mollato la presa

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Kayla si ritrovò in una Sala Grande completamente diversa dal solito: non era divisa in quattro tavoli, ma in due categorie diverse di maghi e streghe.
Quelli vivi e quelli morti.
Quelli morti erano stesi a terra, coperti da lenzuola bianche, o da qualsiasi cosa potesse dare loro la dignità necessaria. Accanto a loro, i maghi vivi piangevano, urlavano, e strillavano. Non era da escludersi, però, che gli stessi maghi e streghe, emettessero anche grida di gioia vedendo che qualcuno era vivo, che ce l'aveva fatta.
Che, alla fine, non era tutto perduto.
Che avevano vinto.
Avevano vinto, Harry aveva vinto, era tutto finito, eppure lei vagava per la Sala Grande senza sapere a quale delle due grandi categorie appartenesse. Aveva un dolore atroce su tutta la parte destra del corpo, quasi sicuramente una costola rotta e una caviglia slogata. Considerando poi lo strano calore che sentiva sulla faccia, probabilmente aveva addosso del sangue. Suo o di qualcun altro, poco importava. A giudicare anche dal freddo che sentiva sul braccio sinistro, probabilmente la camicia si era strappata.
Non sentiva nulla di ciò che accadeva attorno a lei: le sembrava di essere in una bolla, una bolla che non faceva che ripeterle che aveva lasciato la mano di Fred.
Come aveva potuto essere tanto sciocca da lasciarlo andare?
L'aveva lasciata perché era stata Schiantata, ma non abbastanza forte da perdere i sensi. Quindi si era alzata, e aveva continuato a duellare. Era convinta che, dopo aver messo fuori gioco anche quei Mangiamorte, lo avrebbe ritrovato lì. Accanto a lei. Perché era quello il posto che gli spettava, no? Accanto a lei, sempre.
Invece, non c'era.
Al suo posto, fumo. Fumo e macerie.
E, dopo qualche secondo, Greyback.
Così si era dovuta allontanare, mettere insieme le idee in modo veloce e freddo, Evocare una corda ed appenderlo per i piedi, Disarmarlo, Pietrificarlo.
E via, avanti il prossimo.
Non voleva uccidere nessuno, non ne avrebbe avuto la forza.
Voleva solo ritrovare Fred.
Perché aveva mollato la mano di Fred?
E poi aveva visto Draco.
Fermo, immobile, pallido.
Anche lui era in una via di mezzo tra i vivi e i morti. Era a metri di distanza da lei, così lontano che i suoi occhi sembravano non esistere, e non era del tutto sicuro che lui fosse vero, da tanto era pallido e stanco.
Però lo aveva sentito, lo aveva sentito forte e chiaro.
Aveva detto "mi dispiace".
Lei avrebbe voluto chiedere per cosa. Non aveva senso che si scusasse per il castello che cadeva in pezzi attorno a loro o per le minacce di Voldemort, perché era più che chiaro che non potessero essere colpa sua.
Perché dire una cosa del genere?
Aveva detto solo quelle due parole, e poi era stato colpito alle spalle da una luce bianca, ed era caduto a terra, provocando un tonfo sordo. Lei aveva corso, con la bacchetta puntata, per contrattaccare al posto suo, ma dietro di lui non c'era già più nessuno.
Così, dimenticandosi che lui fosse dietro di lei, steso a terra di faccia, aveva continuato a correre, con in testa solo il momento in cui aveva lasciato la mano di Fred.
E Draco aveva detto che era dispiaciuto.
Poi Voldemort aveva detto che Harry era morto, e lui era lì, morto, in braccio ad Hagrid. E Martha aveva urlato e si era inginocchiata a terra, come se la stessero Cruciando, ma nessuno aveva la bacchetta puntata contro di lei.
Lei aveva lasciato la mano di Fred.
Sirius aveva aiutato Martha ad alzarsi, ma stava piangendo anche lui e Robert perdeva moltissimo sangue da una gamba. Lei cercava Fred tra la folla, scavalcando i suoi stessi genitori, ma Fred non c'era. C'era George, che le chiedeva dove fosse Fred, c'era Luna che le chiedeva se stesse bene, e c'erano Bill e Percy che le dicevano di fermarsi, ma lei voleva solo ritrovare Fred e dirgli che Harry era morto, che era tutto finito, che dovevano andare a casa e farsi un bagno caldo.
Ma come aveva potuto lasciare la mano di Fred?
Poi, però, Harry non era morto, e Neville aveva ucciso il serpente di Voldemort. E mentre lei non smetteva di cercare Fred, Harry aveva ucciso Voldemort, e Hermione aveva medicato Robert. Doveva trovare Fred per dirgli che Harry non era morto ma vivo, che avevano vinto, che dovevano andare alla Tana a festeggiare.
Non avrebbe dovuto lasciare la mano di Fred.
Sarebbe stato meglio trascinarlo con sé, ma non lasciare la presa.
E ora lei vagava per la Sala Grande cercando solamente qualcuno che le dicesse che Fred la stava cercando, e che stavano tutti bene. La cosa paradossale era che le sembrava che, se si fosse voltata, lo avrebbe trovato lì, pronto a sorriderle, a baciarle la fronte e a metterle il braccio attorno alle spalle per accompagnarla ad affrontare le conseguenze di tutto quello che era successo.
E invece lei gli aveva lasciato la mano.
Non seppe come, ma lasciò la Sala Grande: la gente non faceva che fissarla. Probabilmente provava anche a dirle qualcosa, ma lei sentiva solo un indistinto brusio. Si ritrovò tra i corridoi, o tra quel che ne rimaneva. Camminava strisciando i piedi, mentre nell'orecchio un fischio ininterrotto sembrava volerle dire qualcosa che lei, forse non era pronta a sentire.
«Ci vediamo a casa»
«Dimmi che mi ami»
«E perché adesso?»
«Perché magari non ci torno intera, a casa»
«Prova a farti un solo graffio, Kayla Lily Black, e giuro che ti tengo il broncio per un mese»

Kayla si lasciò scivolare contro un muro per riuscire a sedersi a terra.
«Dimmi che mi ami»
«Ti amo da impazzire»

Si passò una mano sul viso e chiuse gli occhi.
Da impazzire.
Scosse la testa, rendendosi conto di come Fred potesse avere sempre le parole giuste, anche in anticipo, anche in un momento come quello.
Da impazzire.
Si rese conto che, tenendo gli occhi chiusi, era più semplice figurarsi il viso del rosso. Dai primi momenti, quando lei non sapeva neppure camminare, fino al momento in cui era stata così incosciente da lasciargli la mano.
«Kayla Lily Black, che ne diresti di venire al Balla del Ceppo con me?»
Posò la testa contro il muro.
Aveva detto di no.
Aveva detto 'è troppo complicato, Fred'.
Ed era stato in quel momento che si era resa conto di essere sempre stata innamorata di lui: nel momento in cui vide i suoi occhi farsi sorprendentemente tristi e il suo petto gonfiarsi per non produrre altro che un lungo sospiro, dicendo che sapeva che prima o poi lo avrebbe detto.
«Ti amo da impazzire»
Le cose non erano mai state semplici. Mai. Erano figli di quattro guerrieri che avevano creduto in moltissime cose, di cui l'amore, in ogni sua forma, era la prima.
Kayla, poi, era nata nel momento meno adatto in cui si potesse nascere: nel primo dopoguerra, con un padre in carcere e una madre sola, che piangeva ogni sera. Era ovvio che anche lei, una volta cresciuta, non avrebbe scelto un amore facile.
Se Martha era riuscita a salvare Sirius, lei sarebbe riuscita ad avere un amore altrettanto potente.
«Buonasera signorina Black. Come posso esserle utile?»
«Mi chiedevo se le andasse di ballare con me, signor Weasley.»

Avrebbe voluto scegliere lui, per quel dannato Ballo. Avrebbe voluto scegliere lui per ogni momento della loro vita. Aprì gli occhi di colpo rendendosi conto che forse non le sarebbe stato più permesso di scegliere Fred ogni mattina, appena sveglio.
Spalancando gli occhi, trovò davanti a sé la figura rassicurante del suo padrino.
Remus disse qualcosa, muovendo appena le labbra. Lei era sicura che fossero parole meravigliose e colme d'affetto, era sicura che stesse dicendo che Fred la stava cercando ovunque. Ma non sentì niente, se non quel fischio fastidioso.
Fece segno a Remus che non sentiva, e lui sembrò allarmarsi. Allora le tese la mano, per aiutarla ad alzarsi.
Ho lasciato la mano di Fred.

Ti amo più di ieri e meno di domaniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora