to all the boys i've loved before📌

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me lo continuano a dire tutti, jasper non ha la faccia da jasper

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me lo continuano a dire tutti, jasper non ha la faccia da jasper. lo so anche io, gli ripeto ogni volta. c'è una ragazzetta coi capelli corti e sempre spettinati che mi chiede ogni mattina, con voce acuta e assillante: "allora, secondo te, che faccia ha jasper?". accompagna ogni sua languida parola con un movimento del dito indice, che si accavalla in modo innaturale al medio. io, ogni mattina, le rispondo con la faccia stanca e beffarda, "jasper ha la faccia da coglione", ridono ancora i miei amici che non si stancano mai di questa battuta, ride anche lei e a me sembra innamorata di lui.
jasper non ha la faccia da jasper e fino a qui ci siamo tutti. forse perché nella sua faccia c'è qualcosa di strano e diverso, che non si addice alle sei lettere del suo nome. ha degli occhi enormi e neri, opachi, che mi hanno sempre stregata. nonostante ci provassi ogni volta, non riuscivo a distinguere l'iride dalla pupilla, perché si erano mischiate insieme come le torbide acque di un fiume, rimescolate dalle correnti. jasper porta la barba perché gli piace, non perché va di moda. gli ho sempre detto: "se fossi un uomo, vorrei avere i baffi". lui mi ha sempre risposto che i baffi ti danno sempre quell'aria da hitler, e io a questo punto ridevo sempre. "la barba, invece" continuava con aria concitata, tutto preso dalle sue riflessioni "ti dà un'aria da figo". poi si correggeva, dicendo che lui figo lo era con o senza barba, era indifferente. era una cosa che aveva dentro: era affascinante. parlava per ore, di tutto, della sua gita a berlino quando aveva sedici anni - che il cielo era tutto nero e lui aveva provato per la prima volta la birra, con quel suo sapore di schiuma amara -, della sua canzone preferita di freddie mercury - che poi è sempre la stessa da anni, è sempre another one bites the dust, e la sente almeno una volta al giorno -, dei threesome che si farebbe con la sua amica bisessuale - e qui io lo guardo con disappunto, distogliendo poi lo sguardo e fingendo di non ascoltarlo più -, di quando ha fatto a pugni con quel tipo e le nocche si sono coperte di sangue ferroso.
ha quel non-so-che che rapisce ogni ragazza, la accarezza piano sulla nuca, passando le dita fra i nodi dei capelli, poi le bacia sul collo, fra i brividi che corrono giù dalle spalle fino alla punta dei piedi. è capace di stregarle quasi tutte, lo penso veramente, e glielo dico, proprio così, "oh, jasper, sei capace di stregarle quasi tutte."
certe volte racconta loro delle poesie in latino, tipo i carme di catullo più famosi - che poi quella è roba che piace solo a me - oppure parla in inglese, facendo la figura di quello che ha viaggiato ovunque.
jasper è bianco e nero - freddo e razionale - ma a volte sembra essere anche un po' giallo e rosso - inaspettato e brillante.
jasper sa suonare il pianoforte e ha imparato da solo, ma è bravo da incantarmi: suona sempre lentamente, scandendo piano ogni nota, ogni accordo, ogni secondo. mi dice "canta se vuoi" ma lo sa benissimo che sono stonata, quindi continuerò a sussurrare ogni parola senza farmi sentire da lui. godo muta della sua musica, così come faccio della sua compagnia. parla sempre lui ed io sto zitta, ma due anni fa era il contrario. non mi interessa parlare, se c'è lui a riempire i miei silenzi.
jasper sembra eterno, jasper mi sembra tutti. mi sembra un po' matt, un po' simon, un po' gabriel, un po' alex, un po' tutti i nomi possibili, perché nessuno sembra adatto a lui. nessuno, penzolante in bilico sulla punta della mia lingua, sembra descriverlo a pieno, e mi sembra tutto così irrimediabilmente sbagliato. però stavolta ad essere sbagliata non sono io: è lui, è il suo modo strano di pronunciare alcune parole, nascondendo le consonanti e comprimendo le sillabe; siamo noi insieme, perché da soli non siamo buoni a nulla. jasper mi pare così tanto quella corda della chitarra che è sempre scordata, e mi rovina ogni accordo. eppure senza quella corda non riesco proprio a suonare - dopotutto, che chitarra sarebbe, se avesse solo cinque corde?
ed io con lui sto sempre male, mi sento lontana dal mio corpo, come se le mie mani fossero di qualcun altro, e le mie gambe le muovesse un burattinaio. non penso a niente, penso solo che il cuore mi batta troppo forte per essere sano, che ha?, che ha?
jasper sostituisce il vuoto che qualcun altro ha lasciato dentro di me, qualcuno che se n'è andato con le foglie cadute d'autunno. ogni tanto una poesia in greco letta su un libriccino di qualche poeta sconosciuto alle mie memorie mi ricorda di questo, e allora corro da jasper a piangere nell'incavo del suo collo.
mi dice sempre che sono carina, ma io non ci credo neanche un po'. è un perfetto lecchino, che con le sue parole smielate riesce a scacciar via i pensieri sconvenienti.

jasper, cosa ci fai fra i miei pensieri?
mi chiedo perché io ti ritrovi anche qui, dove non dovresti esserci più. non so più chi sei, e in ottocento parole non riesco neanche a raccogliere la tua vera essenza. mi son persa in mille giri di parole senza mai arrivare al dunque. ma poi, alla fine, quale sarebbe il dunque?
ah, non lo so, jasper, non lo so.
dimmelo tu.
parlami.
e strega anche me,
coi tuoi occhi e con le tue parole.

e strega anche me,coi tuoi occhi e con le tue parole

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mi manca scrivere. mi manca tantissimo. mi manca anche pubblicare qui. ci tengo molto a questa storia.
ho deciso di pubblicare questo pezzo perché sì, magari fa schifo a voi ma jasper dà un nome e un volto a delle sensazioni che un nome per me non ce l'hanno, alla voglia di ricominciare e dimenticare alcune cose e persone. jasper mi porta i ricordi di momenti intimissimi: alcune cose le sento così mie che ho avuto un po' di timore a scriverle, quasi. questo "coso" non racconta nulla di pretenzioso: l'ho scritto così come mi è venuto, senza termini ricercati o metafore sottili. è roba di tutti i giorni, semplice come sono io e tutte le persone che ho intorno. jasper è la mia quotidianità.
spero di tornare a scrivere più frequentemente.

𝗴𝗵𝗼𝘀𝘁𝘀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora