Capitolo 12

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- Io non  capisco... - Mi sentivo strana, come se stessi perdendo l'equilibrio, come se l'incapacità di capire quello che accadeva fuori dal mio corpo si traducesse in una mancanza assoluta di focalizzazione dentro di me.
- Lo so che è difficile capire, che è difficile fidarsi... - Abbassò il tono della voce accarezzandomi il viso - Ma adesso non c'è nessun altro di cui tu possa fidarti, Mina... nessuno - Sentirgli pronunciare il mio nome mi restituì una calma che non pensavo avrei ritrovato. Come se nell'assoluta mancanza di equilibrio, l'uomo che avevo accanto mi avesse offerto una mano che potesse ancorarmi al suolo, alla terra, all'universo.
- Adesso non voglio sentire altro... - Anche il mio tono si fece più basso, quasi remissivo. Ero stanca, stanca di tutto, volevo solo la verità - Adesso voglio solo sapere tutto quello che non mi hai ancora detto. 
- Non sarà facile spiegarti tutto e in ogni caso non potrò farlo completamente fino al tramonto di domani...
- No, no Tancredi, mi dispiace, no.. - ricominciai ad agitarmi, ma lui mi prese il viso tra le mani, cercando di calmarmi.
- Calmati...
- Avevi detto che mi avresti raccontato tutto, lo avevi promesso... Adesso sono stanca di stare ad ascoltarti parlare di tutto meno che di quello che mi interessa, basta... ti prego, basta... - i miei occhi si riempirono di nuovo di lacrime. Nella stanza che avevamo raggiunto, la luce delle candele mi permetteva il pudore di non mostrare del tutto la mia fragilità, ma lui se ne accorse e fermò nel suo respiro il mio pianto. Si avvicinò poggiando la sua fronte contro la mia e io chiusi gli occhi incapace di conoscere altri sguardi che con tanta maestria potessero prendersi gioco di me
- Apri gli occhi, ti prego.. 
- No...
- Apri gli occhi...
- No...
- Mina, ti prego... - mi baciò la fronte e le tempie, delicato, morbido, increspato solo dalla barba incolta che tracciava sulla mia pelle immacolata il disegno dei suoi lineamenti - Non avere paura, ti prego...
- Dimmi la verità... - aprii gli occhi staccandomi impercettibilmente da un contatto che una parte di me voleva trattenere come fosse il mio respiro 
- Riesci a fidarti del fatto che io ti proteggerò a qualsiasi costo?
- Ma da chi? Perchè? Non conosco neanche quelle persone, che cosa vogliono da me?
- Solo un giorno, un altro giorno e saprai ogni cosa..
- No, mi dispiace - in un attimo sembrai avere più forza e lui se ne accorse. Mi staccai dal suo viso, dalle sue mani, dalla sua anima. Non avrei potuto attendere un minuto di più.
- C'è una parte di questa storia che è sconosciuta anche a me e sto facendo in modo che mi sia rivelata, così che non ci siamo macchie vuote in un racconto che ti farebbe comunque tremare il cuore
- Quello che sai. Voglio sapere quello che sai. Se devo morire, morirò comunque. Non sono al sicuro qui, non sono al sicuro fuori da qui perchè tu invece di aiutarmi davvero lasciandomi andare, mi trattieni come se fossi prigioniera, così fingi di prenderti cura di me e mi trattieni qui dove gli altri cercano me, dimmi tu... è la premessa migliore per fidarsi di qualcuno?
 - No... non lo è... - sospirò sorridendomi impercettibilmente - Sei testarda, non immaginavo che saresti stata così. Non sembravi essere così forte.
- Quando? Quando mi hai vista? Perchè mi parli come se mi avessi  già vista in passato?
- Perchè ti ho già vista. Un anno fa, nella tua America.
- Tu sei stato in America? Mi hai già vista? Che vuol dire?
- Esattamente quello che ho detto... Dovevamo riunirci dove viveva la primula blu... - più parlava più mi sentivo in una storia che non mi apparteneva, come se stessi vivendo un sogno nell'esatta consapevolezza che si trattasse di un incubo e che presto mi sarei svegliata, ma quel sogno non finiva mai e la trappola mi soffocava
- La primula blu... 
- Sì...
- Perchè sono proprio io la primula blu?
- E va bene... - si alzò quasi esasperato, passandosi una mano tra i capelli e iniziando a camminare nervosamente - Visto che sei assolutamente non convincibile, ti racconterò quello che so, ma prima devi farmi una promessa.
- Quale?
- Prima promettimi...
- Non prometto se non so cosa promettere, Dio, ma qui in Italia come ragionate? - mi alzai anche io e iniziai a camminare nel senso opposto al suo - Sembra di essere atterrata in una specie di gioco di ruolo, come se fossimo pedine, come se tutta la storia del vostro paese nascondesse segreti ovunque, nel mare, tra le strade, nelle incisioni delle porte, nelle geometria delle piazze, in queste maledette porte segrete - diedi un pugno alla parete che dall'altra parte era una libreria che aveva aperto il passaggio segreto.
- Mina...
- No, Mina niente... conte Tassoni, se il mio destino è il destino della primula blu, io pretendo di conoscere l'inizio di questa storia e voi adesso me la racconterete come se io fossi un'ospite del vostro castello, un'ospite a cui raccontare una storia che  nessuno ancora conosce, dunque.. - mi avvicinai a lui fermandomi a un passo dal suo viso - dunque sedetevi accanto a me e raccontatemi la mia storia - Il suo guardo si addolcì e diventò passione allo stesso tempo, come se il mio carattere per lui fosse una perenne scoperta. Era nel torto pensando che io non avessi paura. Tremavo dalla paura, dal terrore, ma ero in  mezzo alla storia e  a quanto sembrava ne ero parte integrante quindi, adesso, volevo conoscere il mio destino.
- Va bene, ti dirò ogni cosa - nel momento in cui lo disse mi mancò il respiro. Mi misi una mano sul petto voltandomi per non mostrargli il mio cedimento continuando a parlargli dandogli le spalle
- Dunque? Sto ascoltando...
- Vieni qui... - Mi raggiunse alle spalle mettendomi le mani sui fianchi e planando su di me con il viso sulla mia testa fermandosi tra i miei capelli - Io obbedisco alla primula blu, ma la primula blu promette di seguire le mie parole in ogni piccolo dettaglio, di affidarsi a me e a me soltanto. Di tenere le mie parole come segreto sigillato in una bocca che nessuno dovrà schiudere alla verità. La primula blu promette si seguire la storia che sto per raccontare e - strinse la presa sui fianchi - e di non fuggire dalle mie mani - Il desiderio delle sue mani rubò per un attimo tutto il resto  - La primula blu promette di ascoltare prima di fare qualsiasi domanda, prima di essere audace - La stretta ancora più forte, i miei occhi chiusi vinti da un piacere che non capivo da dove potesse provenire in quel momento - La primula blu promette di seguire il Conte Tassoni come schiava di un racconto rivelato e padrona di un servo che può salvarla - Le mani scesero lungo  fianchi intrecciandosi sul mio grembo - Dimmi che hai sentito ... - la sua voce un fiato lento, il suo profumo era nettare degli Dei - Adesso, Primula Blu, promettilo! Adesso!
- Sì... - mi arresi infine in un assenso, figlio della resa e del piacere - Prometto...

La primula bluDove le storie prendono vita. Scoprilo ora