Un grigio e monolitico palazzone di 23 piani

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-No Brian, noi, noi non possiamo...- gli sussurro, avvertendo il respiro sempre più corto per l'ansia e la trepidazione.

-No Lilibeth, non dirmi questo, non puoi dirmi questo. Lasciati amare, ti prego- m'implora e io in questo momento non so se amo di più lui o il suo bisogno di essere amato.

Chiudo gli occhi e gli rispondo con altro bacio, avvertendo subito le sue mani calde e morbide farsi strada sotto la gonna del mio abitino nero.

-Non qui però- gli bisbiglio all'orecchio.
-Certo Lilibeth, dove vuoi tu- replica lui, fissandomi quasi incantato.

Non smettendo di guardarmi Brian si alza, mi tende la mano per aiutarmi a fare lo stesso, infila di nuovo il suo giubbino leggero e apre la porta del salottino -Aspettami qui, torno subito- mi dice e scompare nello stretto corridoio del privé. Io ne approfitto per infilare il mio bolero nero e per autocomplimentarmi per il casino in cui mi sto per cacciare, anzi, in cui mi sono già cacciata.
-Brava Lilibeth, bravissima, come hai detto prima a Bess? Io di principio non cedo alla corte di questi giovani da una botta e via, sei proprio di parola, complimenti- ma mentre il mio livello di autostima sta disperatamente crollando, sento la voce di Brian avvicinarsi.

-Allora usciamo dal retro?- chiede a qualcuno.
-Si Brian ho già fatto portare lì la macchina, dovete soltanto uscire-

D'improvviso lui e uno giovane alto, robusto, baffetti sottili al di sopra delle labbra altrettanto sottili e un paio di larghi e lucidi occhiali da sole, entrano nella stanzetta.

-Lilibeth, pronta?- mi domanda Brian sorridendomi.
-Si, si pronta, possiamo andare-

Brian mi cinge la vita con il suo braccio destro e insieme usciamo dal salottino, seguiti da quella che intuisco essere la sua guardia del corpo. Non appena ci addentriamo nel corridoio del privé dello Sugar Shack, in direzione dell'uscita posteriore, mi fermo però d'improvviso.

-Brian, Brian aspetta. Bess e Maggy, le devo avvertire che vado via, staranno in pensiero-

Brian si volta verso il suo bodyguard che interviene, serio e professionale -No, non può tornare in sala ora- e così pensa per qualche secondo a come fare per accontentarmi. Quando scorge Jo, la cameriera che ci aveva accompagnati mezz'ora prima nel privè, la chiama bisbigliando -Jo, Jo! Puoi venire un attimo qui?-

La ragazza si congeda dalla coppia che stava accompagnando fuori dal corridoio dei salottini privati e ci raggiunge -Cosa c'è Brian? Posso fare qualcosa per te-

-Si, si Jo. Gentilmente, dovresti avvertire le sue amiche che lei non tornerà con loro in albergo stanotte-
-Come si chiamano le tue amiche?- mi domanda lei, cercando di mascherare l'invidia che le sta rodendo il fegato e che io invece scorgo nitida negli sguardi astiosi e crudeli che mi sta lanciando.
-Maggy e Bess, stanno ballando in pista con due ragazzi muscolosi.. una ha il vestitino bordeaux e l'altra blu elettrico- le spiego io, cercando di evitare di guardare i suoi occhi che saettano gelosia.

-Va bene le avverto io. Altro Brian?-
-Si, si Jo, un'ultima cosa: pago tutto io, quello che hanno preso Maggy e Bess, intendo. Metti tutto sul mio conto-
-Ma Brian, perché?- cerco di fermarlo.
-Tu sei mia ospite stasera e quindi lo sono anche loro- conclude, accarezzando la mia schiena con la sua mano destra che ancora avvolge delicata la mia vita -Tutto chiaro Jo?-
-Certo Brian, a domani- lo saluta lei.
-Non so se domani verrò- si congeda lui -Ciao Jo, buon lavoro-

La guardia del corpo ci fa strada all'ingresso secondario dello Sugar Shack dove ad attenderci c'è già una stupenda e nuovissima Porshe decappottabile rosso fiammante. Lui prende posto avanti, affianco all'autista, Brian invece apre lo sportello posteriore destro: -Prego Lilibeth- e mi fa cenno di salire in auto.
-Grazie Brian- gli rispondo e velocemente entro nella vettura.

Allo Sugar Shack (A Brian May Fanfction)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora