Quelle brevi due settimane di vacanze estive terminarono e io tornai all'università con un peso non da poco sul petto. Non raccontai a nessuno quello che provai durante quella giornata, tenni tutto per me e feci poi finta che andasse tutto bene, la giornata successiva. Provai a contattare Ryouhei per giorni interi, ma il suo cellulare sembrava sempre e comunque spento oppure irraggiungibile.
Effettivamente ci restai molto male, passando l'ultima giornata libera a sospirare e controllare il telefono senza il minimo accenno di fermarmi. Volevo davvero parlargli così tanto, piegargli cosa mi era preso e chiedergli se Nosaka aveva avuto ragione, o era solamente qualcun'altro che stava provando a distruggere la nostra relazione. Speravo con tutta me stessa si trattasse della seconda opzione, a dirla tutta.
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13/07/20XX, 08:56
aaakane
Hey
Mi manchi, mi dispiace non aver risposto alle tue chiamate, qualche giorno fa, ma non mi sentivo davvero bene.
Vorrei davvero spiegarti tutto.
Contattami o chiamami appena te la senti, okay?
14/07/20XX, 19:21
E' tutto okay?
Sto iniziando a preoccuparmi, non stai rispondendo più.
14/07/20XX, 23:48
Spero di vederti domani, Ryouhei.
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Inutile dire che non rispose a nessuno dei messaggi, neanche la mattina dopo quando mi preparavo per dirigermi a scuola. Ero davvero stanca di quella situazione, volevo vederlo e abbracciarlo, dirgli che mi dispiaceva per aver dubitato di lui e cancellare ogni singola parola detta da Nosaka quella serata, e avrei fatto di tutto per rendere realtà quel mio pensiero.
Corsi fuori dal condominio dopo aver preso lo zaino e averlo controllato tre volte, imbucandomi poi nella strada principale e guardare sia a destra che sinistra, cercando dei capelli color argento che tanto amavo.
Non mi sarei arresa, lo avrei trovato e gli avrei parlato, costava quel che sarebbe costato.
Il mio respiro si mozzò quando i miei occhi incontrarono i suoi, anche se poi iniziai a notare tutti i cerotti sul suo viso e le varie fasce attorno alle sue braccia. Il mio cuore perse un battito per un millesimo di secondo, e il mio istinto primario fu quello di far cadere per terra lo zaino e prendergli il viso tra le mani, guardando da vicino gli ematomi presenti sui suoi zigomi. Avrei voluto così tanto chiedergli cosa gli era successo e perché era ridotto così, ma le parole mi morivano in gola ogni volta che provavo ad articolare un qualche tipo di parola.
-So cosa ti ha detto Nosaka. Ti prego, Akane, te lo chiedo in ogni lingua possibile ed immaginabile, non starlo ad ascoltare.-
Giurai di star per piangere, sentendo la sua voce così angosciata mentre mi prendeva le mani e, quasi come se avesse una strana ossessione, iniziò a baciarle delicatamente come faceva tanto tanto spesso. Restai ferma a guardarlo per qualche minuto, fino a quando non sentì l'esigenza di parlare per davvero.
-P-perché...perché? Cosa ti è successo?-
A quella domanda non mi rispose né in quel momento, né durante l'intera giornata, si assicurò solo di avermi accanto a lui il più possibile, facendo di tutto per tenermi lontano da persone che non conoscevo.
Non capivo cosa gli stava succedendo, a dirla tutta, ma provare a parlargli mi sembrava impossibile, dato che ogni volta che accennavo quel discorso, si chiudeva in se stesso e non apriva la bocca per minimo venti minuti, completamente immerso nei propri pensieri.Mi sentivo davvero inutile, in quel momento, perché sapevo che non potevo fare nulla per dargli una mano, soprattutto perché non mi dava la possibilità di capire cosa non stava andando bene. E questo non mi piaceva davvero per nulla. Insomma, una coppia affronta quasi tutto insieme, no?
La quarta ora era appena giunta al termine, e ciò significava che avremmo avuto dieci miseri minuti per riposarci e prepararci per l'ennesima lezione, ma la mia testa era in un'altro posto e pronta ad agire. Mi alzai e lo presi per mano, trascinandolo senza aprire bocca fino a uno dei bagni, ignorando completamente se fosse maschile o femminile. Dopo essermi accertata che non ci fosse nessuno, chiusi a chiave la porta e lo lasciai andare, fissandolo negli occhi con fare parecchio serio.
-Ohi, perché siamo qua? La lezione sta per comin--
-Cosa stai nascondendo?- Lo interruppi senza il minimo problema, aspettando la sua risposta con pazienza. Lo avrei lasciato in quel bagno fino a quando non mi avrebbe risposto, questo era poco ma sicuro!
Notai che sussultò preso alla sprovvista, mentre guardava ovunque tranne che la diretta interessata. Stava allora nascondendo qualcosa per davvero.
-Allora?- E lo vidi esitare qualche volta, prima di parlare per davvero.
-Nosaka. Nosaka non è il tipo di persona tu pensi che sia, lui--
-Io non so niente riguardo a Nosaka! Sì, ho fatto si che mi mettesse tutti questi dubbi in testa, ma io so soltanto che va alla Outei Tsukinomiya!- Esclamai completamente fuori di me, probabilmente dovevo far uscire quella frase da davvero tempo, soprattutto a giudicare dalla faccia sorpresa di Ryouhei. Non volevo assolutamente litigare con lui, volevo risolvere tutto quel bordello con Nosaka e poi andare avanti con la mia vita.
-Tu...tu non ti ricordi nulla? Quello che è successo quindici anni fa.- Mi disse a bassa voce, quasi sussurrando.
Quindici anni fa? Cosa diavolo è successo quando avevo cinque anni per avere così tanta importanza adesso?! A cinque anni io ero ancora la bambina del paese che dava le testate ai pali perché non vedeva dove andava!
Ryouhei vide la mia espressione e sospirò, iniziando a spiegare quello che intendeva.
-Nosaka Yuuma, so che questo nome non ti dice un bel nulla, ma dovrebbe, in realtà. Abitava nel tuo stesso paese ed eravate migliori amici, stavate ogni singolo giorno insieme e nessuno riusciva a staccarvi. Lui andava già alle elementari e aveva dei voti molto alti in ogni materia, ma il suo unico problema era la vista. Era cieco da un'occhio, e questo gli impediva di essere un bambino normale, dato che lo prendevano in giro. Tu sei stata l'unica che lo ha accettato per davvero.-
Ero dannatamente confusa in quel momento. Nosaka Yuuma era il mio migliore amico?? No, impossibile, non mi ricordavo nessuno con quel nome nella mia infanzia, già parecchio oscurata e complicata da ricordare. E poi lui sembra molto sano, doveva essere una bella bugia, quella che mi stava raccontando.
-Non mentire, Ryouhei! Io...io non conosco nessuno Nosaka Yuuma e sicuramente non l'ho mai visto prima di due settimane fa!-
-Non sto mentendo, Akane, sto dicendo davvero la verità! Te ne sei dimenticata per un trauma o cose simili.- Rispose provando ad avvicinarmi a me, ma sempre più dubbi ormai c'erano nella mia testa.
-P...perché adesso sembri così tanto amico suo, eh?! Non vi odiavate?!- Urlai alla fine, sempre più pallida e la voce molto più tremolante di quanto avrei voluto.
-Perché mi ha spiegato tutto e ho capito ad aver sbagliato a giudicarlo. Per favore, ascoltami.-
E proprio mentre mi accingevo a negare con la testa, un forte capogiro mi fece cadere per terra, mentre facevo molta fatica a tenere gli occhi aperti. Non riuscivo a sentire praticamente nulla all'infuori del sangue che pompava e il battito accelerato del mio cuore. Non sentivo Ryouhei che urlava e provava a farmi tornare in me, e neanche i professori che entrarono nel bagno con le chiavi di riserva.
Non sentivo nulla, e non percepivo nulla.
Ero nuovamente da sola.
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instagram; haikane
Fanfiction@r.haizaki ha accettato il tuo follow! - - - Dove Miyano Akane, una studentessa di medicina alla Seishou Gakuen, prende una cotta per il capocannoniere della squadra di calcio della scuola, Haizaki Ryouhei.