- Capitolo 10 -

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Erano passati 5 giorni dalla cena con i Benedetti

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Erano passati 5 giorni dalla cena con i Benedetti. In quei giorni Marco era stato davvero, ma davvero assillante.

-"Non ha ancora capito il mio totale disinteresse nei suoi confronti? Boh-" pensò sbuffando, Aurora

Marco, era uno dei mali minori. In quel momento aveva pensieri molto più importanti. Doveva risolvere la situazione con Leonardo. Dopo le parole di padre Matteo, aveva riflettuto molto su come si era comportata e sulla situazione in generale. In quei 5 giorni aveva provato a dimenticarlo ma i suoi sussurri, i suoi occhi che trattenevano il pianto e il suo sorriso, le frullavano costantemente in testa. Tentò tante volte di andare in chiesa per vederlo ma ogni volta si bloccava per paura e orgoglio. Ciò che la distrasse, fu l'inaugurazione per l'arrivo della Paxair in aeroporto, che si sarebbe tenuta dopo 2 giorni. Stavano organizzando tutto: dagli spuntini ai fuochi d'artificio.

-Aurora, per l'inaugurazione ci saranno tutti, quindi guai a te se farai qualcosa che non ti ho detto di fare!- sbraitò suo padre per farla intimidire.

-Papà! Devi smetterla di comportarti cosi! Ho 24 anni! Dio! Ancora non riesci a capirlo? Fammi respirare e lasciami in pace! Non voglio che tu ti intrometta così nella mia vita!- rispose Aurora con un tono alto di voce.

-Come ti permetti stupida ragazzina!- urlò il padre dandole uno schiaffo sulla guancia sinistra.

Lo schiaffo fu molto forte, talmente tanto che la guancia diventò un pomodoro. Aurora si accarezzò la guancia come se avesse dovuto proteggerla di nuovo. Odiava quando faceva cosi. Trattenne le lacrime solo perché non voleva dargli il piacere di vederla piangere. Si sentivo estranea da quella famiglia quando si comportavano in quel modo. Lo guardò per qualche secondo con occhi che esprimevano tutto il disgusto e il disprezzo per lui, dopo di che, corse in giardino. Aveva bisogno di aria fresca. Aveva bisogno di qualcuno accanto. Sospirò mordendosi il labbro, ma il nodo alla gola era troppo grande quindi esplose in un pianto e un piccolo urlo di liberazione -"aaahh"- . Voleva andare via da lì. Via da quel mondo di merda. Via...via.

*** dopo 2 giorni ***

-...ed é un onore dirvi, che oggi sarà il primo di molti giorni della nostra cara Paxair!- disse Aurelio Pace. Era vestito con uno smoking nero lucido e camicia di lino bianca. Stava parlando poggiando le mani su un leggìo in legno d'acero con tantissimi volantini attaccati dell'aereo della compagnia. L'apparecchio in figura era rosso con la scritta Paxair. Un aereo di ultima generazione, comodissimo ed elegantissimo. Davvero il top del top.

- Bravooo, bravooo!- urlò sua madre accanto ad Aurora per farsi sentire dalla massa di persone. Quel giorno, Laura, era davvero elegantissima. Indossava un bel vestito blu con scollo a V che le sagomava la silouette e per evidenziare ancora di più il punto vita, mise una cintura stretta e lucida di color giallo, mentre le scarpe erano dello stesso colore del vestito.

La madre era davvero entusiasta. Aveva sempre sognato quel giorno, e... stava accadendo!

Aurora voleva molto bene a sua madre anche se a volte andavano in conflitto; certo, però fortunatamente non aveva nulla a che fare con il padre che a volte alzava i toni e le mani.

La Forza del Destino. Sara-IndelebileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora