Capitolo 12: E fu così che il vulcano del Mauna Loa eruttò.

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Arrivammo all'università, miracolosamente, in tempo, anche se molte persone si erano già dirette verso le proprie classi, perciò l'entrata era tutto sommato vuota. Non mi piaceva essere fissata troppo, mi metteva molto a disagio, e il fatto che stavo entrando a scuola mano nella mano con Haizaki mi rendeva rossa dall'imbarazzo. Non che non mi piacesse tenergli la mano, anzi, mi piaceva tantissimo dato che la sua era grande e piacevolmente calda, ma le persone tendono sempre a fissare, quando qualcuno tocca la vacca sacra della scuola.
Fortunatamente riuscimmo ad arrivare alla nostra classe (Avevamo le prime tre ore di matematica insieme, quel giorno) e io mi guardai in giro per cercare dei posti liberi che, però, si trovarono vicino a un gruppo di ragazzi che stavano urlando decisamente troppo, per i miei gusti. A volte mi chiedo chi abbia permesso a certe persone di entrare all'università.

Sentì un sospiro provenire dalla mia sinistra e mi portò verso gli unici posti liberi, facendomi però sedere il più lontano da quei ragazzi, mentre la sua stretta attorno alla mia mano si faceva sentire sempre di più. Restammo in silenzio per un'po, io che prendevo il materiale che mi serviva dallo zaino e Haizaki che guardava i ragazzi con la coda dell'occhio, sembrava quasi una molla da quanto era teso, probabilmente sarebbe scoppiato se solo gli avessero rivolto la parola.
E io non ci tenevo a vedere quella reazione, ho sentito che lui tendeva ad incutere timore quando si arrabbiava per davvero.

Cioè, se lo chiamavano "Il Demone del Campo" doveva esserci un motivo, no?

Ma, a quanto pare, la mia sfortuna doveva essere tornata, avendo dato il cambio alla mia malattia.

-Ma guarda un'po chi si è trovato Haizaki questa volta. Dove l'hai pescata? Nella spazzatura?- Sentì dall'altra parte del tavolo, seguito da una risata molto rumorosa.

...mi aveva appena paragonata alla spazzatura oppure il mio giapponese mi stava dicendo addio?

A quanto pare era la prima opzione, dato che Haizaki si girò verso di loro, beh, piuttosto incazzato, a dirla tutta. Ringraziai di non averlo visto bene in viso, perché, molto probabilmente, sarei svenuta dalla paura. 
Forse svengo decisamente troppo, ultimamente...

-Come, scusa? Penso di non aver sentito bene, Mirai, potresti ripetere?- Chiese con finta gentilezza, giurai quasi di aver visto un sorriso spuntare sul suo viso. Oh-oh...qua finisce male, mi sa, e non voglio assistere a un'omicidio proprio ora.

-Ho detto che ti sei trovato una cessa, questa volta. Dai, tutte le tue ex erano delle gnocche stratosferiche, sei caduto dalle stelle alle stalle.- Ed ecco che tutti ricominciarono a ridere. Io, nel frattempo, abbassai parecchio imbarazzata il viso, ormai tutti si erano girati verso di noi per assistere al battibecco che si stava creando.
Sapevo anche io di non essere tutta questa bellezza, ma non mi ero mai abbassata a chiamarmi "cessa" oppure "brutta", c'erano ragazze molto più belle di me in giro e, ovviamente, anche più brutte, ma alla fine non cambiava nulla.

E fu così che il vulcano del Mauna Loa eruttò con tutta la sua violenza.

Haizaki, dopo aver lasciato la mia mano, si alzò e prese il suddetto ragazzo per la maglia, sbattendolo con forza contro al muro, talmente forte da far quasi cadere uno dei quadri attaccati alla parete. Il ragazzo lasciò andare un verso strozzato di dolore, con gli occhi sigillati, mentre i suoi amici se ne restavano in disparte e in silenzio, quasi spaventati dallo scatto che Haizaki aveva fatto.

-Cessa, dici tu? Sì, come no, probabilmente le tue conoscenze in ragazze si fermano a tua madre e, notando il tuo aspetto e giudicandoti proprio come hai fatto tu, neanche lei deve essere una grande bellezza, o sbaglio?- Sussurrò minacciosamente, con uno strano sorriso che gli si dipingeva in viso. Faceva paura, per certi versi, e non riuscivo a muovere mezzo muscolo. Non avrei mai e poi mai voluto avercelo contro, sarebbe riuscito a polverizzarmi solo con quello sguardo, molto probabilmente.

Mirai sbiancò visibilmente, tremando lievemente mentre si ostinava a guardare da un'altra parte, pur di non incontrare i suoi occhi. Haizaki continuò a sussurrargli delle cose, ma dato il suo tono di voce molto basso, non riuscì ad afferrare un bel nulla del discorso. Quando lo lasciò finalmente andare, il ragazzo non cadé per terra per miracolo, tenuto da uno dei suoi amici, mentre Haizaki tornava da me e afferrava gli zaini di entrambi, camminando verso l'ultima fila, trovandola magicamente libera. Solo in quel momento capì effettivamente cosa stesse cercando di fare, e presi alla svelta i miei libri e l'astuccio, seguendolo.

Mi sedetti di nuovo accanto a lui e, nel giro di mezzo secondo, afferrò la mano e se la portò alle labbra, baciando delicatamente tutte le nocche, con gli occhi socchiusi. Con le gote ormai a fuoco, mi schiarì leggermente la voce.

-P-perché lo hai fatto? Non serviva, davvero, so di...ecco...non essere il massimo.- Dissi nervosamente, mentre continuavo a fissare le sue labbra contro la mia mano. Sentendo quella frase, lui alzò lo sguardo verso di me e giurai, per un momento, di sentirmi da sola con lui in quella classe, senza alcuno dei nostri compagni e senza il professore che, appena entrato, stava già spiegando la lezione.

-Sei molto meglio di tutte le ragazze con cui sono uscito, Akane, fidati, e io sono uscito con tante ragazze. Tu...non so neanche come descriverti, guarda un'po come sono messo.- Ridacchiò leggermente imbarazzato, stringendomi ancora un'po la mano.

E, molto probabilmente, il mio cervello andò davvero fuori di banana, sentendo quella mezza dichiarazione che neanche io mi sarei mai e poi mai aspettata in miliardi e miliardi di anni. Pensavo sarebbe morto il sole, prima di poter sentire una cosa del genere.

Guardai leggermente verso il professore, notando come fosse girato di spalle da quando era entrato, parlando a vanvera, e questo mi diede il via libera. Non si sarebbe girato per ancora un'po, dovevo però muovermi. Tornai girata verso Haizaki e gli presi il viso tra le mani, baciandolo velocemente, gettandomi a momenti addosso a lui dalla foga. Lui spalancò gli occhi parecchio sorpreso, ma, una volta capita la situazione, mi tirò a lui per i fianchi, tenendogli gli occhi aperti per fare attenzione al professore, in caso si fosse girato da un momento all'altro.

Mi mandava fuori di testa, quel ragazzo, e io non riuscivo a controllarmi quando ero con lui. Non so con quale coraggio lo baciai durante la lezione, in mezzo a tutti i nostri compagni e con l'enorme rischio di venir beccati, ma lo feci e ne fui davvero felice.

Non appena non riuscimmo più a respirare, ci staccammo, restando comunque parecchio vicini, quasi come se avessimo paura che l'altro potesse andarsene da un momento all'altro. Ma poi Haizaki ridacchiò, un'po rosso in viso, e mi accarezzò la testa.

-Sei incredibile, riesci a sorprendermi anche in una situazione del genere.- Sorrisi e annuì, nascondendo il viso nel suo petto, abbracciandolo stretto.

Inutile dire che, verso la seconda ora, il professore ci notò e ci spedì fuori dalla classe per "atteggiamenti osceni in pubblico". Che poi, di osceno in quella classe c'era solo la maglietta di una ragazza in prima fila.

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