Da quand'era arrivato a Buchenwald, Till zeigler non aveva fatto nulla – o perlomeno nulla che potesse essere davvero considerato qualcosa. Dopo il giro di routine nel campo, Lawrence si era premurato di spiegargli da vicino i diversi ambienti ricreativi. Ma era pur vero che di quelli gl'interessasse ben poco, perché ciò che davvero premeva alla sua indole era rendersi artefice di azioni plateali, azioni classificabili come giuste. E l'unico che sembrava essersi reso conto di questo, alla fine, era ancora una volta Lawrence Anderson. Perché sì: lui aveva soppesato il particolare carattere del nuovo arrivo – così megalomane, così narcisista – e aveva deciso di fargli una sorpresa. Dopo il regalo per la cagna di Buchenwald, Till Zeigler era diventato il suo pensiero fisso. Gli era bastata qualche ora per comprenderlo nel minimo dettaglio: sapeva cosa avrebbe potuto interessarlo e cosa, invece, non lo avrebbe minimamente sfiorato.
«Stiamo andando ancora lì?» Till ruppe il silenzio. Lo sguardo contrito, irritato, come il cipiglio che gl'increspava le labbra. «Dovete finire un altro tatuaggio, forse?» Chiese ironico. Non aveva intenzione di seguirlo fino al Sonderbau, cosa che Lawrence percepì all'istante e fino a sbuffare.
«No, nessun tatuaggio» disse semplicemente, avanzando verso l'edificio speciale con aria assorta. Annoiato, forse perfino frustrato, non si curò di essere o meno seguito da Till Zeigler – oh, lui sapeva che sarebbe rimasto al suo fianco fino a nuovo ordine!
«E allora cosa?» Non riusciva davvero a credere che l'idea di ronda di Lawrence Anderson fosse quella di stanziarsi lì tutte le notti a non fare nulla di produttivo. No, non poteva proprio capacitarsene, perché dopotutto aveva visto concludere il famigerato lavoro per la cagna di Buchenwald – al quale non aveva partecipato in nessun modo, malgrado ciò che era stato riferito al Comandante Koch – e stentava a credere che ci fosse granché da fare in un bordello – oltre sfogare le proprie pulsazioni sessuali, ovviamente.
«Sono certo che prima o poi lo capireste da solo se la smetteste di fare tante domande» soffiò. E parve quasi echeggiare le parole della sera prima.
Till Zeigler aggrottò le sopracciglia con fare seccato. Tuttavia continuò a seguirlo, a studiare l'ambiente, a pensare e perfino a crucciarsi – senza motivo, perlomeno a detta di Lawrence. La verità era che questi aveva iniziato a provare una sorta di antipatia nei suoi confronti: lo considerava uno scansafatiche – e chiunque avrebbe confermato la sua tesi dopo una prima occhiata. «Dite sempre di essere annoiato a causa delle mie domande, Anderson, ma continuate a non dare risposte affinché io possa starmene in silenzio» schioccò acidamente.
«Capita che a volte la risposte arrivino con un po' di ritardo, sapete?» Replicò l'interpellato, non mancando di condire le proprie parole con un sarcasmo velato di tenerezza. Allora sollevò le spalle iniziando a canticchiare qualcosa tra sé e sé.
Till Schioccò la lingua in un moto di fastidio, percependo delle note fuori programma. Era inglese, dannatamente e maledettamente inglese. Non aveva mai sentito una melodia simile all'interno del Reich e non poteva sbagliarsi. Chiese: «Cosa state cantando?»
«Who killed Cock Robin?»
«Siete davvero uno straniero» constatò con sdegno Till. La mano posata sulla fondina e lo sguardo gelido.
«Se preferite posso cantarla anche in tedesco...» Ghignò. E non attese una conferma, cominciò semplicemente a declamare la filastrocca: «Chi ha ucciso il pettirosso? Io, ha detto il passero, con il mio arco ed una freccia, io ho ucciso il pettirosso...» Si voltò a guardare Till Zeigler e lo fulminò con un guizzo di sadismo. I denti bianchi, splendenti, stranamente aguzzi. Sembrava una creatura ultraterrena, demoniaca. «Chi lo ha visto morire? Io, ha detto la mosca, con i miei piccoli occhi, io l'ho visto morire.» Lawrence indicò la fondina di Till e questi, chissà come, allontanò la mano dalla Luger. «Chi ha preso il suo sangue? Io, ha detto il pesce, con un mio piccolo piatto, io ho preso il suo sangue.»

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Cuore di ferro
Ficção HistóricaTill Zeigler, varcata la soglia di Buchenwald nel 1940 come SS da campo, potrebbe benissimo essere considerato un esempio di pura razza. Ed è proprio quello in cui ha sempre creduto per tutto il corso della sua esistenza, ambendo sin da ragazzo a un...