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Daniel mi ha lasciato dormire ancora, ma sempre restando al mio fianco e cullandomi con parsimonia. In realtà, sono io a non avergli mai lasciato la mano, non permettendogli di lasciarmi.

Con me, ho ancora il ricordo di quella notte e di ciò che non è riuscito ad essere. Ho provato con tutta le mie forze a dimenticare quella sensazione, di impedire che le mani di Trevor tornassero sul mio corpo, ripetendo le stesse mosse ogni volta. Ancora e ancora, ogni istante. Lui mi ha distrutta, mi ha portato via ogni singola cosa, ed io, nonostante tutto, ero convinta di non poterlo lasciare vincere anche questa volta, che non potevo dargli la soddisfazione di sapermi ancora una sua vittima. Devo andare oltre, devo provare a voltare pagina.

Decido di riaprire gli occhi, notando la mia mano – con le nocche ferite e insanguinate – stretta in quella di Daniel, che finalmente si è addormentato. Ancora intorpidita, mi ritrovo a studiarla come mai prima di ora: seguo i tratti del suo viso, col naso appena pronunciato verso l'alto, e le ciglia bionde. Sorrido, notando le sue gote arrossate per il calore delle coperte, e le labbra lucide socchiuse.

Non sono mai stata a letto con un ragazzo prima. In realtà, non ho mai avuto né una cotta né una relazione: l'unica volta che un ragazzo ha dimostrato interesse per me, quello ha finito per violentarmi.
Ma Daniel è diverso.

Prima di tutto, è un lupo mannaro – cosa che non posso dimenticare – e, in qualche modo a me sconosciuto, sembra essere abbastanza speciale da riuscire non solo a comprendere ma anche calmare i miei nervi impazziti.
In ogni momento, sembra sapere come gestirmi, come se mi conoscesse da molto, in un modo istintivo.

Ora che non potevo più fingere di non notarlo, iniziavo a sentirmi a disagio. Sono qui, nel suo letto, e tengo la sua mano mentre dorme al mio fianco. Non è una cosa da me, non è una cosa che farei normalmente, perché io non mi fido di nessuno. Mai.
Però, penso anche a Beatrice: se lei fosse qui, mi direbbe che sto evitando la realtà, e, forse, non ha tutti i torti.
Quella triste ed insolita realtà in cui Daniel Sharman è l'unica persona di cui io riesca a fidarmi.

"Riccioli d'oro," chiamo, ripetendolo ancora.
Daniel, fingendosi infastidito, sorride nel sonno. "Credevo che fossimo andati oltre."

Ricambio il suo sorriso, divertita, e gli do un piccolo pizzicotto sulla guancia, costringendolo a riaprire gli occhi.
"Buongiorno," gli dico.

Lui sistema meglio il cuscino, così da potermi guardare senza difficoltà. "Buongiorno, Becky."
"Non sono certa che sia davvero giorno," ammetto, ricordando di aver perso il conto delle ore: "però, è bello comunque."

"Sono felice che tu stia meglio," conferma, preoccupato: "non credo che riuscirei a sopportare un'altra crisi."
"Non capiterà. Ma, comunque, sono certa che tu sarai sempre lì, pronto a seguirmi nell'ombra."

Daniel alza gli occhi, capendo la frecciatina.
"Sapevo che non te ne saresti stata buona, una volta lasciata sola. Ho chiesto a Christine di monitorare la tua stanza e avvertirmi di eventuali cambiamenti. Così, ho saputo del tuo incontro."

"Quindi, c'erano davvero delle guardie," puntualizzo.

Lui sorride, sfiorando le mie mani rovinate. "Non voglio che ti capiti qualcosa di brutto, non voglio che tu abbia paura."
"Ti preoccupi sempre per me, Daniel," noto, e la cosa un po' mi imbarazza: "so che deve esserci un motivo, uno vero."

Lui veste con eleganza una finta perplessità. "Non c'è alcun motivo, Becky."
"E allora perché, ogni volta che capita qualcosa, ci sei sempre tu? Sei il capo, potresti farmi controllare dai tuoi amichetti e, magari, ora sarei nel letto di un altro. Chissà, tipo Jack."

"Jack," ripete, diffidente. "Perché proprio Jack?"
Scuoto le spalle, divertita. "Non lo so, sai? Forse dovrei andare a chiederglielo: sì, penso che andrò in camera sua."

Faccio per alzarmi, ma Daniel stringe la mia mano, impedendomi di sfuggirgli. "Non hai bisogno di Jack."
Sorrido, divertita da quanto può sembrare un bambino imbronciato, e resto al suo fianco, sotto le coperte. "E perché tu dovresti sapere di cosa ho bisogno?"

Daniel mi fissa e si vede che è in difficoltà. Forse, sto esagerando, ma so bene che solo premendo sulla sua pazienza riuscirò ad avere risposte. C'è una cosa, un'altra cosa, che non ho ancora capito di lui ma, dopo la licantropia, non credo che questo segreto possa essere tanto peggio.

"Daniel?"
"È una cosa da licantropi," ribatte, secco. "Ma è troppo."

Troppo. Troppo per un'umana? O troppo per una persona che non vorresti spaventare? È difficile da classificare. Troppo.

"Potresti provar-"
"No," mi interrompe, secco, e, questa volta si rialza, guardando verso la porta. "Christine sta arrivando."

Confusa, mi volto anche io, e rimango sinceramente senza parole quando la porta si apre, mostrando, effettivamente, il volto insoddisfatto di Christine.
"Daniel," borbotta, e poi mi guarda, alzando un sopracciglio. "Ragazza fastidiosa."
"Ciao, Christine," blatero, mettendomi a sedere.

Lei alza gli occhi, rivolgendosi al suo capo. "Daniel, abbiamo bisogno di te – se non sei troppo occupato."
Rossa in volto, mi volto verso Daniel, notandolo a sua volta agitato. Questa vista mi fa tornare il sorriso.

"Torno subito," promette e segue Christine fuori dalla stanza, anche se non dimentica di donarmi l'ultimo sorriso. Io, intanto, resto ferma per un poco, cercando di contemplare le innumerevoli cose che potrei fare in questo momento.
Restarmene calma, a letto, e aspettare. Solo, non appena il mio sguardo cade sulla porta, le mie gambe si muovono da sole.

Passi leggeri come mosche e sono già davanti alla porta, su cui appoggio l'orecchio per cercare di sentire qualche parola. Per fortuna, la voce stridula di Christine è abbastanza forte da attraversare i muri.

"Cinque gruppi, Daniel. Cinque," esclama, carica di sconcerto: "hanno trovato i cadaveri questa mattina."
Cadaveri?

Stringo i pugni, cercando di trattenere il nervosismo, e mi faccio più vicina alla porte. Daniel sta farfugliando qualcosa.
"Non deve saperlo nessuno. Soprattutto, non voglio che lo sappia Becky." Un momento di silenzio. "Trevor sa qualcosa, di questo sono certo. Stanno preparando un attacco e questo è solo un avvertimento: ci conosco e sanno come colpirci, il tempo delle parole è finito."

"Credi che ci sarà una guerra?" Persino Christine sembra spaventata.
La risposta è anche peggio.

"La guerra è già qui."
Di colpo, la porta si apre, ed io mi ritrovo scoperta e senza difese. Daniel, quasi lo sapesse già, sospira con stanchezza.

"Stavi origliando, Becky?"
"Quella ragazza è terribile," commenta Christine, sbucando dalla porta. "Ci farà uccidere."

"Farò come dite voi," replicai, difendendomi: "voglio solo aiutare."
Christine alza un sopracciglio e stringe le braccia, non convince. Daniel, invece, tira un sorriso. "Vuoi aiutare?"

La sua domanda chiede oltre. Se io ammettessi di voler aiutare, il motivo sarebbe solo uno: per restare. Dovrei ammettere di voler restare con lui.
"Cerco solo di ripagare il mio debito," dico, infine. Non è ciò che cerca, ma Daniel non si scoraggia.
Lui ha già capito, ma resta in silenzio, dandomi il mio spazio. "Bene, allora cerchiamo un modo per sopravvivere."

Angolo

Nuovo capitolo serale!
Cosa ne pensate di Becky e Daniel: bella ship o no?
Le cose si faranno presto molto brutte😭
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
A presto,
Giulia

BEFORE DAWN / Daniel SharmanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora