Capitolo 6

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MICHA

Il dolore nei suoi occhi quasi mi uccide. Se fosse possibile, tornerei indietro nel tempo e le impedirei di scendere da quel dannato albero in quella dannata, terribile notte. Forse allora, avrei ancora la mia migliore amica.

Decido di fare una sosta casuale, per cercare di distrarre Ella dai suoi pensieri. Parcheggio la macchina in uno spiazzo di fronte alla piccola caffetteria situata nel cuore della città, fra Stop n' Shop e Bubba's Sports Barn. Spengo il motore e aspetto pazientemente il suo rimprovero.

Lei arrossisce quando capisce dove siamo. «Micha, non sono proprio dell'umore, ora. Ho delle cose da fare e anche Lila».

«Dài, non mi vedi suonare da una vita», cerco di convincerla, con la mia miglior voce seducente. «Farò solo una canzone. Dentro e fuori, e abbiamo finito».

«A me sembra un'idea carina», interviene Lila dai sedili posteriori, rilassandosi finalmente, ora che siamo lontani dalla roulotte di Grady. «Mi piace ascoltare le band e il cantante del gruppo è sempre sexy».

«Micha suona la chitarra e canta da solo», dice Ella con un guizzo di possessività negli occhi. «Non è il cantante di un gruppo. È un cantante solista».

«Per me è uguale». Lila dà un buffetto sulla testa a Ella, in un modo che lascia intendere che sia una specie di gioco privato fra di loro. «Con un gruppo o senza, un ragazzo che suona e canta è eccitante».

Faccio un sorriso carismatico e mi piego verso il cruscotto. «Avanti, bellezza». Mi attorciglio una ciocca dei suoi capelli intorno al dito. «Sai di voler entrare e guardarmi essere eccitante e sexy mentre canto su un palco. Lo so che ti è mancato».

Strizza gli occhi verso di me mentre cerca di trattenere un sorriso. «Sai che quella voce non funziona con me. Ti ho visto usarla troppe volte, con troppe ragazze».

«Non la uso con una ragazza da quando tu sei partita». Lascio che la verità venga fuori. Ero solito andare e venire a mio piacimento con chiunque mi paresse, ma una volta che le cose iniziarono a cambiare nella nostra amicizia, divenne subito chiaro che il vuoto che stavo cercando di riempire era dentro di lei. «E non voglio usarla su nessun...».

Mi tappa la bocca con la mano. «Entrerò con te, ma solo se la smetti di parlare di cose che mi fanno sentire a disagio».

«Aspetta. E la mia macchina?». Lila si sporge in avanti e si sistema i capelli guardandosi nello specchietto retrovisore. «Si sta facendo tardi. L'officina non chiuderà a breve?». Sposto la mano di Ella dalle mie labbra e intreccio le dita alle sue. «Saremo di ritorno in tempo. Lo prometto».

Ella esita, fissando la caffetteria come un topo che sta per entrare nella tana di un leone.

Dà un'occhiata alle nostre mani, e poi il suo sguardo si alza, passando rapidamente sulle mie labbra e dissolvendosi nei miei occhi. «C'è ancora qualcuno che frequenta quel posto?»

«Allora... Kelly e Mike, e anche Renee e Ethan», rispondo. «Grantford non si fa più vedere molto da queste parti».

Le sue labbra piene si increspano in un sorriso. «Perché tu l'hai preso a pugni in faccia». «Potrebbe essere uno dei motivi». Rispondo al suo sorriso e le lascio la mano per uscire dall'auto. Mi sembra quasi di poter arrivare da qualche parte con lei.

Salta fuori dall'auto e si stiracchia, inarcando la schiena e tendendo in fuori il petto. Mi fa venire voglia di strapparle la maglietta, trascinarla sui sedili posteriori e farle cose che non ho mai fatto prima con nessuno di cui mi importasse.

«Cosa stai guardando?». Si tira verso il basso l'orlo della canotta per coprire la pancia. Non ha davvero idea di quanto sia bella. Non l'ha mai avuta. Perfino durante la sua fase punk/gotica era una bomba.

Non lasciarmi andareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora