38.

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Una volta sveglia, mi misi lo zaino in spalla carico di nuove provviste e seguii i miei compagni fuori dalla cupola.

Non ci era voluto molto affinché mi abituassi agli agi del villaggio  "4", come la temperatura mite. Una volta di nuovo nel deserto, venimmo investiti dal solito freddo che pungeva la pelle.

Carter mi aveva ignorata per gran parte del tempo, quando inaspettatamente decise di rallentare il passo fino a ritrovarsi al mio fianco.

– Ciao. – disse come se nulla fosse.

– Ciao. – risposi freddamente.

– Bella nottata, vero? – continuò, guardando il cielo trapunto di stelle.

Ma cosa gli prende?

– Si può sapere cosa hai? Prima mi ignori poi inizi a parlarmi del cielo. – lo attaccai inacidita.

– Cercavo una scusa per parlarti. – bisbigliò per non farsi sentire dagli altri – Volevo chiederti di perdonarmi. Non so perché ho reagito in quel modo, al tuo posto anche io cercherei in tutti modi di salvare i miei fratelli.

– Grazie. – risposi, grata delle sue parole.

Improvvisamente non ero più arrabbiata e sembrava che anche lui fosse finalmente più sereno. Avrei voluto riuscire a mantenere il punto, ma il potere di quei suoi occhi profondi e magnetici non mi diede altra scelta che lasciar scivolare via ogni traccia di rancore. Mi sentii una stupida, era impensabile che un paio d'occhi potessero risolvere tutto. Mi stupii a notare che la maggior parte del tempo che passavo insieme a Carter mi sentivo sciocca e bellissima contemporaneamente.

Continuò a camminare al mio fianco per tutta la notte, faceva battute alle quali non potevo fare a meno di ridere e di tanto in tanto le nostre mani si sfiorarono, scatenandomi brividi che scorrevano fino alla punta delle dita dei piedi.

Era quasi l'alba e il cielo era sempre più chiaro quando sentii un rumore familiare. Terribilmente familiare.

Sembrava una sorta di... ronzio.

– Su! – urlò Liam, indicando il cielo dietro di noi.

Mi voltai velocemente e puntai lo sguardo su qualcosa in lontananza che si avvicinava rapidamente.

Era un elicottero. Come quelli che avevano attaccato il villaggio  "3".

Mi guardai intorno in cerca di un riparo, ma non c'era assolutamente nulla. Solo terreno sabbioso fin dove poteva arrivare l'occhio.

– A terra! – urlò Carter, con la speranza che in quel modo i Correttori non si sarebbero accorti di noi.

Ci tuffammo sul dorso ma quando l'elicottero fu sopra di noi, gli uomini di Beehive aprirono il fuoco.

Violenti sbuffi di sabbia si alzarono in aria creando delle nubi di polvere rossa.

– Muovetevi! Forza, forza, forza! – gridò Samshara.

Un bersaglio in movimento è più difficile da colpire.

Mi alzai in piedi e cominciai a correre a zigzag. Vedevo Carter e Samshara davanti a me, mi voltai e trovai Liam ma non Lili.

Mi bloccai di colpo, cercandomi intorno.

– Lili! – urlai.

– Corri! – mi incentivò Carter, tornando indietro per trascinarmi via con lui.

– Lili! – iniziai a correre nella parte opposta.

Volevo ripercorrere i miei passi per trovarla, ma in quella nuvola di polvere non riuscivo a vedere nulla.

NECTARDove le storie prendono vita. Scoprilo ora