Quando Aurora arrivò nella propria villa, tolse i tacchi alti e corse verso la porta non prendendo in considerazione né Michele né tutti coloro che lavoravano giorno e notte per lei. Era davvero egocentrica. Infatti, dopo il battibecco con quel ragazzo, era stata quasi tutto il pomeriggio a fare shopping per dimenticare il piccolo conflitto avvenuto quel pomeriggio. Dopo ciò, il suo conto si ridusse leggermente a causa degli acquisti, una riduzione del valore di circa 17 mila euro.
Era nel corridoio e pensò. Era davvero frustrante sapere che un insignificante essere umano come quello incontrato nel pomeriggio potesse risponderle in quel modo. Perché aveva in mente quell'uomo? Per quale motivo le faceva così tanta rabbia? Alla fine era stata solo una sciocchezza, ma non riusciva a non pensarlo, a pensare il modo in cui l' aveva trattata. Era... era...stato...diverso. Sospirò e si diresse in camera verso il suo bagno-sauna personale. Si spogliò lasciando tutto dove capitasse, tanto c'era Annalisa, la sua cameriera personale a riordinare.
Raggiunse quel luogo incredibile. Dopo essersi dedicata alla cura del proprio corpo attraverso lozioni e creme, giunse in camera e optò di indossare un vestitino blu scuro con delle bretelle che si incrociavano sulla schiena, abbinando un paio di décolleté color carne molto semplici -costate quasi 3000 euro però-.
Scese giù in sala da pranzo dove l'aspettavano tutti per cenare: il padre, la madre e suo fratello. Stavano parlando di un ballo. Incuriosita dell'argomento, decise di sapere qualcosa in più e si unì alla conversazione.
- ...per giorno 8 Marzo é già stato avvisato il catering. Adesso mancano le ultime cosucce...-.
"Le ultime cosucce? Catering? " attentò l'udito.
- mamma di cosa stai parlando?- mormorò Aurora mentre si sedette a tavola.
-Tesoro, il papà ed io, dato l'evento del carnevale e della festa della mamma, abbiamo pensato di organizzare qui in villa una grande festa in maschera, così da anticipare l'evento più importante: l'arrivo a Comiso della nostra compagnia d'aerei-.
Aurora era davvero entusiasta per questa novità, non solo perché la sua compagnia aveva pubblicità, ma soprattutto perché aveva l'occasione di farsi conoscere dai più ricchi della città.
- Perfetto mamma! Quindi ci saranno tutte persone importanti vero!?- esultò. I suoi occhi erano più verdi che mai. Di quel verde molto raro, quello stesso colore che hanno le foglie al mattino.
- Oh Aurora, invece ho in mente di invitare tutti! Ho conosciuto delle persone squisite giù in paese e ho voglia che ci siano davvero tutti! Sarà una cosa alla grande-.
Era davvero sconcertata e disgustata per ciò che le sue orecchie stessero ascoltando. No! No! No! non aveva assolutamente intenzione di immischiarsi con delle persone...Povere ed ignoranti!Non riusciva nemmeno ad aprire bocca. Quella notizia l'aveva letteralmente scioccata! Non poteva sopportare una cosa del genere, ma purtroppo, come sempre, dovette farsene una ragione. Il suo "odio" verso la madre stava crescendo così tanto che aveva voglia di scaraventarle un vaso in faccia. Era meglio andare via e prendere aria.
-Michele! Ma dove cavolo ti sei cacciato! Portami subito a prendere una boccata d'aria- urlò come se fosse isterica. O lo era realmente?.
Nel frattempo, Michele stava mangiando insieme alle cameriere ma al richiamo di Aurora, lui balzò in piedi. Stava ancora masticando il suo cibo quando corse verso la ragazza.
-Signorina Pace, dove la porto?- disse dopo aver deglutito.
-Portami in un luogo dove io possa stare libera e tranquilla. Portami al parco-.
Quel parco. Lo stesso parco in cui lei aveva abbandonato sogni, speranze, gioia, vitalità. Lo stesso parco in cui lei giocava con i bambini della zona senza malizia, senza egocentrismo, senza l'Aurora che era diventata da grande.Lo stesso parco dove la portava sua nonna accompagnata dal suo dolce e caldo sorriso. Quel parco.
-Certo signorina- rispose un po intimorito dallo sguardo feroce di lei.
Quando arrivò, osservò tutto ciò che le circondava. Era davvero diverso da come lo ricordava. Molto silenzioso. Era invasa da alberi di tutti i tipi.. l'affascinava sempre quell'atmosfera. Sembrava come se ci fosse della magia intorno.
Di fronte a sé trovò una bella panca in legno e in ferro battuto.
Si sedette e si rilassò ascoltando con l' I-phone 4 le canzoni di Cristina Aguilera.
Non c'era nessuno ed ebbe troppa voglia di cantare.... iniziò con "Bound to you"... questa canzone mi affascina sempre anche se vecchiotta di qualche anno...I'M BOUND TO YOU...SONO LEGATA A TE...
Chiuse gli occhi e si lasciò trasportare dal suo stesso canto...
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La casa di don Matteo era fantastica. Leonardo pensava cosa ci facesse tutto solo in quel luogo così grande. Osservò l'appartamento con aria curiosa e affascinata. Era una casa davvero molto accogliente piena di colori caldi e grandi vetrate che si affacciavano al parco. I colori degli alberi visti dall'alto erano ancora più affascinanti. A volte bisognerebbe solamente cambiare prospettiva per trovare il bello di una cosa che sottovalutavamo.
Dopo aver sistemato i vestiti ed il violino in una camera, Leo decise di fare una passeggiata al parco proprio sotto casa. Guardò Giuseppe e sorrise: lui, infatti, era sdraiato sul divano e stava guardando la TV, proprio come se fosse a casa propria.
Dopo aver fatto una doccia si vestì e si diresse al parco, lasciando i capelli bagnati. Indossava una tuta molto leggera e una maglia, nulla di troppo appariscente.
-Padre Matteo, vado a fare una passeggiata qui sotto- mormorò indicando il parco.
- Si tranquillo Leonardo! Vai! Noi restiamo a guardare la TV. A dopo-.
A passo svelto s'intrufolò tra gli alberi folti del parco.
Chiuse gli occhi ed iniziò ad inspirare l'aria fresca. Quel momento era tutto per sé. Il datore di lavoro lo aveva licenziato, non aveva macchina, non aveva casa, non aveva parenti in zona, non aveva nulla. Almeno aveva quell'aria, quel venticello leggero che arrivava sul suo viso, quegli alberi, quei fiori, tutto quello e ciò non poteva essere tolto da niente e da nessuno. Si sentiva proprio bene, una sensazione di pace, di tranquillità.
Ad un tratto sentii cantare una voce femminile. Aprì gli occhi e vide proprio la persona che stava odiando più di tutte. Il suo volto si rabbuiò e i suoi occhi diventarono color cioccolato.
Ancora lei! Com'era possibile che tra tutte le persone della città poteva trovarsi di fronte lei? Era molto carina ma insopportabile e capricciosa. Voleva andarsene da lì. Doveva andarsene da lì. Non la sopportava a pelle. Fece dietro-front pronto per andarsene, quando sentì un piccolo tonfo e una specie di urlo. Cos'era stato? Voleva scoprirlo.
Ciao ragazzi! per chi volesse, ho una pagina su facebook interamente dedicata alla FORZA DEL DESTINO. Venite a dare un'occhiata :) vi lascio il link
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A presto!
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La Forza del Destino. Sara-Indelebile
ChickLitLa vita, a volte, é davvero strana. In un attimo, in un incontro, in uno scambio di opinioni, si può prendere conoscenza della propria persona e cambiare radicalmente. Ci sono giorni in cui ci sentiamo capricciosi e permalosi, stanchi delle cose che...