- Capitolo 7 -

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La casa, lentamente, si riempì sempre più. Grazie al quartetto d'archi, l'ambiente sembrava diventare via via più intimo. Non mancava nessuno. Gli amici del padre c'erano, il sindaco c'era, le amiche di sua madre pure e molte altre persone di successo. Ma lui no. Non era venuto. Le strinse il cuore pensare di non avere più la possibilità di incontrarlo. Di chiarire con lui, di ricominciare, di...

All'improvviso fu chiamata dal padre per farle conoscere 2 uomini.

-Aurora, ti presento Marco Benedetti. È il figlio di- bla bla bla bla..che importava di chi fosse il figlio.. - ...enedetti. É un noto imprenditore sai?.- disse sorridendo tenendo un calice di champagne in mano.

-Si.Piacere, Aurora- sorrise falsamente. Era completamente distratta, intenta a pensare ad altro, o con la precisione a Leonardo. Si guardava intorno ma non riusciva a trovare nessuno che gli assomigliasse almeno fisicamente. Le maschere oltretutto fungevano da copertura totale del viso, così da impedire maggiormente il riconoscimento.

-Incantato, signorina.- disse il più giovane inchinandosi e baciandole la mano.

-Scusate, ma non mi sento molto bene..é meglio se vada a prendere una boccata d'aria.- La ragazza mentì ma non aveva nessuna voglia di intrattenersi con dei perfetti sconosciuti non di suo gradimento. Non le importava di Marco o chicchessia, voleva solo trovarlo... trovare lui.

Uscì in giardino. Le luci delle lanterne avevano un fascino speciale di sera e questo la portava ad avere una strana voglia di gioire e di camminare a piedi nudi nel prato verde e curatissimo. Era la prima volta che si soffermava a guardare i particolari di un ambiente così affascinante. S'incamminò scalza tra l'erba per guardare la città illuminata ed il cielo che man mano si riempiva di nuvoloni vicino al gazebo... era tutto così bello, così sereno, tranquillo..talmente tanto che i suoi sensi avevano formato una grande bolla in cui vi era dentro, tralasciando tutto al di fuori di essa...Ad un tratto, dopo un tuono, si sentì come osservata. Sentì un ramoscello rompersi e, ad un tratto, tutta quella straordinaria atmosfera svanì nel nulla.

Si spostò da un'altra parte cercando di osservare meglio, ma non vide nessuno. Sentì solo provenire dei tuoni. Ossevava le persone che lentamente rientravano in villa ma non le provocò un senso di solitudine, anzi: la rendeva più libera e lontana da vincoli di bon ton. Ritornò lentamente verso il gazebo e si accorse qualcosa di diverso: su un cuscino vi era appoggiata una rosa bianca.

"Sarà per me?"- Pensò.

La prese in mano e cercò di cogliere in tutto e per tutto il suo profumo. Chiuse gli occhi e sorrise mostrando i denti pensando chi potesse lasciarla li per lei.

"sarà stato lui!?"- quel pensiero le martellava il cervello e la faceva fantasticare.

Dietro sè aveva come la sensazione di percepire una presenza..stava per girarsi ma...

-Non voltarti. Resta così-

Udì una calda voce provenirle dalle spalle.

"era lui?" Aveva bisogno di scoprirlo. Aveva necessità di saperlo.

[· Tuono ]

-Chi sei?- disse mentre strinse con entrambe le mani il gambo della rosa. -Sei tu? - continuò lei sussurrando.

-Shh...posso essere chiunque vuoi che io sia- Rispose in un sussurro. La voce calda e bassa le provocava strani brividi ma nonostante tutto, Aurora lottava per restare impassibile.

[· Tuono ]

-Voglio vederti- esalò mentre cercava di voltarsi.

-Non avere fretta...- le afferrò le braccia e si avvicinò sempre di più verso il suo collo e la sua schiena.

La Forza del Destino. Sara-IndelebileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora