- Capitolo 11 -

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Leonardo alzò il viso dal letto a causa di un leggero mormorìo.

-Buongiorno.Ecco a te Leonardo. Questi sono i tuoi vestiti puliti...- Padre Matteo lo guardò con malinconia, lasciando una grande borsa, piena di vestiti, accanto ai piedi di Leonardo.

-Sei davvero sicuro di non venire a casa e stare comodo nel letto? Sei qui già da una settimana ..23 ore su 24! Vai a riposarti, ci sto io qui con Giuseppe-

-Assolutamente no padre Matteo. Sto bene, non si preoccupi. Giuseppe sta migliorando. Devo stare accanto a lui. Davvero, grazie per ciò che lei sta facendo, ma il mio posto per adesso é qui.- Mormorò il ragazzo mentre accarezzava le gambe immobili di Giuseppe.

-Come sta? Sta migliorando?- Gli chiese padre Matteo avvicinandosi per guardare Giuseppe.

-Sta migliorando, hanno fatto 2 dei 4 interventi. Ancora non si sa se perderà o no l'uso dell'occhio sinistro. Parte del viso è stato ricostruito con pelle degli avambracci ma ancora non so se il risultato è andato come i medici speravano. Bisogna aspettare.-

- E le mani? Vedo che sono ancora fasciate-

-Eh- Leonardo abbassò il capo - mentre le mani e altri punti del corpo sono rimasti ustionati gravemente.-

Giuseppe stava infatti indossando dei bendaggi e gel all'interno.

-Non si é ancora svegliato?- Gli chiese allarmato il prete.

-Si è svegliato solamente 3 volte per pochi minuti, in questa settimana. Sono certo che lui non sia ancora del tutto cosciente su ciò che gli è successo. Adesso é sotto osservazione, quindi ogni minimo spostamento o quant'altro, viene subito monitorato e scritto.-

Gli veniva da piangere ma doveva farsi forza, forza per il suo amico, per Leonardo, per tutti.

-Bene, Giuseppe é in buone mani. Stai tranquillo figliolo. Dio ha molti progetti per lui qui sulla terra. Sono sicuro che tra qualche giorno ci racconterà ancora cos'ha combinato con i funghetti in pizzeria sabato scorso- mormorò padre Matteo abbracciandolo forte e sorridendo.

Leonardo ebbe un nodo in gola. Gli venne da sorridere ma nello stesso tempo da piangere a dirotto.

-"Fratello mio, guarisci. Siamo qui con te. Gesù mio, salva Giuseppe, ti prego".-pregò tra sè e sè abbassando lo sguardo.

-Adesso Leo, devo andare a celebrare la Santa Messa. Ci vediamo a mezzogiorno. Ti porterò qualcosa da mangiare- disse il prete mentre si avviava verso la porta salutandolo con un cenno di capo.

-Grazie mille. Ci vediamo dopo.! -lo salutò alzando la mano e sorridendo. Poi guardò Giuseppe e si rattristò.

Leonardo faceva puzza, ma anzi, doveva dare il merito a padre Matteo se non era vestito da una settimana con gli stessi vestiti.

-"Devo andare a fare una doccia. Non posso stare così in eterno. Per fortuna che qui i bagni sono in ogni camera!".-

Prese i vestiti puliti e si fece una breve doccia. Non aveva tempo né voglia di farsi i capelli e la barba, li lasciò così.

Si diresse verso il lettino bianco dove vi era Giuseppe.

Sembrava un angelo invecchiato: le labbra avevano un colore simile al rosa-viola, il colorito era sempre molto pallido nel lato destro mentre dalla guancia sinistra all'attaccatura dei capelli, era tutto fasciato. Durante l'operazione era stato rasato nella parte frontale a causa delle bruciature. In quei giorni, Leonardo aveva raccontato al suo amico di tutte le cavolate che facevano da ragazzi: dallo scambiarsi le figurine dei calciatori panini per strada, ad appoggiarsi vicendevolmente nelle situazioni più belle e brutte. Non si separavamo nemmeno un minuto. Odiava pensare una vita senza lui. Il suo migliore amico doveva vederlo sposato con dei figli, i loro bambini dovevano giocare insieme proprio come avevano fatto loro. Leonardo voleva morire vecchio e decrepito, insieme a Giuseppe, tutti e due sdentati, grossi, pelati e rugosi. Così, ma insieme. Aveva tanto da raccontare e molto altro da fare con lui. Non poteva lasciarlo solo. Non doveva lasciarlo solo. Lo voleva bene come un fratello. Come il fratello che non aveva mai avuto.

La Forza del Destino. Sara-IndelebileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora