09 | nuova versione

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Sono in un ospedale

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Sono in un ospedale.

Me ne sono resa conto non appena la mia mente ha deciso di non pensare più a rapimenti vari e strane creature soprannaturali. Mi sono seduta sul piccolo letto bianco, accarezzando le lenzuola, e ho iniziato a guardarmi intorno.

La stanza sembra essere stata ricavata da un vecchio corridoio, e sono presenti dieci letti, divisi l'un l'altro da una finestra tenuta oscurata dalle tende nere - così da nascondersi dalle Statue, che potrebbero notare le luci all'interno dell'edificio. Sfioro con la mano l'asta in metallo sistemata vicino al mio letto, da cui pende una sacca trasparente contenente un liquido chiaro, probabilmente antidolorifici: deve essere per questo motivo se non sento dolore.

Sospiro, stanca, stringendomi le gambe al petto, non sapendo bene che fare , pur di smettere di pensare: Mister Maniaco e Miss Simpatia sono due lupi mannari, e hanno deciso di portarmi nel loro rifugio segreto.

Ne capisco il motivo? Assolutamente no. Credo a tutta questa storia? Il diminuirsi della morfina nel mio sangue fa sembrare tutto molto più reale.

Beatrice non ha mai amato i mostri: sin da piccola, la sua estrema vena sensibile la porta a spaventarsi per qualsiasi cosa, persino dei temporali. C'erano volte in cui aveva paura, e succedeva davvero spesso, e lei scappava dalla sua stanza e correva nella mia, così da potermi stringere nella notte.

Quando mi presentò Trevor per la prima volta, capii subito che c'era qualcosa che non andava: mia sorella aveva deciso di amare un mostro.

Ed ora, quella in trappola sono io.

Sollevo lo sguardo, sorpresa nel sentire la porta d'ingresso aprirsi di nuovo, mostrando un volto tanto sconcertato quanto il mio. Jack.

«È stato Daniel a mandarti?» Chiedo, subito, mentre lui richiude la porta alle sue spalle, appoggiandovisi contro con la schiena. In qualsiasi modo lo si guardi, da qualsiasi angolatura, Jack resta un ragazzo bellissimo - molto più che nella foto nascosta nel mio album.

«Sembra che tu abbia richiesto la presenza di un essere umano,» ribatte, semplicemente. «Quindi, eccomi qui.»

Corrugo la fronte, non propriamente convinta delle sue parole. Jack lo nota e sorride, avvicinandosi con cautela mentre si sistema i ricci castani con l'indice destro.

«Daniel sapeva che non mi avresti creduto: dice che sei piuttosto difficile

«Sembra che tu e Daniel non abbiate fatto altro che parlare di me,» lo blocco, diffidente.

Jack si siede con un piccolo saltello sul letto vicino, sorridendomi con furbizia mentre i suoi occhi smeraldini brillano sotto le luci al neon. «Sì, beh, la televisione ha smesso di funzionare.»

Fa sul serio? Alzo gli occhi, innervosita, e sistemo il volto sulle mie braccia giunte: forse, se faccio finta che non esista, lui se ne andrà davvero.

BEFORE DAWN / Daniel SharmanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora