Capitolo 10: Non ancora

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Il vento soffiava lentamente, quel che bastava per muovere con grazia le balze della gonna che portavo, e il sole iniziava finalmente a riscaldare almeno un'po. Mi trovato in un campo, completamente vuoto, ed ero sola. Camminavo lentamente seguendo un sentiero che, sfortunatamente, non riuscivo a vedere con precisione, sapevo solamente fosse coperto di piccoli sassolini.
Non sapevo precisamente quanto camminai, ma mi fermai solamente quando notai un'altra figura a una decina di metri di me, la quale era girata verso di me, con le mani in tasca e i capelli al vento. Quella persona la conoscevo molto bene, non era raro mi mettessi a sognare Haizaki, ogni tanto, ma quella volta sembrava così reale, sembrava quasi fossi davvero sveglia.
In un secondo oppure meno, ero praticamente al suo fianco, restando completamente in silenzio mentre ci fissavamo per chissà quale motivo.

Non so cosa mi stava dicendo il mio subconscio, ma dovevo essere davvero andata fuori di testa, soprattutto con il febbrone che mi ero beccata.
Mi accarezzò lentamente una guancia, spostandomi i capelli dal viso, mentre mi avvicinava più a lui con l'altro braccio. Non mi opposi minimamente, perché, in fondo, anche io aspettavo una cosa dal genere da parecchio tempo. Posai le mani contro al suo petto mentre, lentamente, i nostri visi si avvicinavano sempre di più. 

L'atmosfera era perfetta, eravamo da soli, il tempo era magnifico e non si sentiva un singolo rumore a disturbarci. Quando fui vicina a sfiorare le sue labbra con le mie, aprì gli occhi di colpo e fissai il soffitto con ancora il fiatone e le gote rosse. Lo avevo di nuovo sognato, e per l'ennesima volta. La cosa stava iniziando a sfuggirmi molto di mano.

A giudicare dal mal di testa che stava pian piano sciamando via, la febbre doveva essersi abbassata di qualche grado, fortunatamente.
Tolsi la pezza dalla testa e la misi vicino alla bacinella, notando solo qualche minuto dopo il fatto che fosse mattina già da un pezzo, forse le dieci. Non avevo mai dormito tanto nella mia vita, ma pensai fosse più che normale, insomma, avevo avuto la febbre molto alta.

Proprio quando provai ad alzarmi in piedi per andare in soggiorno, sentì la porta aprirsi e qualcuno entrare. Scusate la mancanza di descrizione fisica, ma non avevo né le lenti a contatto né gli occhiali a portata di mano, perciò riuscivo a vedere solo una figura. Si sedette di fronte a me con un vassoio e mi guardò dopo essersi tirato indietro i capelli in una coda parecchio disordinata. 
Non pensavo Haizaki avesse i capelli così mossi, probabilmente li stirava leggermente prima di uscire di casa, ma, sinceramente, sentivo il mio cuore fare qualche capriola all'interno del mio petto. Era...parecchio vicino a me.

-Sono sollevato tu ti senta meglio, Miya-- Akane. Ieri sera mi avevi fatto preoccupare davvero tanto.- Iniziò a bassa voce, mentre metteva la pezza in acqua, evitando il mio sguardo il più possibile.
Mi ha appena chiamata per nome. Ripeto, Haizaki Ryouhei mi ha appena chiamata per NOME. Non so chi mi diede la forza per non arrossire e non svenire.

-Perché mi hai chiamato per nome? Noi...ci conosciamo da pochissimo.- Chiesi senza neanche accorgermene, stringendo piano le coperte con entrambe le mani. Per quanto fossi felice in quel periodo, ancora non capivo perché e risultavo sempre confusa, appena mi fermavo a riflettere per un'po riguardo a quel suo strano interessamento nei miei confronti. Sono sempre stata timida e silenziosa, preferivo nascondermi che farmi vedere, come mai un ragazzo popolare come lui avrebbe dovuto abbassarmi al mio livello? 

Si girò verso di me ma, con la poca luce che penetrava dalle tende, riuscì a vedere parte del suo viso arrossire, mentre un'espressione un'po pentita gli si dipingeva addosso. Per un minimo secondo, mi sentì quasi in colpa di aver chiesto qualcosa del genere. Ma, come ogni singola volta, mi stupì.

-Non ora, per favore, non sono ancora pronto a dire la verità, ma ti prometterò che lo farò.- E poi mi spostò i capelli dal viso con entrambe le mani, molto delicatamente, fino a quando non avevo il viso completamente scoperto.  Mi fissò silenziosamente per una manciata di minuti, accarezzandomi lievemente una guancia con uno dei suoi pollici. Mi sentivo così strana, in quel momento, non sentivo un minimo di calore sulle guance, stavo solo cercando di capire cosa intendesse con quella frase. 
Il ragazzo sospirò leggermente e posò le sue labbra sulla mia fronte, chiudendo gli occhi. Sembrava così rilassato, in quel momento, e pareva avesse aspettato molto tempo per compiere quella determinata azione.

Io, invece, diventai alla fine rossa per davvero, ma non mi mossi minimamente. Non so cosa doveva significare quel bacio sulla fronte, non sapevo se era perché gli interessavo oppure perché si era accorto dei miei sentimenti e voleva giocare con me, ma mi piaceva, anche se questo dovesse significare illudersi. Con lentezza, Haizaki passò a baciarmi la tempia, soffermandosi poco dopo sulla guancia, mentre continuava ad accarezzarmi il viso con le mani. Le sue mani erano così calde, ma quel tepore che ti fa stare bene, non quello che ti soffoca piano piano, ed erano delicate contro la mia pelle, come se avesse paura di potermi rompere con un movimento sbagliato.

E infine, proprio come nel mio sogno, arrivò finalmente alle mie labbra, sfiorandole a malapena con le sue. Era un contatto davvero molto leggero, sembrava quasi surreale, ma la lieve pressione che man mano esercitava mi obbligava a credere al fatto che, sì, mi stava baciando. Le sue mani si spostarono sulle mie spalle, spingendomi piano di nuovo sdraiata, mentre io mi decisi finalmente a stringere la sua maglietta tra le dita. A quanto pare, lui si rese conto di avere il mio consenso da quel esatto momento, così mise una mano tra i miei capelli e mi tirò a lui per la nuca.

Quando la mia testa toccò nuovamente il cuscino, aprì di poco gli occhi, scontrandomi però contro quelli di Haizaki, socchiusi. Era anche lui rosso in viso, forse quasi quanto a me, e potevo percepire le sue mani tremare lievemente, ancora ancorate alle mie spalle.
E mi resi effettivamente conto di quanto fosse bello, in quel esatto momento.

Esattamente, non so quanto rimanemmo in quella posizione, con ancora le labbra attaccate l'una all'altra, ma quando ci staccammo con entrambi il fiato corto, riuscì solamente a formulare una frase e dirla, magicamente, ad alta voce.

-Era un bacio quello, Haizaki-kun?- Chiesi un'po imbarazzata, temendo di rovinare quello che era appena successo. Non avrei voluto rendere le cose imbarazzanti tra noi due, dato che la nostra "relazione" era ancora parecchio instabile. E con relazione, non intendo quello che pensate voi, intendo relazione di amicizia.
O almeno, quello lo dicevo per convincermi del fatto che non gli interessavo come lui interessava a me.

Haizaki mi accarezzò ancora un'po il viso, portando la fronte contro la mia per guardarmi meglio negli occhi, come se non lo avesse mai fatto. Si mise poco dopo accanto a me, girandomi verso di lui, tenendomi per i fianchi questa volta.

-Non ancora. Non lo è ancora, Akane. Mi dispiace.- Sussurrò contro le mie labbra, tornando a baciarmi lentamente, mentre io gli afferrai delicatamente il viso con entrambe le mani, senza provare a staccarlo.

Continuavo ancora a non capire cosa intendeva con quella frase, ma non volevo si staccasse, volevo che quel momento durasse il più possibile, perché ero sicura che, se mi fossi staccata, non sarebbe mai più successo.

Alla fine, restammo a baciarci per quasi tutta la mattinata, con ancora la tenda della finestra chiusa e il telefono di entrambi che si illuminava ininterrottamente.

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