-Quando ho litigato con mio padre- comincia a raccontarmi Brian -Pensavo che fosse tutto solo un incubo. Non era più il padre disponibile e comprensivo che conoscevo, no, era diventato ottuso, incapace di comprendere cosa io volessi dalla vita. E fu in quel momento che capii che, che tante cose di lui, tanti lati di lui non li conoscevo davvero-
-Forse questo sarà capitato anche a lui in quel periodo- proseguo -Forse anche lui si è trovato di fronte un figlio diverso da quello che aveva imparato a conoscere negli anni. Non aveva compreso che eri cresciuto e che le tue esigenze da adulto erano diverse da quelle che avevi a quindici anni. Non tutti i genitori sono pronti a recepire e accettare i cambiamenti dei figli, aveva bisogno del suo tempo Brian. Ogni cosa ha bisogno del suo tempo- concludo e dolcemente gli accarezzo il volto.-Già, è vero, ogni cosa ha bisogno del suo tempo- ripete lui sottovoce e con lentezza si volta ancora verso il muro antistante la scrivania. Il suo sguardo si sofferma sulla bacheca in legno su cui ho affisso delle cartoline inviatemi dalle mie amiche dai posti più disparati del mondo: Amesterdam, Pechino, Sidney e... -New York!- esclama Brian, sfiorando la cartolina che raffigura la mitica Statua della Libertà -Sei stata a New York?-
-No, magari- gli rispondo, soffermandomi anche io con lo sguardo sul più importante simbolo Grande Mela -C'è stata Maggy l'anno scorso a trovare dei suoi zii che vivono lì e, dato che faccio collezione di cartoline, le ho chiesto di inviarmene una-
-Ah, ho capito, pensavo ci fossi andata tu-
-No, macché, non mi sono mai mossa da qui, fatta eccezione per...-
-... per Monaco- conclude lui sorridendo.
-Ecco, bravo, fatta eccezione per Monaco- sottolineo con voce sarcastica, ma devio subito l'argomento Germania chiedendogli: -Com'è l'America?-
-L'America è... è grande, ricca, infinita direi- mi spiega e i suoi occhi si chiudono per qualche istante, quasi a voler racchiudere l'infinità di quel continente così lontano -Ora quando ci vado non ci faccio nemmeno più caso a quanto sia immensa, ma quando ci andai la prima volta avevo 27 anni e... e ai miei occhi era qualcosa di gigantesco. Lì è tutto all'ennesima potenza, capisci? Le strade, i negozi, i locali notturni...A dirti la verità preferisco molto di più il Giappone: la tranquillità, la gentilezza, il modo di vivere di quelle persone mi ha affascinato dalla prima volta che ci andammo quattro anni fa-
-Si, il Giappone affascina anche me in questo senso. Anche la letteratura giapponese, trovo sia molto sottovalutata perché...-
-... a proposito di letteratura- m'interrompe improvviso -Ho trovato il tuo racconto, o meglio quella parte che ho letto, molto interessate, realista e scritta molto bene. Hai uno stile intrigante, chiaro ma allo stesso tempo non semplicistico-
-Ma lo sai che potresti fare il critico letterario?- lo canzono sorridendo.-Dai Lilibeth, te lo dissi anche un mese e mezzo fa: ho ancora una tesi di dottorato da finire nel cassetto e mi basta quella come conto in sospeso con la cultura-
A quell'affermazione, pronunciata con tanto sarcasmo, un sarcasmo che mai avrei immaginato avesse potuto appartenergli, comincio a ridere a più non posso.
-Ah, e adesso cosa c'è che ti fa ridere così tanto?- mi domanda Brian con finto risentimento.
-Tu- gli rispondo semplicemente io continuando a ridere.
-Lo so, faccio ridere, ho fatto davvero una fine ignobile-
-Ma che dici! E'... è che sei così.. divertente. Non avrei mai immaginato avessi potuto prenderti così poco sul serio- gli spiego sincera.
-Hai visto, vedi quante cose si scoprono di una persona con il tempo, standole vicina. Pensa a quante cose potrei conoscere io di te e tu di me se... se stessimo sempre insieme-Lentamente mi volto verso di lui e poso lo sguardo sui suoi occhi nocciola -Brian- comincio -Anche io vorrei poter stare sempre insieme a te, svegliarmi con te, seguirti in qualche viaggio, in tour, fare l'amore con te e addormentarmi accanto a te, ma... quanto potrebbe durare tutto questo?-
-Durerà quanto noi vogliamo che duri, non mettere pali al nostro am..-
-Tu lo sai che non può essere così- lo interrompo decisa, quasi urlando -Lo sai come mi sono sentita in questo mese e mezzo senza te? Come un cieco, un cieco che per anni ha potuto vedere il mondo, i colori, le forme e i volti delle persone che ama con i suoi occhi e al quale poi la vista è stata negata per sempre. Pensa, pensa quanta rabbia, quanta tristezza e quanta amarezza porta nel cuore una persona del genere e... e io mi sono sentita così. Ho conosciuto il tuo amore e quando io stessa me ne sono privata ho avuto nel cuore solo rabbia, tristezza e amarezza perché sapevo, sapevo benissimo cosa lasciavo-
-Ma io sono qui per non lasciarti più adesso- mi risponde con dolcezza, spazzando via con l'indice destro una lacrima che sta rigando il mio volto -Anche io voglio addormentarmi accanto a te, portarti con me per il mondo, fare l'amore con te e svegliarmi accanto a te per sussurrarti "Buongiorno amore mio"-
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Allo Sugar Shack (A Brian May Fanfction)
Fiksi PenggemarMany girls that night at the Sugar Shack But you chose me (Chili Lily - At The Sugar Shack)