-C'è bisogno di chiedermelo?- mi risponde caustico con un'altra domanda, sottovoce, quasi sussurrando le parole al mio orecchio destro. Mi stringe le mani e dolcemente mi regala un bacio sulla guancia -Chiudo la macchina e saliamo-
-Certo- gli rispondo, ancora un po' stranita da ciò che ho appena fatto.Quando Brian si stacca da me per spegnere lo stereo e recuperare le chiavi della sua Jaguar, sospiro e chiudo gli occhi -Lilibeth è questo che vuoi, lo sai, e anche lui vuole te- mi ripeto, alzando istintivamente lo sguardo verso la finestra della mia camera, al quinto piano dell'alto monolite grigio -Goditi questo momento di felicità e non pensare a ciò che sarà domani-
-Maggy e Bess sono in casa a quest'ora?- la domanda di Brian mi fa leggermente trasalire. Ha chiuso la macchina, sistemato le chiavi nella tasca del giubbino e si è riavvicinato a me ma io, persa nei miei pensieri, non m'ero nemmeno accorta.
-No, no, torneranno direttamente stasera a ora tarda. Il venerdì in genere finiscono di lavorare ed escono direttamente con le loro amiche-
-Beh, meglio così- replica lui, circondando la mia vita col suo braccio destro -Non infastidiremo nessuno allora, se faremo un po' di rumore-Lo guardo e sorrido maliziosa a questa sua affermazione altrettanto maliziosa -No, tranquillo- rispondo -Non infastidiremo nessuno-
Insieme attraversiamo la strada a passo svelto e varchiamo la soglia del portone del mio grigio e bigio palazzo che ora, chissà come mai, mi sembra più colorato di un arcobaleno. Saliamo i tre gradini dell'ingresso, io accendo la luce dell'atrio e mi reco verso l'ascensore per prenotarla.
-No, ma proprio adesso!- esclamo seccata.
-Cosa c'è?- mi domanda Brian guardandosi intorno.
-L'ascensore è sull'attico, ci metterà un po' per scendere...- mi lamento, fissando la lucina gialla della pulsantiera lampeggiare sul tasto A, A come attico, A come aspetta un'eternità.
-E allora saliamo a piedi-
-A piedi? Al quinto piano, a piedi?- gli chiedo sconcertata, ma lui ha già afferrato la mia mano e trascinata verso la prima rampa di scale.
-Si, pigrona, a piedi. Un po' di moto non ha mai fatto male a nessuno-E come due matti cominciamo a salire le scale di corsa, ridendo come due bambini che stanno scappando dopo aver fatto una marachella. Io la mia marachella sto per farla, eppure mi sento così felice, leggera. Si, leggera, non come quella sera di un mese e mezzo fa, nella Porsche rossa che dallo Sugar Shack condusse me e Brian all'Arabellahause, quando i sensi di colpa, la vergogna e la confusione dominavano in me, no. Ora mi sento libera, libera di vivere questo amore, seppur sbagliato che sia, godendo appieno di tutti i momenti belli che mi regalerà.
-Brian non correre ti prego, non riesco a starti dietro!- lo supplico, il peso del mio zainetto, e soprattutto quello del libro-mattone dell'esame appena superato, che si fa sentire sempre di più mentre cerco di stare al passo della corsa forsennata per le scale del mio chitarrista.
-Ma dai che sto andando pianissimo- mi canzona lui, continuando a tirare la mia mano destra per consentirmi di procedere con la sua stessa andatura.
-Tu hai le gambe lunghe, perciò dici così- mi lamento, le mie gambe che a fatica salgono i gradini della rampa di scale ancora del secondo piano -E... e sei anche più leggero di me, scommetto che pesi meno di me quindi sei più avvantaggiato e...-
-Va bene, va bene signorina Danes- m'interrompe lui, spingendomi dolcemente tra le sue braccia -Allora se è già stanca facciamo un pit-stop di metà percorso con... con annesso rifornimento- e detto questo mi accascia con delicatezza su una delle porte del pianerottolo e mi blocca stringendomi a sé.
-Che significa annesso rifornimento?- gli domando ridendo.
-Significa che adesso voglio un assaggio di quello che faremo non appena raggiunto il traguardo- mi sussurra e le sue mani scendono sensuali sui miei fianchi, s'insinuano veloci e maliziose sotto il cappotto, poi sotto la mia gonna di lanetta leggera e raggiungono il bordo merlettato delle mie autoreggenti -Perché così sexy per andare a fare un esame?- mi chiede, ma non mi concede il tempo per rispondergli, le sue labbra stanno già baciando intensamente il mio collo e io chiudo gli occhi per il febbrile piacere che mi sta regalando. La luce delle scale si spegne e nonostante io abbia ancora gli occhi chiusi avverto l'assenza di luminosità attorno a me. Questo mi fa rammentare dove sono, con chi sono e, soprattutto, cosa stiamo facendo, quindi prorompo con un improvviso: - Ma, ma se ci sentono? Questa è la porta della signora Barnes, la più bigotta del palazzo, nonché la più pettegola-
-E tu lasciala parlare, che t'importa?- replica semplicemente lui, continuando a baciare il mio collo, una calma e un'inflessibilità in questa risposta da far invidia al più intransigente degli stoici.
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Allo Sugar Shack (A Brian May Fanfction)
FanfictionMany girls that night at the Sugar Shack But you chose me (Chili Lily - At The Sugar Shack)