07 | nuova versione

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Quindi, la tempesta si è davvero fermata: ammetto di non esserne felice come pensavo

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Quindi, la tempesta si è davvero fermata: ammetto di non esserne felice come pensavo.

Spazzolo con decisione le mie ciocche crespe, cercando di dare un senso a tutto il mio disordine, ma, quando noto che nulla sembra cambiare, mi arrendo e, per sottolineare il mio disappunto, lancio il pettine nel cestino delle spazzature - in questo modo, nessun riccio potrà mai più essere preso di mira dalle sue orribili setole.

«Dannazione,» mi lamento, sbuffando, e mi appoggio con la schiena al muro del bagno, continuando ad osservare il mio riflesso nel piccolo specchio. La mia pelle è di nuovo liscia e chiara come lo era prima dell'infezione, ma, nonostante questo, continuo a non riconoscere la ragazza che vedo: pesanti strisce nere intorno agli occhi, le guance arrossate come se avessi la febbre, l'estrema magrezza.

Fortuna che non ho avuto la possibilità di portare con me vecchie fotografie dato che, tutto ciò che ormai vedo, è solo un lontano riflesso della vecchia Rebecca Hamilton.

Mi detesto.

Esco dal piccolo bagno, cercando di aguzzare l'udito quando avverto un leggero vociare provenire dal primo piano, e, a passi lenti, mi avvicino alla rampa di scale, sporgendomi con il busto. Daniel e Christine stanno litigando - e fin qui, nulla di nuovo - ma, ciò che davvero non capisco, è come mai la ragazzina non stia strillando come suo solito, ma che tenga un insolito volume di voce basso, come se non volesse farsi sentire.

«Come puoi pensare che sia una buona idea? Daniel, non puoi semplicemente fare come ti pare: ci sono delle regole.» Incalza Christine, e sembra davvero scioccata, come se Daniel le avesse appena rivelato di voler affrontare l'inverno stando solo in calzettoni.

Quasi mi immagino Mister Maniaco mentre sospira, incapace di trovare una soluzione, e si porta la sua mano fra le ciocche bionde.

«Non puoi chiedermi di lasciarla andare, Christine.»

Lasciarla andare?

Mi allontano dalla ringhiera, e, con la mente ancora persa nei pensieri, torno in salotto, chiudendo a chiave la porta e sedendomi a gambe incrociate sul divano, cercando di calmarmi. In realtà, mi sento abbastanza confusa: prima Daniel, poi Christine e infine tutti i loro segreti.

C'è qualcosa che mi intimorisce nel loro passato, un non detto che mi sembra essere stato dimenticato per la pura volontà di non volermi includere in una verità che, in modi a me sconosciuti, sta fingendo con lo sconfinare nella mia vita. Non mi sono mai interessata alle vite degli altri - soprattutto non dopo l'apocalisse - e questo improvviso senso di vicinanza continua a confondermi.

Daniel sta stravolgendo i miei piani, e il fatto che il mio cuore non sia totalmente contrario a tutto questo non fa altro che irritarmi. Stavo bene prima di lui, e starò bene dopo di lui: quindi perché questi dubbi continuano a perseguitarmi?

Io sto bene.

«Becky?»

Sobbalzo, sorpresa dalla voce di Daniel, oltre la porta chiusa del salotto. «Becky, la porta è chiusa.»

BEFORE DAWN / Daniel SharmanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora