Note finali

85 5 1
                                    

Voglio ringraziare tutti coloro che hanno letto e apprezzato questa storia per la sua crudezza e drammaticità, perché - e ci terrei a precisarlo - le vicende da me narrate in Cuore di ferro non sono altro che la rivisitazione "romanzata" di alcune delle nefandezze che accadevano all'epoca in posti del genere.

E qui voglio dirlo pubblicamente, non voglio vergognarmene: io avevo paura di tutto questo, sì, avevo paura delle atrocità che l'essere umano è in grado di compiere. Poi ho dovuto aprire gli occhi, ho dovuto smettere di fuggire, ho conosciuto personalmente un uomo sopravvissuto al periodo più buio della storia e ho deciso di scrivere una storia del genere. Perché? Perché ignorare la realtà dei fatti non serve a niente, perché dimenticare il male non lo cancella, perché voltare la testa è solo un'offesa a chi la testa non l'ha voltata! E lo ammetto, desideravo che molte persone capissero cosa significasse davvero soffrire certe pene in un contesto simile, perché avevo letto troppe storie inesatte sul tema e non riuscivo più a sopportare l'idea che molte persone (semi-cit.) desiderassero vivere una storia d'amore in tempo di guerra, magari anche in un campo di concentramento, con un'SS così bella e buona.

Dunque, odiatemi pure, non m'importa.

Chi conosce realmente la storia sa da dove vengono i miei riferimenti: Ilse Koch, l'edificio speciale, le vitamine, le torture psico-fisiche e gli esperimenti del blocco quarantasei.

Per quanto riguarda Lawrence Anderson, invece, vorrei aprire e chiudere una (grande) parentesi: lui è un vampiro, proviene da una saga sovrannaturale scritta anni fa dalla sottoscritta. Nel periodo trascorso a Buchenwald era fuori di testa, letteralmente pazzo, e quando Till Zeigler lo sostiene non sbaglia. Non si è mai arruolato nelle schiere naziste, anzi, e a testimonianza di ciò c'è ben più di un suo discorso - la noncuranza della filastrocca inglese, per dirne una, o il discorso sugli esseri umani che fa a Till nel blocco quarantasei.

Come si spiega la sua presenza a Buchenwald?

In pratica ha cercato la morte in giro per l'Europa e si è semplicemente infiltrato nel campo con la divisa di un'SS uccisa da lui stesso. Una volta lì, dedito alla manipolazione mentale come tutti i vampiri che si rispettino (?), ha potuto fare di tutto e di più - eccetto bere il sangue delle donne, perché è misogino e la sola idea lo inorridisce.

Il motivo per cui nessuno batte ciglio sul suo nome inglese è questo, il motivo per il quale può fare ciò che vuole è ancora questo, il motivo per cui lo si vede solo di notte è di nuovo questo e il motivo che ha spinto Till Zeigler a sognare il suo passato è un'ennesima volta questo - perché sì, Lawrence era curioso di scoprire i suoi punti deboli e sondava la sua mente durante il sonno.

Altra info è al riguardo del Bugiardo detto da Lawrence alla fine del sesto capitolo, perché è stato lui a uccidere la sorella di Teresia prima che Till potesse in qualche modo riagganciarsi alla sua umanità latente. Infine ci terrei a precisare - per chi ancora non lo avesse capito - che a dire Tanto sangue per nulla nel prologo è proprio lui.

Il motivo? Avrebbe voluto uccidere Till Zeigler, ma questi ha preferito la Luger come corda. Ergo, per spiegare dettagliatamente il cruccio di non ricordo chi, non è una frase da SS e non è una frase dedicata ai prigionieri, bensì una frase di puro cinismo che, tra le tante, fa appello alla figura sovrannaturale di un vampiro impazzito.

Cuore di ferroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora