CAP 17

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                                     LOGAN

Lo ha fatto di nuovo; se n'è andata. Ancora una volta non si è fidata di me.

Non so che cazzo sia successo, ma so che Luce era spaventata a morte e la cosa che fa più male, è che aveva paura di me.

Lei continua a dire che non è colpa mia, ma non è rimasta a convincermi del contrario, no! È scappata e non so cos'altro fare per convincerla a fidarsi di me. Se non inizia a darmi qualche spiegazione sarà difficile che io possa continuare a stare con lei.

Solo a pensarci sento una fitta al cuore, non riesco a immaginarmi senza di lei, ma non posso continuare così ci divento pazzo.

Che cavolo, prima di conoscere Luce ero io quello che mollava le ragazze e se ne sbatteva, da vero stronzo quale ero. Adesso, non solo sono stato mollato più di una volta dalla stessa ragazza, ma sono anche nel pieno del panico.
Perché è da più di due ore che è uscita e non è ancora rientrata; mi farà impazzire, me lo sento.

                                     LUCE

Codarda, codarda, codarda.
Questa parola continua a risuonare nella mia testa da quando sono fuggita da Logan, perché è questo quello che sono, una codarda.

Non so che diavolo mi è preso, so solo che per una frazione di secondo le mani di Logan mi sembravano quelle di qualcun altro, come faccio a tornare da lui?

Non voglio perderlo, ma non posso nemmeno dirgli tutto quello che vuole sapere, ho un tale caos nella mia testa.

Non so da quando sto guidando, ma non sono ancora pronta per tornare a casa.

Parcheggio la moto nei pressi di una spiaggia molto vicina al mio quartiere.

Mi sfilo le scarpe, alzo i jeans e faccio una lunga passeggiata sulla spiaggia: la sabbia è calda e umida sotto i miei piedi, la luna, anche stasera, offre una bellezza innaturale rispecchiandosi nell'infinito oceano.

Mi ritrovo a pensare a mio padre, a quanto mi mancano i suoi sorrisi, i suoi forti abbracci, le sue parole incoraggianti quando cadendo mi sbucciavo un ginocchio, o quando montavo in sella ad una moto.

Mi chiedo come sarebbe la mia vita se papà fosse ancora vivo, o se la mamma non fosse morta durante il parto.

Probabilmente non sarei una ragazza problematica con tutto il genere maschile, forse non avrei incubi che mi tolgono il respiro pensando di soffocare e forse, non starei qui a rimuginare su cosa fare con il ragazzo di cui mi sono perdutamente innamorata.

Ma papà e mamma non ci sono più e io non posso cambiare le cose: la mia vita è questa e devo affrontarla con tutto quello che ne consegue.

Un'altra cosa che devo affrontare in questo momento è Logan. Non so se vorrà vedermi, ma gli devo almeno delle scuse.

                                    LOGAN

Luce è appena tornata, sento il rombo della sua moto.
È stata fuori tre lunghe ore, ho pensato di tutto. Adesso che sono sicuro che non le è successo niente, posso anche rilassarmi.

Bussano alla porta e so già chi è.
Faccio dei lunghi respiri prima di affrontare la mia più grande debolezza.

Mi accorgo subito che Luce ha pianto, mi sposto e le faccio cenno di entrare.
Lei fa qualche passo in avanti ma non si siede; cerca il mio sguardo.

"Mi dispiace Logan per essere scappata in quel modo."

"L'ho già sentita questa."

"Lo so, ma non so cos'altro dire."

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