- Capitolo 14 -

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Sembrava impossibile ma già le mancava. Leonardo aveva passato quattro bellissime ore a chiaccherare con lei, scoprendo cose che non avrebbe mai pensato: sapeva cantare, il suo colore preferito era il verde fluorescente, adorava ballare e raccontava barzellette divertentissime. Gli piaceva molto quando gesticolava per introdurre meglio il concetto. Era così sincera, ingenua... gli piaceva. Ma come avrebbe potuto farla felice? Non aveva un lavoro, non aveva una casa, non aveva una macchina, non aveva niente di niente. Doveva andare avanti per la sua strada lasciando che l'infatuazione per quella donna andasse via lentamente.

Leonardo rientrò in ospedale dirigendosi verso la camera di Giuseppe. Tutto era come l'aveva lasciato: il resto del petto di pollo ormai freddo sul piatto, i bicchieri mezzi vuoti, i tovaglioli usati e altre cose disposte sul tavolo in modo un pó disordinato. Giuseppe si trovava alla sua sinistra, immobile, con ingranaggi sia a destra sia a sinistra. Dopo aver sparecchiato, arrivò un dottore. Era un uomo alto e ben proporzionato, dal portamento molto elegante, quasi regale. Egli inserì una flebo e dopo aver controllato se la situazione del paziente fosse stabile, si congedò con un leggero cenno di capo.

Nessuno gli diceva niente. Ogni qualvolta Leonardo chiedeva spiegazioni e informazioni sulle condizioni del ragazzo, i medici si astenevano e andavano via. Voleva vederci più chiaro. Ma come fare? Bisognava farlo trasferire, forse.

Erano circa le 19:30. Intorno a lui c'era un gran silenzio, un silenzio insopportabile, insostenibile, quasi pressante. Leonardo si sporse nel corridoio e non vide nessuno. Si sentiva in disagio, fuori luogo.

Si volse a guardare Giuseppe e una leggera e piccola lascrima cadde nel pavimento. Com'era potuto succedere? Il ragazzo avrebbe perso la vista e sarebbe rimasto con il viso tumefatto, pieno di cicatrici.

Leonardo amava troppo il suo amico per vederlo così sofferente e indifeso, ma non c'era altra soluzione. Il giovane uomo ripensò a tutte le avventure davvero imprudenti che aveva combinato insieme a Giuseppe, non percependo il pericolo che potevano incorrere. Avevano passato un'intera vita insieme tra alti e bassi e il fatto di vedere l'amico lì, impassibile, gli stava straziando il cuore.

C'era silenzio. Troppo silenzio.

Senza nemmeno pensarci, Leonardo andò verso l'armadietto. Aveva portato il proprio violino 3 giorni prima ma non l'aveva neppure toccato. Aprì la custodia e lo guardò come se quel semplice strumento potesse essere la via di fuga in tutto. Appoggiò il violino sulla clavicola e lentamente prese l'archetto con la mano destra. Le dita tremavano ma la presa era decisa. L'archetto sfiorò il ponticello in cui erano disposte le corde e andò giù, componendo nell'aria un suono stridulo che pian piano diventò melodia. Voleva troppo bene al ragazzo, lo amava incondizionatamente. Pensò alla canzone di Gianna Nannini "Ti voglio tanto bene" e la suonò. Dopo continuò con "JUST THE WEY YOU ARE" ed infine con James Morrison "I Won't Let You Go".

- Non ti lascerò andare amico mio."

Leonardo si sedette e aspettò l'arrivo di don Matteo.

-Don Matteo! Come sta? -

-Figliolo! Ti trovo di buon umore! Aurora allora ti ha fatto bene! Ti ha risollevato l'umore!- disse sorridendo e posando sul tavolo la cena.

-Oh si, molto. È una ragazza fantastica. È andata via verso le 17:00. I rancori sono terminati.- Gli rispose sorridendo.

-La forza del destino é molto più forte della volontà umana. Ogni cosa deve fare il proprio corso e, se a volte non lo crediamo giusto, non dobbiamo temere. Dio ha un progetto per tutti. Sai il problema? L'essere umano é una persona egoista, presuntuosa e vuole fare qualunque cosa solo, ma si sbaglia. Dio ha mandato nel cammino di ogni uomo delle persone in grado di aiutarlo. Non si può sorreggere un masso solo, dunque che compito hanno le persone che ti amano e ti vogliono bene? Di sostenerti, di non abbandonarti, di aiutarti in qualsiasi occasione che sia bella o brutta. Devi sempre ringraziare Dio per ciò che fa per noi. Non dimenticarlo. Ripeto: Dio ha un progetto per ognuno, ma ha bisogno dei suoi tempi. Abbi fede e non farti inutili domande o sentirti in colpa solo perché tu vivi da me. È questo ciò che fanno le persone che ti amano: Non ti lasciano mai, per nessuna ragione al mondo. Hai capito? Dai, adesso ho una fame da lupo...mangiamo e non pensarci più-.

La Forza del Destino. Sara-IndelebileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora