CAPITOLO 5

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Londra, 8 Maggio 2014 ore 16:00

"Vogliamo andare??" parecchio stizzita dalla lentezza alquanto irritante della sua amica nel compiere anche le azioni più facili come allacciarsi le scarpe, Effy intimava di sbrigarsi mandando più volte occhiate all'orologio che sembrava divertirsi nel metterle ansia con quelle lancette che scorrevano, scorrevano e scorrevano! 

Era passata solo una settimana da quella notte. Quello stranissimo accaduto che le aveva lasciato un turbine di emozioni ma anche una bufera di pensieri. L'inaspettato incontro con il padre di Freddie si era rivelato un ottimo trampolino per fare un tuffo nel suo profondo e ghiacciato passato che l'aveva logorata al punto tale da non voler più saperne di quella vita. Per questo si era trasferita a Londra, per ricominciare. Ma quella sera aveva di nuovo cambiato tutto. Da quella sera non faceva altro che nuotare nella gelida ed insidiosa piscina dei ricordi. In modo ingestibile, quasi spaventoso per lei che era ormai abituata a tenere tutto sotto controllo. Non poteva più placare il suo animo indomabile ora che quel nome, Freddie, da sempre scalfito nel suo cuore, era stato calcato. Calcato da quella conversazione che Effy aveva avuto con il Signor McLair, ridotto ormai ai minimi termini e che, in mezzo al trambusto del suo cuore e della sua mente, le aveva fatto capire in qualche modo cosa dovesse fare. Sentiva, Effy, di avere una missione. Sentiva il bisogno di trovare finalmente una risposta ad i suoi innumerevoli 'perchè', sempre volontariamente soppressi, e anche per riuscire forse a colmare quel suo vuoto. E lei sapeva benissimo cosa, o meglio chi, riusciva a colmarlo. Lui era la sua missione. Freddie era la sua missione.

"Se non la smetti di mettermi sotto pressione, tolgo queste cazzo di scarpe ospedaliere che tu insisti a chiamare 'moda' e ritorno sotto le coperte." Rispose altrettanto stizzita Katie indicandola con un dito a mo' di minaccia. Effy la guardò senza espressione, per nulla intimorita dai modi della rossa. "Lasciarti qui non sarebbe una cattiva idea se solo tu non fossi così...così..." pensò ad una parola che potesse definire perfettamente Katie.

"Così..??" incalzò quell'irresponsabile finalmente pronta e in piedi.

Effy si fece sfuggire un debole sospiro "Lascia stare..andiamo.." Colse la palla al balzo. Approfittò di quel breve attimo per riuscire a trascinare lei e la sua amica fuori di lì e partire.

'Bambina'. Questa era la parola alla quale aveva pensato per definire Katie. Ma non aveva avuto il coraggio di dirglielo dato che, in quella circostanza, in quel particolare momento della sua vita, in primis si sentiva bambina proprio lei. E si sa che i bambini da soli non se la sanno cavare. Hanno bisogno di un supporto, fisico ed emotivo, da parte di figure che sappiano prenderli per mano e aiutarli a percorrere la strada, soprattutto quando è sterrata. Ed Effy era proprio arrivata nel punto in cui la strada è sterrata e l'unica persona che avrebbe accettato, senza obiettare, di caricarsi di una parte delle sue responsabilità, paure e preoccupazioni per alleggerirla un pò, era proprio sua madre. 

E' lì che stava andando con Katie. Eh si, sarebbe ritornata a Bristol.

Le due ragazze entrarono nella umile auto, seppure ben tenuta, di Effy e partirono facendo prima un veloce resoconto di tutto ciò che avevano portato con sè, per assicurarsi di non aver dimenticato nulla.

"Quanto pensi di rimanere?..Hai un progetto da portare avanti, ricordi?" le chiese con un filo di voce Katie appena svegliatosi da un riposino.

Effy continuava a guardare davanti a sè per non distrarsi ed in un primo momento non diede alcun cenno di risposta. Stava guidando in una zona a lei sconosciuta e l'ultima cosa che voleva era perdersi. 

"Da quando ti preoccupi del mio lavoro, o meglio..del nostro? ...Credevo che questa vacanza ti avrebbe fatto piacere.." asserì Effy a tono sempre con gli occhi inchiodati alla strada. Ecco un'altra peculiarità della nuova Elizabeth: la prudenza. Un tempo agiva senza un briciolo di responsabilità e razionalità, ritrovandosi il più delle volte in situazioni compromettenti nelle quali l'istinto, che l'accompagnava fino a quel punto, spariva e lei restava sola ed impaurita.

Vuoti incolmabili #EffyStonemDove le storie prendono vita. Scoprilo ora