Posso volare? Con il vento e la pioggia nei capelli e le braccia spalancate, sembra sia possibile. Forse se riuscissi a trovare il coraggio per saltare dallo stretto parapetto, potrei librarmi nella notte, come un uccello con ali possenti.
Forse poi potrei ricongiungermi a lei.
«Cosa stai facendo?», chiede Micha, con la voce più alta del normale. «Scendi da lì. Ti farai male». I suoi occhi turchesi mi trafiggono attraverso la pioggia e le mani sono appoggiate sulle travi al di sopra della sua testa, come se fosse indeciso se salire sul parapetto.
«Non credo lo farò», rispondo. «Credo che potrei essere in grado di volare... proprio come lei».
«Tua madre non poteva volare». Si tiene in equilibrio sulla ringhiera e guarda in basso verso l'acqua torbida, molto al di sotto dei nostri piedi. «Che droga hai preso?»
«Ho preso una delle sue vecchie pillole». Chino la testa all'indietro e mi godo la pioggia sul viso. «Volevo solo capire cosa provava lei perché credeva di essere invincibile». Micha fa un passo sulla trave sotto di lui con le braccia allargate e i suoi pesanti stivali scivolano sul "metallo bagnato. Un fulmine guizza sopra le nostre teste e si schianta a terra.
«Tua madre non sapeva quello che faceva, ma tu sì». Aggrappandosi con una mano al filo metallico sopra di noi, allunga l'altra mano verso di me. «Ora vieni qui. Mi stai spaventando a morte».
«Non so se posso», replico piano, mentre risollevo la testa e giro il viso verso di lui. «Non sono sicura di volerlo».
Azzarda un altro passo e le sue folte ciglia sbattono furiosamente contro il diluvio. «Sì, lo vuoi. Sei più forte di quanto credi». La sua mano mi implora con un gesto. «Per favore, dài, vieni qui».
Mentre fisso l'acqua nera sotto "di me, il mio corpo comincia a lasciarsi andare.
«Per l'amor di Dio, Ella!», urla Micha, il tono è acuto, i muscoli tesi. «Dammi la mano!».
Mi scuoto dallo stordimento e aggancio le mie dita alle sue. Con l'altra mano, lui mi cinge la vita e mi solleva oltre la ringhiera. I miei piedi si assestano sul cemento del ponte allagato dalle pozzanghere. Le luci sulle traverse illuminano la notte e l'auto di Micha è parcheggiata in mezzo al ponte, con la portiera del conducente aperta e il motore e i fari accesi.
Poi anche lui salta oltre la ringhiera e mi stringe tra le braccia, con sicurezza, come se avesse paura di lasciarmi andare. Per un secondo "mi sento bene, leggera e senza controllo. Gli appoggio il viso al petto, e la stoffa bagnata mi inumidisce la pelle intirizzita.
Il suo odore mi porta in un luogo in cui vorrei tornare... la mia infanzia. Allora le cose non erano così pesanti perché ero troppo immatura per comprendere appieno la realtà della vita.
Micha arretra e mi scosta i capelli bagnati dagli occhi. «Non farmelo mai più. Non posso farcela senza di te».
Ma ha bisogno di prendere in considerazione la vita senza la percezione che ha di me, perché non so per quanto riuscirò a continuare senza affogare.
«Micha io...». Lo guardo nei suoi occhi mi chiude le labbra.
Sa cosa sto per dire... lo sa sempre.
È il mio migliore amico, la mia anima gemella. In un mondo perfetto, pieno di rose e di sole, staremmo insieme, ma questo mondo è pieno di famiglie disastrate, padri ubriachi e madri che si arrendono facilmente.
«Mi dispiace». Mi aggrappo a lui come se gli stessi dicendo addio. «Non volevo più pensare. C'erano troppe cose e la mia mente non voleva rilassarsi. Ma ora è tutto a posto. Riesco di nuovo a pensare con chiarezza».
Mi prende il viso tra le mani, il suo pollice è caldo quando mi sfiora leggermente gli zigomi. «La prossima volta vieni da me... non metterti "solamente a correre. Per favore. So che le cose sono difficili in questo momento, ma andrà meglio. Abbiamo sempre superato tutto ciò che di brutto ci è arrivato addosso». Piccole gocce di acqua compaiono piano fra le sue ciglia, scivolano lungo le guance e sopra le labbra piene. C'è un cambiamento nell'aria, lo sento da molto tempo.
Le sue labbra si schiudono. «Ella, io ti...».
Premo le mie labbra contro le sue, facendolo tacere e mescolando i nostri corpi. Permetto alla sua lingua di accarezzare la mia, gli lascio succhiare la pioggia dal mio labbro inferiore e assaggiare il mio sapore. Ci inarchiamo uno sull'altro, come se non ne avessimo mai abbastanza "e il calore scorre attraverso i nostri vestiti zuppi, scaldandomi la pelle.
Potrei lasciare che continui per sempre, ma sarebbe sbagliato.
La ragazza che lui crede di amare ha bisogno di sparire. Non voglio che questa notte sia irreversibile, quindi mi stacco, respirandolo per un'ultima volta. Poi mi allontano a piedi, lasciandolo sul ponte, sotto la pioggia, insieme alla vecchia Ella.
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Non lasciarmi andare
RomanceA volte i sentimenti di una profonda amicizia vengono confusi e diventano qualcosa di più profondo e avendo paura che il legame si spezzi a causa di questo cambiamento scappi dalla tua città pensando di poter dimenticare tutto ma....una volta ritorn...