboscopiche illuminavano la sala a tempo di musica e un video di just dance era proiettato su un'intera parete. Facendo attenzione a non avvicinarsi nemmeno per sbaglio alla folla che si scatenava nelle danze, Aurora iniziò a salutare i presenti quando venne "catturata" e trascinata a cantare al karaoke. Ma Aurora odiava il karaoke, vi erano sicuramente poche cose che sapesse fare peggio che cantare.

-Ragazzi, sono stonata come una campana, se io cantassi perdereste l'udito!-

-"Lu dito" ce l'ho, anzi li ho tutti e dieci- le rispose uno dei suoi amici prendendosi gioco di lei

-Aurora, muoviti! Se non canti perderà tutta la squadra!- La incitò un'altra.

Aurora fece allora un sospiro profondo chiudendo gli occhi, chiamando a sé tutte le sue forze per affrontare la figuraccia che stava per fare, ma quando avvicinò il microfono alle labbra, sentì il calore di una mano che si appoggiava sulla sua... Aprì gli occhi stupida da quel contatto e si ritrovò Andrea accanto a lei.

Lui le cinse la vita e tra gli urletti estasiati delle ragazze presenti si mise a cantare, le note di "Perfect" di Ed Sheeran inondarono la sala

"I found a love for me (..)
Well, I found a girl, beautiful and sweet
Oh, I newer knew you were the someone waiting for me
Cause we wee just kids when we fell in love..."

Tutto per una scommessaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora