Capitolo 7

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«Quindi parti? Venerdì hai detto?» domandò il moro mentre divorava un uramaki con avocado e mandorle dal grande piatto che avevano davanti.

«Sì venerdì, ho un po' di tempo per prepararmi» giocava con le bacchette Louis, perchè di fame non ne aveva.

Era felicissimo, la sua grande occasione era arrivata, il suo amico si era congratulato con lui, quel pomeriggio Zayn avrebbe iniziato la sua nuova esperienza. Erano eccitati dalle novità, dall'opportunità.

Avevano prenotato all'Aqua Kyoto perchè volevano entrambi festeggiare, ma Louis aveva la testa da un'altra parte. I lucernari rossi e neri sopra di loro creavano una perfetta atmosfera rilassante e i pannelli beige adornati con alberi di ciliegio in mezzo a grandi specchi, davano la sensazione di trovarsi davvero in una machiya. Erano in penombra, i loro volti oscurati per metà.

Non aveva detto nulla a Zayn, non voleva rovinare quel giorno al suo amico solo perchè Harry non lo aveva salutato. Non aveva sedici anni, anche se a volte pensando al riccio, se li sentiva.

Zayn aveva mangiato una quantità di pesce crudo che Louis faceva fatica a credere fosse possibile. Avevano brindato con dei cocktail colorati dai nomi floreali, non era il loro stile, non era il loro ambiente, ma era un rooftop. Un altro rooftop che Louis voleva vedere, uno dei pochi di Londra che mancavano all'appello. In più, il rinomato ristorante, era sicuramente da provare vista la passione spropositata di Zayn per il sushi.
Quindi avevano fatto una pazzia.

«Ci vediamo prima che vai?»

«Ovvio che sì, sennò chi mi aiuta con la valigia?»

Risero. Si volevano un bene infinito, Zayn era silenzioso, riflessivo, l'esatto opposto.

Ma non c'era persona che lo capisse più di lui. I loro silenzi non erano veri silenzi, i loro sguardi non erano solo sguardi. Si capivano, al volo. Si divisero, Louis sarebbe tornato a casa, aveva il pomeriggio libero, Zayn sarebbe andato da All Saints per iniziare a lavorare.

Non una parola sulla foto, neanche una, come se già tutto fosse passato.

Invece su Twitter era ancora l'inferno, la foto era stata modificata, nei modi più disparati.

Le captions di Instagram erano di ogni genere, la ship sembrava davvero aver preso campo. Assurdamente a dire il vero. Oppure no? No non era passata inosservata. Assolutamente no.

Ma Louis voleva far finta di nulla e non restare solo, non in quel momento. A ripensare a quella mattina, si perdeva, non riusciva a essere lucido. Quando l'aveva rivisto, gli sarebbe volentieri saltato addosso, ma non lì, non in quel momento. Harry aveva ragione.

A mente fredda aveva capito quel no. Erano finiti insieme su ogni social esistente, parlavano ancora di loro insistentemente da un giorno e mezzo.

C'era tantissima gente quella mattina in quell'ufficio, lui era ad un incontro di lavoro e forse anche Harry. Tutto sarebbe stato un grosso casino. Davvero grosso. In quel momento non sapeva neanche lui cosa voleva fare.

Il programma era tornare a casa, ma a casa non c'era nessuno e sarebbe impazzito, Kyrre prima di due giorni non sarebbe tornato e l'indomani mattina doveva essere da Coach alle 9 per conoscere il nuovo personale. Poteva chiamare Louise, ma sapeva che era con James per organizzare la location di New York. Aveva bisogno di tenere la mente occupata. Possibilmente non occupata da Harry. Certo, come no, avrebbe miseramente fallito.

Una volta dentro casa, si fece del tè, l'impianto stereo ovviamente già acceso, una delle prime cose che faceva entrando in casa. Non ricordava però di non aver cambiato la playlist.

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