- Capitolo 5 -

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L'organizzazione per la disposizione dei tavoli, la decorazione e le luci, erano già sistemati. Stava procedendo tutto secondo i piani.

Erano passati 2 giorni dall'ultima volta che Aurora aveva visto Leonardo, ma non era dispiaciuta per niente. Era solamente agitata per la festa in maschera che si teneva in villa l'indomani. In quei due giorni aveva pensato molto a Leonardo ma principalmente perchè dopo l'incontro, Aurora aveva capito di essere molto egoista quando si trattava della propria persona. Erano passati solo 2 giorni ma stava cercando di tenere un atteggiamento meno egocentrico. Pure i genitori e il fratello avevano notato tale tenue cambiamento. Era più gentile e cordiale verso gli altri e meno superficiale.

-"Nessuno mai mi aveva detto quelle parole. É stato come se mi avessero pugnalato. Sono state le parole più brutte che io abbia mai sentito ma le stesse che mi hanno aperto gli occhi" pensava. "Come avevo potuto trattare una persona che pensava la verità su di me in quel modo? È stato sincero e diretto. Non dovevo comportarmi cosi."

Voleva parlargli, voleva dirgli di essersi sbagliata, di essersi comportata come una sciocca egoista.

Ma come poteva fare? Conosceva solo il suo nome. LEONARDO. Non conosceva il suo cognome o dove abitasse quindi la ricerca sarebbe stata più dura e lunga. Doveva trovarlo.

******

Dopo 2 giorni il ricordo di lei era ancora vivo.

La città era tappezzata di volantini per un ballo in maschera elegante, data la ricorrenza del carnevale, che si sarebbe tenuto l'indomani.

"Pace, Pace, Pace...mmh sarà la sua famiglia ad organizzare. E dato che è così, ci sarà pure lei" pensò mentre passava del gesso sul muro della chiesa.

Voleva andarci..ma come fare? Non aveva vestiti eleganti per il ballo e l'indomani doveva completare una riparazione vicino l'organo della chiesa.

-Pazienza- disse sottovoce mentre prendeva il secchio e lo metteva tra le gambe continuando i lavori di ristrutturazione.

-Pazienza di cosa?- gli chiese Giuseppe accanto a lui.

-Niente, dai. Lavoriamo- rispose abbassando lo sguardo continuando a lavorare.

-Ma dimmi invece! Che testa dura!-insistette lui.

-Ho letto del ballo in maschera. Mi piacerebbe andarci ma non ho un abito, e anche se ce l'avessi...beh..devo finire questo- indicò la parete vicino al tetto da sistemare.

-Leo stai tranquillo. Domani finisco qui io. Non ci sono problemi mentre per..-

-Per? Di cosa state parlando ragazzi?? - Chiese don Matteo andando sotto l'impalcatura dov'erano messi Leonardo e Giuseppe.

-Don Matteo, domani finisco io questa parete. Voglio che Leo vada al ballo di domani- si affrettò a dire Giuseppe guardando in basso dove vi era il prete.

-Ah bene! Il ballo organizzato dalla famiglia Pace!?-sorrise il parroco

-Si esatto- rispose Giuseppe schiacciando un occhiolino diretto a don Matteo

Il prete alzò il viso verso Leo e lo squadrò dalla testa ai piedi.

-Leonardo, ti servirà un costume. Scendi, Vieni con me- Gli disse facendogli cenno di scendere dall'impalcatura.

Salirono in macchina. In una comoda fiat del 2000 blu con i sedili in tessuto, rovinato dal tempo. -Padre, non posso provarmi degli abiti in questo modo- gli indicò il suo corpo. Stava infatti indossando una tuta tutta piena di pittura e impasto. Aveva le mani e il viso sporco mentre i capelli erano tutti grigi, perché, impolverati.

-Passiamo da casa. Io resto in macchina e tu vai a fare la doccia va bene?-mormorò mentre imboccarono per il suo appartamento.

-Si certo-. Annuì

***Dopo circa 25 minuti***

Erano in un atelier.

-"Abiti da sposa!? Perché!?"- pensò Leo.

-Vieni Leonardo. Osserva questi vestiti. Provali e quello che ti piacerà sarà tuo- indicò la marea di vestiti appesi. Erano davvero tantissimi e di tutti i colori e rigature. Il giovane ragazzo non seppe trattenere la gioia e lo abbracciò stringendolo forte.

-Grazie grazie grazieee! Grazie per tutto ció che sta facendo per me. È...é...grazie!- trattenne le lacrime a forza perché nessuno mai aveva fatto questo per un povero ragazzo senza casa nè lavoro.

Alla fine scelse un abito classico color champagne con camicia color panna, un gilet panna con ricami color miele ed una cravatta dello stesso colore del gilet.

Alla fine scelse un abito classico color champagne con camicia color panna, un gilet panna con ricami color miele ed una cravatta dello stesso colore del gilet

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-"Adesso manca solo una cosa: La Maschera."-

Dopo vari giri in negozi trovò quella che faceva per lui: una maschera semplicissima nera che copriva fino al naso ma aveva un piccolo tocco che distingueva le altre: un taglio al lato della maschera con un nastro color bronzo.

-"Sono pronto. Aspetto con impazienza domani...e chissà se la rivedrò..."- pensò eccitato per quell'incontro.

La Forza del Destino. Sara-IndelebileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora