Capitolo 18

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MIRKO
Mi alzo,voglio tornare da lei, ma non posso.
Così,dopo essermi preparato, vado a lavoro.
È strano come sembri tutto grigio senza di lei.
Vedo Page,quando la raggiungo,sotto lo sguardo di tutti le dico.
M:Notizie di Marina.
P:No,non mi hanno detto niente,deve essere ancora in coma.
M:Voglio andare in ospedale.
P:Forse è meglio restare a lavoro,dopo pranzo possiamo andare a trovarla.
M:Hai ragione.
Page mi guarda sorpresa,lo so non do mai ragione alle persone,soprattutto a lei,ma adesso Marina è più importante.
Andiamo entrambi verso le nostre scrivanie,mi metto al computer,neanche il lavoro riesce a distrarmi,vorrei stare solo con lei.
Il tempo non passa mai,la gente fa avanti e indietro, ignara della sua assenza e del mio dolore.
Questa volta non so se riuscirò a superarlo,mi divora come le fiamme e non ho nessuno che mi possa salvare.
Sono le 22:00,l'ospedale chiude tra poco,voglio andare a da lei.
Prendo l'auto,c'è traffico, cavolo!
Dopo poco la fila inizia a sfoltirsi,accelero,cavolo è tardi!
Finalmente sono arrivato, parcheggio l'auto,scendo e inizio a correre.
Le porte sono chiuse,busso, nessuno mi sente,inizio battete contro le ante.
Dopo poco vedo un'infermiera.
Infermiera:Cosa sta facendo?
È impazzito!
M:Scusi,devo andare sono di fretta.
Così inizio a correre fino ad arrivare alla camera di Marina,ma una volta arrivato lei non è lì.
Mi aggiro per l'ospedale,fino a quando non trovo un'altra ragazza.
M:Scusami,sai dirmi dov'è la signorina Marina?
Infermiera:L'hanno portata via.
M:E dove è andata?
Infermiera:È all'obitorio.
M:All'obitorio? Come all'obitorio!
Infermiera:Mi dispiace...
Non è possibile! Non ce la faccio. Non sono riuscito neanche a dirle addio e a farle sapere quanto la amo.
Devo andare via da qui,non ce la posso fare,non posso neanche andare a casa.
Salgo in macchina,non metto in moto,prendo il telefono.
M:Ciao Page.
P:Mirko,cosa succede? Come sta Marina?
Vorrei scoppiare a piangere, ma non posso,non voglio farglielo scoprire così.
M:Posso venire da te?
P:Si,certo...
Non le faccio dire altro, chiudo il telefono.
Durante il tragitto non riesco a non pensare a lei.
Sono arrivato da Page,busso alla porta.
Mi apre.
P:Mirko cosa succede?
M:Posso entrare?
P:Sì,certo ma Marina?
Mi siedo sul divano e Page si mette al mio fianco,faccio un respiro.
M:Page....Marina.....è....morta.
La ragazza mi guarda,non fa niente,non piange,non si dispera,mi guarda e basta.
Poi parla.
P:Non è possibile,non è vero!
M:No Page è così.
Ed ecco che arrivano le lacrime e i sighiozzi,ma Page non è l'unica a disperarsi.
Restiamo entrambi seduti sul divano a piangere,e ora cosa faccio la mia vita non ha più un senso,non senza di lei al mio fianco.
Siamo ancora sul divano,è tardi e abbiamo esaurito tutte le lacrime.
M:Forse è meglio che vada.
P:Sicuro?È notte fonda.
Ha ragione,ma ho bisogno di stare da solo,ho bisogno di casa mia.
M:Non ti preoccupare Page, me la caverò.

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