senza di te, mai più

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No.
Razionalmente, non sapeva cosa stesse facendo: sapeva solo che un mondo senza Sirius non aveva alcun senso.
Era già stata in un mondo senza di lui, ma era stato diverso: se in quel momento il mondo avesse perso Sirius Black in quel modo, nulla avrebbe mai più avuto il minimo senso. Era già successo, ma se il lampo verde avesse raggiunto il petto di Sirius, sarebbe stato anche peggio dell'ultima volta.
No.
Non di nuovo.

Non era, si disse, decisamente quello il modo in cui l'uomo che amava sarebbe morto. Sirius meritava di morire anziano, così anziano da non ricordare più nemmeno quanti anni avesse, meritava di morire circondato da amore in un momento che doveva essere solo suo.
Non così.
Se qualcuno doveva morire in quel giorno e in quel modo, si disse, doveva essere lei. Non Sirius, lei.
Mentre era sospesa a mezz'aria, più che decisa a interporsi tra il marito e l'incantesimo fatale, si rese conto che qualcuno era stato più veloce di lei: qualcuno che amava da molto tempo, che amava in modo diverso rispetto a come amasse Sirius, qualcuno che aveva condiviso con lei ogni cosa fin dall'inizio e che le aveva letto nel pensiero.
Rose.
Sirius era steso a terra, immobile, ma Rose, Rose era sopra di lui,e prima che tutti i suoi boccoli toccassero terra, Martha vide l'Anatema centrarla in pieno, per poi sentire Robert gridare di dolore come se fosse stato colpito lui.
Guardando gli occhi di sua sorella spegnersi, sentì una rabbia montarle nel petto, una rabbia nuova, matura, terribile e che faceva male.
Niente le era mai bruciato nel petto così tanto come il vedere due corpi immobili dell'uomo della sua vita e di sua sorella. E non ebbe il tempo di pensare.
"Crucio!" fu la prima cosa che fece. Ma guardare Bellatrix contorcersi sotto a quella rabbia nuova non la soddisfò. "Tu, lurida puttana! Crucio!" ripeté, verso la riccia Mangiamorte piegata a terra, mentre i ricordi di lei e sua sorella le scorrevano nella mente, inevitabilmente.
Sentiva le urla di Harry, trattenuto a forza dalle braccia di Robert e poi sentì la voce del suo primogenito urlò un incantesimo di Disarmo verso di lei. Quando si girò per guardarlo vide puro dolore sul volto del ragazzo lui sussurrò "Mamma ... no, basta". Si perse nell'espressione di Robert, nel tentativo di decifrarla, e Harry approfittò della momentanea debolezza del fratello per liberarsi dalla sua presa e correre via.
Sirius non vorrebbe che la ammazzassi. Sirius non mi permetterebbe di ammazzarla.
Martha si guardò attorno. "Dove è lei?" ringhiò. "Dove è finita lei?"
"È scappata." Sussurrò Robert, passandosi una mano nei capelli.
Sirius. Non voleva pensare che fosse morto anche lui.
Sentiva la ragione abbandonarla al pensiero che entrambi fossero morti: non poteva permettersi di perderli.
No.
Sirius.

Rose.
Cinica, stronza, puntigliosa, ma con un cuore d'oro. Rose. Tutto ciò che rimaneva della loro famiglia, dei Redfort, quelli che non mollano mai. Rose, la bambina dai boccoli rossicci che era bravissima in tutto. Rose, la più bella della scuola, Rose, mamma e matrigna, Rose, compagna, Rose, sorella, Rose, che si era innamorata di nuovo dopo mille paure, Rose e gli occhi pieni d'amore per quella bambina dai riccioli biondi.
Rose.
Sirius.
Sirius, quel bastardo cane puzzone insolente che l'amava come nessuno mai aveva amato un essere umano. Sirius, il padre dei suoi figli, Sirius, l'uomo con cui sentiva di dover passare il resto della vita. Sirius e i dieci anni lontani, Sirius e ogni momento insieme, Sirius e la complicità quasi fraterna con Robert, Sirius e il primo abbraccio con Kayla, Sirius e gli occhi pieni di lacrime quando prese Anya in braccio per la prima volta. Sirius che vedeva così tanto James in Harry da esserne accecato, Sirius e le mille litigate, Sirius e ogni bacio, dal primo all'ultimo, Sirius e quell'amore immenso che nessuno avrebbe mai capito.
No.
Non loro, non adesso, no.

Sentì delle lacrime salate, piene di ira rigarle il volto ma non le importava, lasciò che i singhiozzi le rubassero il respiro e stava per correre nel buio che aveva inghiottito Harry, quando sentì due forti braccia bloccarla da dietro.
Si concesse un solo secondo di sollievo, quando si rese conto che quelle, quelle erano le braccia di Sirius.
"No!" strillò. "No, Sirius, lasciami!" gli ordinò.
"Oh, Martha, vorrei davvero che tu la seguissi e la ammazzassi, ma non sarebbe corretto."
"Ma Harry! Harry è con lei! Harry! Harry!" strillò di nuovo l'ultima Redfort, rendendosi conto che l'assassina di suo padre e sua sorella era sparita nel nulla con suo figlio.
Sirius la sollevò leggermente da terra, con estrema facilità, mentre lei tirava calci al vento come una bambina capricciosa.
"Silente è con lui. Ricorda, Martha, lo hai detto qualche settimana fa: finché c'è Silente, Harry è al sicuro."
Ma ciò che Martha aveva nel petto non era un capriccio: era dolore puro, era una voragine, era un buco nero, era la cosa peggiore che avesse mai sentito. Bruciava perché era un vuoto freddo, perché Rose era calore, perché Rose era molte cose bellissime, perché erano cresciute tenendosi per mano e non era concepibile che una delle due dovesse morire per prima.
Sirius la strinse a sé, e lei sentì anche il suo respiro spezzarsi.
"Sei vivo." Sussurrò, nel pianto.
"Sono vivo." Rispose, stringendola più forte che riuscì. Buttò uno sguardo a Robert, trovando sollievo anche nei suoi occhi grigi, seppur misto a dolore per aver perso sua zia. Il pianto di Martha, in quel momento, tornò ad essere dominato dalla rabbia. Rabbia pura, vera, tagliente.
"Come fai?" gli strillò contro senza preoccuparsi di controllare il tono della voce, sciogliendo l'abbraccio per piegarsi a terra. "Come fai a ... vivere ... ogni giorno ... con questo vuoto nel petto?!"
Robert, che stringeva Hermione come se ne andasse della sua stessa vita, rimase stupito dal comportamento della madre. Sembrava che stesse attaccando Sirius, a primo impatto, quando era chiaro che la sola persona con cui ce l'avesse era sé stessa. Era alquanto complicato, ma Robert la capiva e, in qualche modo, sentiva la sua stessa voragine nel petto.
"Martha, respira." Le disse il marito, mentre lei si portava una mano sul petto.
"Ho saltato ... Ho saltato anche io, Sirius!" strillò, di nuovo, china a terra mentre dava le spalle a Rose, perché non aveva il coraggio di guardare ciò che aveva dietro. "Ho saltato ... anche io! Dovevo morire io!! Io, non lei! Io!"
Sirius scosse la testa, chinandosi per trovarsi alla stessa altezza della moglie, senza vergognarsi delle lacrime salate che rigavano il suo volto segnato dal tempo. "Non dirlo mai."
"Io ho saltato per ... per i ragazzi ... s-senza di me si, ma senza di te ... senza di te mai più ..."
"Lo so." Le disse lui, mentre Martha si accoccolava sulla sua spalla.
"Ho saltato perché ... non voglio più stare in un mondo in cui tu non ci s-sei ..." Martha cacciò un urlo carico di dolore, ma non riuscì ad alleggerire il peso che sentiva sullo stomaco. "Ho saltato p-perché ... i ragazzi sono g-grandi abbastanza per spiegare tutto ad Anya ... perche mi f-fido di loro ..."
"Lo so, amore mio, lo so."
"Ma lei ... lei deve sempre essere quella p-più veloce ... p-più bella, più intelligente, p-più agile ..." cacciò un altro urlo. Più forte.
Quando erano morti James e Lily era diverso, erano più giovani, meno consapevoli, e non avevano idea di cosa sarebbe accaduto dopo. Ora lo sapeva, cosa sarebbe successo – sapeva che sarebbe ricominciato tutto daccapo, probabilmente sarebbe scoppiata una Seconda Guerra Magica, e chissà, magari Voldemort questa volta avrebbe vinto; ma che importava, senza Rosalie?
Allontanò il viso dalla spalla del marito per guardarlo negli occhi. "Come fai a v-vivere con questa cosa nel petto? C-come si vive dopo che tua sorella muore?"
Sirius non rispose a parole. Lasciò che anche il suo pianto scoppiasse, ma lo rese più silenzioso, lasciando che lo logorasse dentro. Quindi, scosse la testa, prese il viso della moglie tra le mani e le baciò la testa più volte, come se volesse fermarne tutti i pensieri.
"Martha, amore mio, mi dispiace, mi dispiace ... tantissimo." Le disse, con la voce spezzata.
"Dovevo essere io, Sirius, dovevo ..."
"Non dirlo."
"Dovevo essere io per una volta quella più veloce ..."
Sirius scostò i capelli di Martha dal suo viso. "Senza Rose sarà dura, ma senza di te, piccola, sarebbe stato insopportabile."
"Sarà insopportabile senza di lei, Sirius, lei è ..."
"Martha, amore mio, Martha, guardami."
Martha alzò gli occhi, più verdi che mai durante il pianto, e si trovò negli occhi pieni di lacrime dell'uomo per cui sua sorella si era sacrificata.
"Martha, ti devi girare. La devi guardare, la devi vedere."
Martha scosse la testa ripetutamente.
"So che è difficile, ma non l'accetterai fino al momento in cui non l'avrai vista."
"Non voglio vederla, Sirius, non voglio ... dovevo essere io ... per una volta, cazzo, una sola volta, dovevo essere io!"
"Martha, ti prego, guardala."
Martha scosse la testa, lasciando di nuovo che i singhiozzi le spezzassero il respiro. Tirò dei pugni ai gradini di marmo scuro su cui era seduta, fino a farsi sanguinare le nocche, ma quasi non lo notò. Stava per lasciarsi cadere all'indietro, quando Sirius la afferrò e le baciò i capelli.
"Fallo per me. Sarà doppiamente difficile se non lo farai."
"Più difficile di così?" domandò lei, mostrando una voce acuta e impaurita.
"Molto più difficile di così."
Martha scosse la testa di nuovo.
"Martha, ti fidi di me?"
"Sì." Rispose, sicura.
"Allora girati. Fallo per me."
Martha strillò di nuovo dopo quella frase, portandosi una mano tremante e piena di sangue sul viso.
Robert sentì dei brividi lungo la schiena quando sua madre si girò per vedere la macabra e romantica immagine che aveva alle sue spalle.
Sirius la trattenne stretta a sé, tutto il tempo, come per paura che si lasciasse cadere.
Martha era china sul copro della sorella, sul suo viso angelico ancora perfetto dopo la caduta, gli occhi chiusi come se fosse addormentata. Remus era chino accanto a lei, seduto in ginocchio, chiuso in un pianto silenzioso, e passava una mano tremante sui capelli di Rose, mentre Tonks teneva una mano sulla sua spalla.
Lentamente, Remus voltò la testa verso Martha: loro due erano le persone che Rose aveva amato più di tutti.

Ti amo più di ieri e meno di domaniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora