Capitolo 9

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Fai di me un prato. Con tanta luce.
E poi aggiungici un cielo, come vuoi tu.
È lì che io ti aspetterò

Fabrizio Caramagna

- Io non posso crederci, sei completamente pazza! - Mary mi abbracciò e solo in quel momento riuscii a spegnere il mio finto sorriso di tranquillità. Mi presi un attimo di tranquillità, una sospensione nel tempo. Dentro di me non riuscivo a pensare ad altro che non fosse la notte che mi aspettava. Che cosa avrei scoperto? Anche se dentro avevo paura per tutto, quello che mi meravigliava era l'emozione che provavo pensando a Tancredi. Sembrava come se mi conoscesse, come se mi avesse già vista in un altro tempo, ma ne ero certa, io e lui non ci eravamo mai visti

- Te l'ho detto, ero arrabbiata con lui, volevo andare via - Continuai a mentire.

- Per una battuta sulle ragazze americane? - Le avevo inventato che avevo incontrato Tancredi dopo la lezione e si era mostrato ostile, come sempre. Se quello che Tancredi mi aveva raccontato era vero, allora aveva anche detto che saremmo dovuti stare lontani per almeno una settimana, quindi odiarlo non sarebbe stato un problema per me

- Lo so, ma che ci posso fare, lo sai come sono...

- Intollerante - Mi diede un pizzicotto sulla spalla. Ridere con Mary mi fece venire voglia di dirle tutto. Avrei tanto voluto mettermi a piangere di nuovo e liberare tutto quello che avevo dentro

- Ma perchè hai pianto così? Devi imparare a non prendere tutto sul serio, altrimenti gli altri proveranno piacere a farti del male - Gli occhi erano troppo gonfi per nasconderli, ma mi sentivo un po' meglio, non avevo quasi più lacrime e la voglia di piangere ancora la persi completamente nel momento in cui vidi il professor Marti venire verso di me. Il cuore batteva a mille. Odiavo la sola vista del suo viso, ma non avrei dovuto tradire alcuna emozione - Hey professore! - Mary agitò una mano per richiamare la sua attenzione

- Non dirgli niente di quello che è successo - Il professore Marti non avrebbe più saputo niente di me. Mai più

- Ragazze, non vi trovavo più. Tutto bene? - Mi guardò negli occhi e per la prima volta vidi nel professore Marti una persona che non conoscevo. Continuavo a immaginarlo in quella stanza mentre parlava con Tancredi. E lui? Impassibile. Come sempre. Come se davvero ci tenesse a noi.

- Tutto benissimo - Gli risposi guardandolo negli occhi come se lo sfidassi - Lei piuttosto dov'è stato? Ho provato a cercarla prima ma non sono riuscita a trovarla - Avevo esagerato. Questo comportamento sicuramente non era prudente. Dovevo stare attenta

- Non hai cercato nei punti giusti, mia cara. Siamo pur sempre in un castello. Che cosa volevi? - Come faceva a essere così bravo a recitare? Come poteva farlo? In quel momento sentii di nuovo la voglia di piangere. Sebbene fossi una combattiva, la cattiveria nel mondo riusciva sempre a colpirmi

- Ha ragione, non ho cercato bene. Niente, volevo commentare la lezione di stamattina, ma ne parliamo stasera a cena, ora io e Mary andiamo a prepararci

- Non sarò dei vostri a cena - Ricordai le parole di Tancredi. La riunione era rimandata a mezzanotte, quindi dove doveva andare prima?

- Come mai?

- Io e la professoressa Visconti siamo invitati dal rettore, dobbiamo valutare i testi della prima asta di venerdì.

- Di sera? - Un altro errore. Stavo sbagliando. Troppo.

- Sei sicura che vada tutto bene, Mina? - Mi guardò per un attimo insospettito.

- Sì, tutto bene... - Presi Mary per un braccio, volevo porre fine subito alla conversazione. Chissà quanto avrei dovuto aspettare per sapere la verità. La loro riunione iniziava a mezzanotte, quando avrei incontrato Tancredi? Dove?

- Vi accompagno ... - Il professore Marti mi prese sottobraccio e in quel momento scattai come se fossi stata scossa da un ago sottilissimo. La mia reazione non era prevedibile e purtroppo sottolineò ancora la mia indisposizione nei suo confronti - Che succede?

- Professore non ci faccia caso - Mary per fortuna intervenne - Oggi è in vena di scherzi e discussioni, stia attento potrebbe mordere anche lei - Sorrise, ma il professore Marti mi guardò per quel secondo in più che mi diede la conferma dei suoi sospetti. Ero cambiata e lui se ne era accorto. Avevo bisogno di Tancredi, ora questa era una certezza

La primula bluDove le storie prendono vita. Scoprilo ora