Capitolo 14: La linea di Asakusa

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Era strano il treno di sera tarda, non c'era nessuno e si sentiva solamente il nome della stazione che si stava per raggiungere. Era rilassante, a dirla tutta, perché c'era molto silenzio.
Se non fossi stata impegnata in altre attività, mi sarei molto probabilmente addormentata sul posto senza preoccuparmi molto di dove mi trovavo, da quanto ci si poteva sentire al sicuro.

E con altre attività, intendevo stringere la maglia di Haizaki, mentre lui mi lasciava qualche segno rossastro sul collo. Stranamente, mi era letteralmente saltato addosso nel momento in cui mi aveva vista, lasciandomi senza fiato quando si staccò dal bacio che mi aveva dato con tanta foga. Non mi aveva spiegato nulla, mi aveva solo presa per mano e trascinata verso la stazione.

Quando si staccò nuovamente dal mio collo, mi guardò con i propri occhi socchiusi, mentre provava a nascondere il proprio rossore. Non ci pensai due volte e lo abbracciai, accarezzandogli lentamente la testa, perché iniziavo ad avere lo strano timore che qualcosa non andasse con lui, quella sera, e quello mi faceva preoccupare parecchio. Lui si aggrappò con forza alla mia felpa e respirò lentamente, chiudendo anche gli occhi.

-Ehi, che succede? E' tutto okay?- Gli chiesi a bassa voce, anche se non avrebbe avuto senso, dato che eravamo completamente soli. Aspettai la sua risposta per qualche minuto, fino a quando alzò la testa per guardarmi bene.

-Volevo davvero vederti, adesso.- Sussurrò mentre si tenne a un palo per non cadere, e io arrossì parecchio, presa alla sprovvista. Non era strano che, a volte, se ne uscisse con delle frasi del genere proprio dal nulla, facendomi arrossire vistosamente, ma quella volta sentivo che era diverso, perché non stava sorridendo.
Notando il mio rossore, mi accarezzò lentamente una guancia, socchiudendo nuovamente gli occhi mentre si avvicinava al mio viso. Mi alzai sulle punte per incontrarlo a metà strada, mancavano solamente una manciata di centimetri. Proprio prima di baciarci, lo sentì sussurrare qualcosa.

-Akane, io...io ti--

Provate ad immaginare.

Sì, non riuscì a finire quella dannatissima frase, dato con una ragazza lo prese per il polso e lo staccò con forza da me, iniziando ad urlare come una gallina.

-Avevi detto che non mi avresti mai lasciato, Ryouhei! Me lo hai promesso!- Urlò disperata, mentre si attaccava di più a lui e provava a baciarlo. Da quanto potevo vedere, stava piangendo e non le importava molto di quello che le circondava, dato che le porte erano ancora aperte e quelle poche persone che passavano la fissavano in modo parecchio strano.

Anche Haizaki sembrava parecchio confuso dall'interruzione, provando a prenderla per le spalle per allontanarla, dato che non sembrava molto felice di vederla. Che...che fosse la sua...

-Kasumi, staccati! Ti ho detto miliardi volte che è finita, non voglio più vederti!- Esclamò una volta per tutta, staccarla con un movimento solo. La ragazza, Kasumi, scoppiò a piangere e singhiozzò più forte.

-Non puoi lasciarmi dopo tutto quello che abbiamo passato insieme! Io sono l'unica che può stare con te, nessuno ti conosce quanto ti conosco io!- Disse, e io notai subito l'esitazione negli occhi di Haizaki, come se fosse combattuto sul cosa avrebbe dovuto fare. Si erano totalmente dimenticati della mia presenza, tanto erano impegnati a discutere. 
Nel frattempo, il treno ripartì e Kasumi per poco non cadde a terra presa alla sprovvista, se non fosse stato per Haizaki che la prese al volo e la tenne stretta a se, accorgendosi però solo dopo cosa aveva effettivamente fatto.
Potevo sentire chiaramente il dolore al mio petto che, piano piano, si diradava per tutto il corpo, mentre gli occhi iniziavano a pizzicare leggermente, insieme alla vista che andava e veniva per le lacrime che non riuscivo a mandare via. Ormai ero andata, non riuscivo a cancellare l'immagine di Haizaki che stringeva a se un'altra ragazza, sarebbe rimasta stampata per davvero tanto tempo.

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