Quando mi risvegliai, la prima cosa che notai fu il soffitto bianco della mia stanza e il lampadario, insieme a un mal di testa terribile. Mi guardai in giro un'po confusa e affermai il fatto di essere in camera mia, nel mio caldo futon, e, a giudicare dal colore del cielo all'esterno, dovevano essere le sette, come minimo.
Il mio cervello stava ancora cercando di capire come mi fossi ritrovata a casa, quando l'ultima cosa che ricordavo era salire sul treno ed appisolarmi accanto a una vecchietta. Avevo un vuoto di memoria, dimenticandomi completamente cos'era successo in quelle paia di ore.
L'unica cosa che però era chiara era il fatto che, guardandomi le mani, avevo il mio pigiama e sopra la felpa che Haizaki mi aveva prestato quella mattina.
Ecco cosa mi ero dimenticata! Dovevo riportargliela il prima possibile!
Riuscì ad alzarmi in piedi con non poca difficoltà, inciampando a momenti nella coperta, per poi stringermi più nella felpa rabbrividendo per il freddo, aprendo la porta. Sentì un lontano chiacchiericcio, probabilmente la nonna aveva invitato qualche amica a casa, mentre riposavo.
Mia nonna tendeva ad essere solare e vivace come me, a volte sembrava vent'anni più giovane di quanto lo era, soprattutto perché, in realtà, non era neanche troppo anziana, era diventata nonna molto molto presto.
Quando nacqui io, mia nonna aveva a malapena quarant'anni e mia madre venti. Mia mamma è sempre stata una ragazza che andava di persona in persona, sin da giovane, fino a quando trovò mio padre e, BOOM, arrivai io senza essere stata minimamente programmata. I miei nonni erano furiosi, dato che mio padre era ancora all'università, che però dovette lasciare per cominciare a lavorare.
Non si amavano, i miei, erano stati obbligati a sposarsi perché mia madre era in dolce attesa, e i nonni materni erano molto religiosi. Non accettavano la mia nascita fino a quando non avessero messo le fedi agli anulari dei futuri genitori. Non che non fossi mai stata amata, anzi! I miei nonni, tutti e quattro, mi viziavano dal momento in cui avevano scoperto fossi nata femmina e i miei genitori, pur non avendomi programmata, restarono in lacrime e promisero di crescermi come si deve. Da quanto posso ricordare, dato che ero molto molto piccola, i miei genitori si separarono il prima possibile, pensando fosse decisamente stupido rimanere sposati se non riuscivano ad innamorarsi l'uno dell'altra. Mia mamma aveva l'amante e mio padre pure, così fu mio padre ad andarsene, venendo a visitarmi ogni mese.Tornando a mia nonna, io e lei avevamo un rapporto molto stretto, dato che mia mamma lavorava molto e mi lasciava spesso a casa da sola, se non fosse stato, appunto, per mia nonna. Mi portava ovunque e, una volta, mi aveva portata a Nara per il mio compleanno, sapendo quando amassi i cervi e quanto avessi voluto vederne uno da vicino.
Tutto sommato, la mia infanzia non è stata un completo fallimento, anche se avrei voluto nascere in delle condizioni migliori.
Camminai lentamente verso il piccolo salotto, mentre mi tenevo la testa con una mano. Se non fosse stato per la rumorosa risata che lasciò andare mia nonna, probabilmente non sarei andata a sbattere di faccia contro al muro, cadendo poi sul mio sedere come una pera cotta. Ci mancava anche un bel bernoccolo in testa!
-Toh, Lazzaro si è finalmente svegliato!- Esclamò la più anziana non appena mi raggiunse, tirandomi in piedi per un braccio e facendomi camminare lentamente verso il kotatsu.
-Potevi almeno dirmi che avevi portato un ragazzo a casa, avrei messo su la pentola più grande!- E io la fissai un'po confusa, mentre mi rimboccava le coperte per riscaldami le gambe.
Ragazzo...? Io non ho portato proprio nessuno a casa, anzi, non so neanche come ci sono arrivata!Alla vista della mia espressione confusa, lei sospirò e mi prende con le mani il viso, facendomelo voltare dalla parte opposta.
-Oh...-
-E' tutto quello che hai da dire, Miyano? E' la seconda volta in due giorni che ti trovo incosciente nella metrò e che ti porto in spalle. Secondo me sono proprio i treni a renderti instabile.- Disse l'unico ragazzo tra di noi, mentre provava a mascherare con la propria mano un mezzo sorriso.
-H-h-h-haizaki-kun!- Esclamai completamente rossa in viso, persino il dolore alla testa e alla fronte mi passò per un secondo. Ma che ci faceva qua, adesso?!
Lo sentì scoppiare a ridere, gettando indietro la testa, mentre mia nonna gli dava man forte, ma diamine, come si poteva essere così dannatamente attraenti solamente ridendo?! Pensavo di aver già passato la fase del "balbettare ogni volta che lo vedo", anzi, ne ero sicura!-Akane, fattelo dire, sei negata con le persone!- Disse mia nonna tra le risate, provando ad asciugarsi gli occhi. Sono così tanto divertente? Beh, iscrivetemi allora in un circo, almeno ci guadagno un'po!
Dopo che entrambi si ripresero e smesso di ridere, vidi mia nonna alzarsi e guardare verso Haizaki.
-Ti piacerebbe restare per cena? Adesso che la Bella Addormentata si è degnata di alzarsi, possiamo anche mangiare. Hai detto che non vivi molto lontano da qua, sbaglio?-
-Non sbaglia, Miyano-san, abito due edifici più avanti.-
-Oh, tesoro, puoi chiamarmi nonna!-
Eh...? Scossi piano la testa per provare a capire meglio cosa mia nonna aveva appena detto.
A-aveva detto ad Haizaki di chiamarla "nonna"? Cosa diamine intendeva?! E perché mi stanno guardando entrambi, in questo momento?!-C-che c'è?- Chiesi un'po innocentemente, pregando che il mio rossore sia più o meno coperto da il fondotinta. Fondotinta che, al tatto, mi avevano tolto. Diamine, mi avevano anche struccata! Non avevo alcuna chance, ormai!
-Niente, tesoro, volevamo solo assicurarci che la febbre non fosse salita, il tuo viso è completamente rosso.- Disse la più anziana, ridacchiando sotto ai baffi, mentre si avvicinava a me per slegarmi i capelli e pettinarmeli piano con le dita. Guardai con la coda dell'occhio Haizaki, anche se rimasi un'po delusa nel notare che aveva voltato il viso da un'altra parte.
Ciò che non potevo sapere al momento, però, era che le sue gote avevano raggiunto la mia stessa colorazione.
Una volta avermi legato i capelli in una morbida treccia per tenermeli lontani dal viso, mia nonna posò le labbra contro la mia fronte, sbuffando poco dopo.
-Sei ancora molto calda, è meglio se domani resti a casa a riposare, non voglio trovarti a Disney World a spaventare i bambini da quanto sembri uno zombie, capito?- Ridacchiai leggermente, ma annuì, così lei si alzò e si rintanò in cucina, canticchiando qualche canzoncina sotto voce.
Da quel momento, nessuno dei due fiatò, almeno per qualche minuto, fino a ricordarmi che il proprietario della felpa che avevo addosso era a meno di mezzo metro da me, era il momento giusto per ridargliela!
Mi tolsi velocemente la felpa e gliela porsi balbettando qualche parola un'po imbarazzata. Sentendosi preso in causa, Haizaki voltò la testa verso di me e sorrise leggermente, prendendola, ma solamente per poi posarmela nuovamente sulle spalle.
-Non preoccuparti, serve più a te che a me. Te la regalo volentieri.- E mi sorrise per la primissima volta.
E ci mancò poco che svenni nuovamente, soprattutto dato che le sue mani erano ancora posate sulle mie spalle.
Al sentire di un fischiettio da parte di mia nonna, ci girammo di scatto verso di lei, vedendola ghignare come lo Stregatto.
-Allora, ragazzi, raccontatemi un'po come vi siete conosciuti.-
Oh oh...sarà una lunga serata.
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instagram; haikane
Fanfic@r.haizaki ha accettato il tuo follow! - - - Dove Miyano Akane, una studentessa di medicina alla Seishou Gakuen, prende una cotta per il capocannoniere della squadra di calcio della scuola, Haizaki Ryouhei.