Capitolo 5

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MINSOO'S POV

<Park Jimin> sussurro, guardandolo intensamente <Che ci fai qui?>

<Tecnicamente, sono stato invitato> risponde beffardo e ghignando

<Tecnicamente se sapevo che saresti venuto non ti avrei aperto nemmeno la porta> rido sarcasticamente per poi serrare i denti per il nervoso

<Oh signorina Lee, l'educazione dove l'ha lasciata?> continua a darmi fastidio, attirando l'attenzione di tutti

<A fanculo. Ora levati> lo scosto aggressivamente, sentendolo ridere. Si siede sul divano, con le gambe leggermente divaricate, passando la sua mano sui suoi capelli

<Vi conoscete già?> domanda Rosè

<Si-No!> rispondiamo in coro, io la negazione <E' il mio insegnante purtroppo> decido di confessare incrociando le braccia e sbuffando

<Oh è strano avere un insegnante qui...> annuncia Kookie come in imbarazzo

<Amico ho 22 anni, 5 anni di differenza non sono molti. Potete comportarvi normalmente, anche io cambio al di fuori della scuola> si passa la lingua sulle labbra per poi mordere quello inferiore

Meglio di così non poteva andare. Proprio lui mi doveva capitare <Senti anche se ci sei tu io me ne sbatto, anzi hai una possibilità di conoscere la vera MinSoo. Se non ti piace quella è la porta> mi riferisco a Jimin

<Tu non hai capito niente> mi ha dato del tu. Mh. Fa strano però.

Ora che lo guardo meglio, non è niente male. Jeans del colore tradizionale, con vari strappi, maglietta a maniche corte bianca che gli mette a risalto un po' di addominali, capelli leggermente disordinati ma allo stesso tempo così perfetti. Notandoli, ha degli orecchini. Uno che pende finendo con una piuma e altri a chiodo. Cazzo è...perfetto. 

<Allooooora ragazzi che si fa?> prende parola BamBam guardando tutti. Mi sto zitta, non sapendo nemmeno come rispondere. Il bastardo sa che lo sto guardando minacciosamente ma non fa scontrare i nostri occhi, anzi a volte lo vedo ghignare proprio perchè sa cosa sto facendo. Eppure una parte di me sta dicendo di smetterla di tenere gli occhi puntati su di lui ma l'altra mi dice di continuare e di non finire mai. 

Nonostante sia stanca di rimanere in piedi, decido di riprendermi il posto. Mentre gli altri parlano su qualcosa che non ho capito dato che non stavo prestando attenzione, vado verso Jimin <Alza il culo> ordino seria

<Piccola, come mai sei così pimpante stasera?> piega la testa di lato

<Alzati> ripeto deciso ma lui ride, sempre che ride.

<Lo spazio c'è, siediti e stai zitta> mi prende per il polso e mi fa sedere accanto a lui 

<Io mi rimetto come prima che ti piaccia o no> poggio le gambe su quelle della mia migliore amica che lei le accetta con un sorriso e poggiando le mani. Essendo stretta, sollevo il bacino, ma invece di andare a toccare il tessuto rimanente del divano va a toccare altro.

Rimango immobile fino a quando mi rendo conto di non essere andata a contatto con quello che pensavo ma bensì sulla sua gamba. Faccio per scendere ma un braccio circonda i miei fianchi impedendomi di muovermi <Rimani così, tranquilla che non ti faccio niente> sussurra con uno strano tono di voce, sembra che aveva di bisogno di quel contatto. 

Comincio ad unirmi alla discussione, scherzando e ridendo. Ogni tanto mi giro per vedere che ore sono ma ogni volta che lo faccio noto Jimin che mi guarda intensamente ma dolcemente. Essendo sicuramente rossa come un peperone, mi alzo andando verso la cucina per prendere un bicchiere d'acqua. 

The Teacher of 3°CDove le storie prendono vita. Scoprilo ora