Driin...Driin
-Eccomi, eccomi, un momento! Ma chi è che mi cerca con tanta insistenza- blatero accendendo la luce. Mi avvicinano al telefono e dopo aver alzato la cornetta scopro finalmente chi è che mi desidera -Ah Bess, sei tu!- esclamo seccata -Ma cosa vuoi che hai fatto squillare il telefono per quasi mezz'ora-
-Ma quale mezz'ora Lilibeth!- replica lei, altrettanto seccata -Sei tu che ci hai messo un'eternità a rispondere. Comunque ti chiamavo per chiederti se puoi controllare se le mie chiavi sono al solito posto nella... nel cassetto della consolle all'ingresso. Non le trovo e spero siano a casa, altrimenti vuol dire che le ho perse-
-Aspetta, aspetta che controllo-Poggio la cornetta sulla mensola dov'è sistemato il telefono e corro all'ingresso a controllare. Zigzago tra gli abiti miei e quelli di Brian, ancora alla rinfusa sul pavimento, e raggiungo la consolle su cui ancora giace il mio zainetto semiaperto. Apro il cassetto e, dopo aver frugato tra pezzi di carta, accendini e cianfrusaglie varie, per la fortuna della mia sbadata amica trovo le sue chiavi. Richiudo il cassetto e scappo in cucina a darle la bella notizia: -Tutto apposto Bess, le tue chiavi sono qui-
-Oh, grazie Lilibeth, mi hai tolto un peso- sospira sollevata -Ma, ma a proposito: come mai ci hai messo tanto a rispondere?-
-Io.. io... ecco... io ci ho messo tanto perché... perché...- balbetto, incapace di mentirle, infondo mi conosce bene la mia coinquilina.
-Andiamo Lilibeth, non vergognarti, dimmi la verità, sei con qualcuno?-
-Io, con qualcuno? Io... con qualcuno?- tentenno, per poi concludere con un deciso: -Si, sono con qualcuno-
-Ah, che gioia, stai festeggiando la fine degli esami? Bravissima, lo vedi che lasciarsi andare ogni tanto fa bene, quante volte te l'abbiamo detto io e Maggy che...-
-Bess, sono con Brian, Brian May, hai... hai presente? Il chitarrista dei Queen? Quello dello Sugar Shack? Ecco, quello lì-Dall'altro capo del telefono per alcuni secondi non odo provenire alcun suono.
-Bess? Bess? Sei ancora viva?- le chiedo, forse non ha retto allo shock della notizia che le ho appena dato.
-S.. si.. cioè.. io, si... penso di esserci ancora- stavolta è lei a balbettare -Cioè, Brian May, il chitarrista dei Queen a casa nostra? Quel Brian May? Proprio quello lì? Con i riccioli?-
-Si è venuto con tutti i riccioli, non è che poteva lasciarli a casa, sai com'è...- replico con falsa modestia, ma m'interrompo quando dall'altra parte della cornetta sento qualcuno chiamare Bess con un tono di voce alquanto elevato. Lei gli risponde qualcosa, non riesco però a capire bene cosa, e poi si rivolge di nuovo a me -Lilibeth, mi, mi spieghi tutto bene stasera quando torno a casa- taglia corto, evidentemente staranno per chiudere il negozio e deve attaccare -Divertiti con Brian e... cavolo, quanto t'invidio- mi confessa e io non posso che essere orgogliosa di me stessa.-Va bene, a stasera allora e divertiti anche tu. Ciao Bess-
-Ciao Lilibeth, a dopo-Tu,tu,tu...
Prima ancora di darmi il tempo di attaccare la mia coinquilina l'ha già fatto. Riaggancio anch'io e sospiro, accasciandomi al settimino della cucina -Chissà se ho fatto bene a dirle con chi sono- penso, un po' pentita per averle detto la verità solo per soddisfare la mia presunzione -Ma tanto, le avrei comunque detto tutto, figuriamoci- concludo, forse soltanto per mettermi in pace con il mio grillo parlante. Prima di tornare in camera mia afferro la matita che è accanto ai post-it, sulla stessa mensola dove c'è il telefono, avvolgo i capelli con le mani alla bell'e meglio e ve la infilo a mò di fermacapelli -Penso che così dovrebbero reggere- spero tra me e me e dopo aver spento la luce ritorno nella mia stanza. Non appena giungo sulla soglia noto che Brian non è più a letto. E' vestito solo dei suoi boxer, seduto alla piccola scrivania che, con due piccoli armadi a due ante, il letto e il comodino, costituisce la mia stanza. Non riesco a vedere cosa sta facendo dato che mi dà le spalle e così, senza farmi sentire, mi avvicino a lui. Quando sono a pochi centimetri scorgo cosa sta facendo: sta leggendo, sta leggendo uno dei miei racconti e spero, in cuor mio, che non sia proprio quello che ho scritto su quella notte insieme.
-Interessante la lettura?- gli domando, poggiandomi sulle sue spalle per cercare di sbirciare il contenuto dei fogli. Brian trasale leggermente, si è sentito scoperto, e cerca inutilmente di nascondermi le pagine.
-Io? Ma, ma io non sto leggendo nulla...- prova a difendersi.
-Dai, ho visto che stavi leggendo uno dei miei racconti. Posso sapere almeno qual è?- gli chiedo, provando a fingermi calma, ma dentro di me l'ansia che abbia potuto leggere proprio quel racconto si sta facendo strada repentina.-E va bene, hai vinto tu- si arrende, riprendendo i fogli che aveva provato a nascondere tra i libri dell'esame di storia dell'arte, sistemati sulla mensola al di sopra della scrivania -Stavo.. stavo leggendo quello in cui il personaggio maschile si chiama Brian, suona la chitarra elettrica in un gruppo chiamato Queen e ha i capelli ricci neri-
Ecco, colpita e affondata. Stava leggendo proprio quel racconto.
-Ah- riesco solo a pronunciare, staccandomi da lui. Faccio due passi, arrivo davanti alla finestra, sposto le tendine giallo vaniglia e guardo di sotto, la strada semivuota, il marciapiede deserto -E adesso, cosa gli racconto?- mi domando -Gli racconto che... gli racconto che...- continuo a pensare. -Io sentivo il bisogno di scriverlo quel racconto- dico ad alta voce, le parole fluitemi dalle labbra contro la mia volontà. Mi volto e Brian mi sta fissando.
-Ma guarda che io non l'ho detto mica per giudicarti- replica tranquillo -E' solo che... che mi fa strano leggere... leggere di me, ecco. Non sono mai stato il protagonista di un racconto, di una canzone...-
-Ma sei sicuramente il protagonista dei sogni delle tue fan e sono convinta che nella maggior parte di questi sogni non indossi nemmeno i boxer- ribatto decisa, maliziosa, avvicinandomi a lui.Brian arrossisce, lo noto grazie alla luce della lampada della scrivania che ha acceso per leggere, e si volta dalla parte del muro -Ma, ma che dici... io... io faccio musica e... e basta- risponde imbarazzato.
-Lo so che fai musica- continuo io, sedendomi sulle sue ginocchia -Ma credi che tutte le ragazze là fuori ti apprezzino solo perché fai musica? Eh, no caro mio. Anche perché sei bello, affascinante. e..-
-... e figo- conclude ridendo e sorrido anch'io ripensando alla nostra chiacchierata in auto, qualche ora prima.
-Si, appunto, sei il figo chitarrista dei Queen, fattene una ragione caro mio-
-E non sei gelosa di questa cosa? Non sei gelosa di me?- mi chiede malizioso.
-Io? Gelosa di te?- controbatto ironica, fingendomi indifferente alle verdi venature dei suoi occhi che brillano, scintillano solo per me -Io sono tanto, ma proprio tanto gelosa di te- concludo sottovoce, avvicinandomi pericolosamente a lui che ne approfitta subito per baciarmi.
-Anche io sono geloso di te- mi sussurra quando le sue labbra si staccando dalle mie -Quando il barista dello Sugar Shack ci ha provato con te, io...-
-Come? Il barista dello Sugar Shack?- gli chiedo stupita, ricordando che quella sera Brian, non appena si avvicinò a me, mi chiese se qualcuno ci avesse provato con me, come se non lo sapesse e invece... -Quindi tu ti eri accorto che lui...-
-Certo che me n'ero accorto. Non appena sei entrata nel locale non ho avuto occhi che per te quella sera- mi confessa, le sue lunghe dita affusolate che giocano con i miei capelli -Ho visto tutto: quando tu, Maggy e Bess vi siete sedute, quando avete ordinato e il barista ci ha provato con te, quando voi avete visto me...-
-Attento osservatore signor May, complimenti-
-Con le belle ragazze ho sempre un'ottima vista e poi... poi questo mi ha aiutato a capire tanto di te. Il fatto che, che tu mi abbia subito detto che il barista ci aveva provato con te ma tu non avevi ceduto...-
-... cosa ti ha fatto capire questo di me?-
-Beh, per prima cosa che sei sincera e come seconda cosa che... che tu non sei altezzosa, boriosa e superba come tante altre ragazze. Non immagini quante ne ho conosciute di tipe così, che solo perché rivolgevo loro la parola inventavano storie di ogni genere solo per atteggiarsi-
-E tu in dieci minuti hai capito tutto questo?-
-Bastano anche dieci secondi per capire com'è una persona Lilibeth, eppure... eppure a volte non basta una vita per capire davvero chi ti sta accanto- afferma e una lieve punta di amarezza traspare dai suoi occhi.Ciao Queenies!
Siamo quasi giunti alla fine di questa storia, tra due settimane pubblicherò l'ultimo capitolo di "Allo Sugar Shack". Nel frattempo vi ricordo, se non l'avete ancora fatto e se vi va, di andare a leggere il primo capitolo della mia nuova storia, "Tattoo'd Lady", di cui pubblicherò il secondo capitolo la prossima settimana. Grazie!Baci
Manuela-Rhapsody
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Allo Sugar Shack (A Brian May Fanfction)
FanfictionMany girls that night at the Sugar Shack But you chose me (Chili Lily - At The Sugar Shack)