- Capitolo 12 -

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-...quindi é già al quarto mese-

Leonardo stava raccontando a Giuseppe della sua adorata sorellina in stato interessante, quando sentì bussare alla porta. -Avanti-

Entrò il prete con un bel vassoio tra le mani, coperto da carta alluminio.

-mmm che profumino! Che cosa ha cucinato don Matteo?- chiese Leonardo guardando il vassoio.

-Ho cucinato del semplice petto di pollo con aglio, limone, pomodoro e prezzemolo e per contorno ti ho portato un'insalata mista con tonno, mais e pomodorini. Spero ti piacciano.- disse padre Matteo sorridendogli.

Don Matteo era stato sempre presente in quei giorni. Aveva lavato i vestiti di Leonardo e portato nell'ora di pranzo e di cena il cibo. Ogni giorno che passava, Leonardo si rendeva conto quanto fosse bello avere una persona così caritatevole e umile proprio accanto. Era forse un angelo con il compito di proteggerli? No, era solo un esempio di uomo da imitare ed ammirare.

Appoggiarono sul tavolo il vassoio, e Leo tolse in un lampo l'involucro di alluminio che tratteneva il calore. Ormai erano attrezzati: avevano la tovaglietta, i piattini, le posate, i bicchieri e i tovaglioli.

Prese il primo boccone e assaporò i diversi gusti che addolcivano la fetta di pollo.

-Com'é andata oggi?- Gli chiese padre Matteo con aria interrogativa mentre osservava l'altro ragazzo ancora immobile sul lettino.

-La solita. Ancora non è cosciente del tutto. Gli ho raccontato un pò di cose. Credo che in mente mi ascolti e rida. Mentre lei? Fatto la messa?- domandò Leonardo prendendo un altro boccone.

-Si,si, fatta. Molto, molto bene. Ho fatto degli incontri inaspettati- rispose vagamente.

-Che tipo di incontri?-

Il prete si voltò un pò verso la porta che dava nel corridoio.

-Entra- il prete alzò la voce e lentamente Leonardo vide entrare, ad occhi bassi ed in modo incerto, Aurora. La forchetta gli cadde a terra e restò con il pezzettino di pollo ancora in bocca.

Il ragazzo era troppo scioccato per dire o pensare una frase di senso compiuto, quindi restò in silenzio.

-Oggi é venuta in chiesa e ha chiesto di te. Dopo averle detto che tu eri in ospedale, si é preoccupata ed é voluta venire con me. Le ho detto che tu stavi bene ma lei ha insistito. Aurora, entra, su- il prete la incitò con fare rassicurante, e lei avanzò di qualche passo.

"Quanto sei bella! Quanto sei diversa vestita così."- pensò lui.

Leonardo ingerì il boccone e si alzò di scatto dalla sedia. Le andò incontro restando ad una distanza di circa 30/40 centimetri. Lei alzò il viso e lo guardò. Occhi contro occhi. Si fissarono insistentemente per una ventina di secondi. Il cuore di entrambi i ragazzi stavano per scoppiare dal petto. -"E' meglio che inizi io"- pensò l'uomo.

-Aur- ~ -Leon-

-io- ~ -io-

Entrambi, contemporaneamente, iniziarono a parlare. Ciò li fece sorridere, mentre le guance di Aurora, erano diventate rosse. Era una tenera bambolina.

-Volevo dirti che mi dispiace per come mi sono comportata. Perdonami. Ho riflettuto molto in questi giorni e ti ho pensato spesso. Sono stata cattiva ma ero a caldo della situazione quindi ero molto nervosa-

La Forza del Destino. Sara-IndelebileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora