CAP 46

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LUCE

Oggi mi dimettono dall'ospedale, Jenny è appena arrivata per darmi una mano a vestirmi e a mettere via i miei effetti personali.
Da qui mi trasferiscono in una clinica per la riabilitazione: non cammino ancora e per muovermi ho bisogno di una sedia a rotelle.

Jenny butta sul mio letto una grossa busta.

"Cosa c'è qui dentro?"
Lei sorride.

"Aprila, così lo scopri da sola."
Le faccio la linguaccia e apro la busta.

Ci sono tantissimi modelli di cappelli: da quelli di cotone a quelli da spiaggia, cappelli chic e cappelli con la visiera.

"Ti piacciono?"
Chiede Jenny mentre continua a riempire la mia borsa.

"Oh sì, soprattutto questo."
Le mostro quello chic.

"Penso che lo indosserò spesso!"

"Brava fai pure la sarcastica, tanto io non mi offendo."

"Grazie."
La interrompo.

"Per cosa?"

"Perché mi stai vicina, perché subisci tutte le mie lamentele e per questi..."
Gli mostro i cappelli.

"Lo apprezzo molto, almeno con questi non dovrò far vedere la mia palla da biliardo se non voglio."
Jenny scoppia a ridere.

"Non l'avevi ancora chiamata così la tua testa. Hai scelto quale metterti per andare in clinica?"

"Penso di optare per quello di cotone, che ne dici?"

"Dico che è perfetto."

Jenny si è rivelata un'amica preziosa in questo periodo, non ha mai chiesto il motivo per cui io e Logan ci siamo lasciati, ed è sempre rimasta lì buona, pronta ad asciugare le mie lacrime, a sostenermi come meglio poteva e le sono infinitamente grata per quello che ha fatto finora. Se non fosse stato per lei, adesso starei anche peggio di quello che sembra.

Trentacinque giorni senza il mio Logan, questo è il tempo che è trascorso da quando è uscito da questa stanza di ospedale per non tornare più.

"Sei pronta Lu? Io qui ho finito."

  "Devo solo passare dal dottor Brown per farmi dire quando devo tornare per la risonanza e poi possiamo andare."

"Va bene, io vado a chiamare Matt così può già caricare la tua roba."

"Okay, ti aspetto qui."
La mia amica esce dalla stanza lasciandomi sola con i miei pensieri.

Mi sposto con la sedia a rotelle vicino alla finestra per poter guardare fuori.
Siamo ad aprile: i prati pullulano di fiori di svariati colori, se non fosse per tutto il dolore che sento dentro di me potrei godermi appieno il paesaggio.

Bussano alla porta, deve essere Matt.

"Puoi entrare, sono pronta."
Rimango sorpresa nel constatare che sulla porta non c'è Matt.

"Lex, che ci fai tu qui?"

"Ciao Luce, mi hanno detto che sei di uscita oggi, sono passato a vedere come stavi."
Io mi acciglio, ogni volta che questo ragazzo si presenta da me succede sempre qualcosa di brutto.

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