untitled
190818
dimenticare non fa male
è tutto quello che vorrei fare.seppellire tra la sabbia
il giorno in cui nacqui
ㅡ c'era la neve
alta fino al ginocchio ㅡ
mi gelano i piedi
scalpito per farmi spazio
e far calore.bruciare come foglie secche
al sole i ricordi
persi, morti, morsi
sulla pelle,
tagli sulle costole,
labbra spaccate
per non essere mai
abbastanza.raccontare la mia storia
a chi oro ne saprà trarre
ㅡ raccoglierà fra le mie
carni stanche
ogni attimo che io
ho lasciato cadere per sbaglio,
inutile inusato insulso,
vuoto.regalerò i miei occhi a chi mai ne ha avuti,
cosicché veda quel che ho visto
quel che non ho visto
quel che ho fatto finta di non vedere.
strapperò via i bulbi dalle orbite,
vuoti e vitrei,
bianchi come la paura
ㅡ le gambe che tremano,
la morte che ti soffoca,
la vita che si sgretola,
la neve ㅡ
neri come un muro,
la notte,
le stelle.scivolare via come onde
sulla spiaggia,
infrangermi come acqua
molle contro gli scogli,
i ricordi battuti dal vento,
portati al largo:
qualcuno li troverà in una bottiglia troppo piccola.(soffocare con l'aria
avendo la sensazione di volare
controvento,
non respiro).vomitare quel che resta,
ché a tenerlo dentro più non riesco
e allora si accumulano le parole
sulla carta gialla
disordinate in corsivo
perché ho una pessima grafia.
piangere i giorni andati male
ㅡ ricordi ristagnanti nella bile ㅡ
bocca arsa
memoria sparsa.viaggiare lontano
ché in 'sto posto io sto stretta;
cambiare ㅡ oppure no
ritorno o forse no
poi mi pento e tanto torno
da te
e sui miei passi
incapace di tracciarmi una nuova strada,
calcagno davanti alle dita e così avanti
per ogni giorno che vedo nascere.seppellire tra le stelle
ogni promessa che ho fatto
e non ho fatto,
ridurre a un punto tutto il male:
un neo sulla pelle nel punto sbagliato.tagliare il cielo a pezzi e
nascondermi tra le sue cicatrici,
la pelle bruciata dal sole,
le mani sudano e il cuore non batte
più.scrivere di una vita migliore
e non so se ho più le parole;
sai, volevo scrivere canzoni,
non volevo raccontare vite.
son nata che avevo un sogno
nell'armadio
nascosto tra i vestiti neri
(e rosa e arancio)
e poi ho dimenticato pure quello:
a volte credo sia stato meglio così.rinchiudere in una scatola
ogni parola e passione
le notti che durano tre ore
e le emicranie provocate dal gelato.vorrei aver avuto le parole giuste quando servivano,
ché ora strabordano e
non so dove metterle.volevo nascere d'estate
e vivere col mare sotto gli occhi.
volevo una collana di conchiglie
ma nessuno me l'ha comprata.
volevo vivere nel cielo
illudendomi d'essere una stella.
volevo vedere con occhi nuovi il mondo
ma avevo dimenticato gli occhiali.volevo scrivere canzoni
ma tutto ciò che son riuscita a fare era questo.n.d.a.
no, non sono brava a scrivere poesie e questa roba non è una poesia. sarebbe un insulto alla vera poesia. se cercate della poesia vera allora potete pure uscire da questa storia.
questo possiamo chiamarlo un esperimento, se volete. non è una cosa che posso spiegare in quanto è una metafora nella metafora. era semplicemente una cosa che avevo bisogno di scrivere. magari poi, un giorno mi verrà l'illuminazione e cambierò pure il titolo.
(non avete idea dell'ansia nel pubblicare questa roba.)dedicato alla persona che ero e che sono stata, alla persona che sono oggi. dedicato a chi sarò, se pure sarò.
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𝗴𝗵𝗼𝘀𝘁𝘀
Randomstorie di persone che si nascondono, storie di persone nascoste. storie di fantasmi del mio passato e del mio presente. storie di fantasmi che aleggiano per le strade della mia mente. perché io, di fantasmi, ne ho visti tanti. © messagegxrl, 201...