Capitolo due - Riconoscenza

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Dove vedete * sono scene flashback!








"Louis, puoi dirci qualcosa in più su come si è formata la band?" Chiese la donna che li stava intervistando. "Non vi conoscevate prima degli Escapade, giusto?"
Louis scosse la testa, appoggiandosi allo schienale della comoda poltrona in pelle. Una telecamera era puntata sul suo viso, Liam era seduto alla sua destra, mentre Zayn alla sua sinistra. "No, non conoscevo questi ragazzi prima di essere messi insieme nella band. Veniamo da posti completamente diversi."
"Ma tutti e tre facevate musica anche prima, non è vero?" Chiese ancora la donna. A Louis piaceva abbastanza. Non aveva ancora fatto domande su ragazze e fidanzate, ma si era concentrata soltanto sulla loro carriera e sulla musica.
"In un certo senso, si." Louis indicò Liam. "Lui aveva già provato con X-Factor, ma poi è stato scartato ai Bootocamp."
"Ero troppo giovane," aggiunse Liam. "Simon mi mandò a casa dicendomi di tornare tra un paio d'anni. Ma non riuscii mai a ripresentarmi ai provini perché mi chiamò l'anno dopo, offrendomi un posto negli Escapade."
"E tu cosa ci racconti, Zayn?"
Zayn scrollò le spalle e Louis capì che non era a suo agio con quella domanda. "Io ho cantato a qualche evento, come matrimoni e cose così. Ma lo facevo soprattutto per guadagnare qualche soldo per poter andare all'università. Ad uno di questi eventi qualcuno mi girò un video e lo postò poi su YouTube. Divenne molto popolare sul web ed il giorno dopo mi arrivò una e-mail da parte della Syco."
"Come Justin Bieber," fece notare la donna.
Zayn rise piano, ma suonò molto falso e forzato. Louis sapeva quanto odiasse quel paragone. "Si potrebbe dire così, si."
La donna si rivolse poi di nuovo a Louis. "Tu prima eri in un'altra band, vero Louis?"
"Io avevo mandato una demo," il giovane evitò la domanda. "Solito vecchio metodo. Ma, per un colpo di fortuna, ricevetti una risposta dalla casa discografica un paio di mesi dopo. Quasi mi ero dimenticato di quella demo mandata un po' così, per scherzo. Fu una vera sorpresa per me, ma immagino che era così che doveva andare."
Tralasciò i dettagli di come il suo cuore aveva perso mille battiti quando aveva letto la mail, di come la paura avesse preso il sopravvento sul suo corpo, di come le insicurezze avessero iniziato ad opprimerlo. Era stato sorprendente sotto tanti punti di vista, e forse non è stato assolutamente un caso.
"Parte del vostro successo deriva dall'enorme chimica che dimostrate tra di voi." La donna li guardò, sorridendo in modo gentile. "Andate davvero così d'accordo?"
Liam rise. "In realtà ci odiamo da morire. È tutto solo per le telecamere."
"Non penso che si possa fingere un'amicizia come questa," aggiunse Louis.

"Insomma, noi tre abbiamo un rapporto davvero speciale perché ci sono cose che capiamo soltanto noi. Tutti abbiamo altri amici al di fuori della band," rifletté Zayn. "Ma nessuno di loro sa cosa significa vivere questa vita. Con Louis e Liam posso parlare di qualsiasi cosa, e loro mi capiscono sempre perché sono nella mia stessa identica situazione."
Louis annuì. "Di sicuro la situazione sarebbe stata diversa e pressoché imbarazzante se avessimo avuto uno stronzo nella band. Fortunatamente, siamo tutti piuttosto gentili e disponibili gli uni nei confronti degli altri."
Liam sollevò un sopracciglio, sorridendo a Louis.
"Accontentati di questo," lo avvertì il giovane, e Liam gli fece l'occhiolino.
Il resto dell'intervista passò in modo abbastanza tranquillo, quindi quando la donna terminò con le domande e si allontanò, Louis non si sentiva particolarmente esausto. Di solito, dopo una giornata piena di interviste passate a rispondere sempre alle stesse domande più e più volte, si sentiva davvero spossato. Invece stavolta era filato tutto liscio e lui era ancora abbastanza energico.
"Una macchina è parcheggiata qui fuori, vi riporterà in hotel," spiegò un membro del loro team. Era un ragazzo nuovo e Louis non ricordava il suo nome. Marcel, probabilmente? Comunque sia, era davvero carino con quel suo maglione, la camicia abbottonata fino al collo ed un paio di pantaloni grigi, anche se i suoi occhiali erano fin troppo grandi per il suo viso. A Louis ricordava un certo qualcuno quando distribuiva goffamente le cartelle ed inciampava nei suoi stessi piedi. Questo era il motivo per il quale tendeva ad ignorare Marcel per la maggior parte del tempo. "Avete circa due ore poi Lou e Caroline vi aiuteranno a prepararvi per i Grammy che si terranno questa sera."
Vennero scortati fuori e non appena furono saliti in macchina, Zayn scivolò al fianco di Louis. Si accoccolò contro il suo corpo e sospirò stanco. "Svegliami quando arriviamo."
Louis allora allungò un braccio e lo poggiò intorno alle spalle del moro,  le sue dita scivolarono nei capelli corti e scuri sulla nuca del giovane.
"Certo che per lui ogni occasione è buona per farsi una dormita," disse Liam, seduto di fronte a loro nello spazioso van.
"Beh, buon per lui," mormorò Louis. "Io mi sento sempre stanco, come se non riuscissi mai a dormire abbastanza."
"E' colpa del jetlag."
"E' colpa di questo lavoro."
Liam allungò le gambe per colpire gentilmente lo stinco del castano con un piede. "Tanto so che lo ami."
Ed era vero. Amava ogni singolo pezzo della sua vita. Specialmente Zayn e Liam – se non fosse stato per loro, Louis non sarebbe mai arrivato dove si trovava adesso. Questo era il pensiero più rassicurante e, allo stesso tempo, più deprimente riguardo alla sua vita.
Se fosse stato da solo, Louis sarebbe rimasto bloccato in quella minuscola cittadina in Inghilterra, a cantare e suonare in una band che non sarebbe andata da nessuna parte, una band che sarebbe stata sempre e solo un passatempo. Avrebbe studiato per diventare insegnante a Manchester, avrebbe lavorato part-time in una minuscola libreria, sarebbe andato a bere una birra tutte le sere con gli amici.
Ma soprattutto, ogni sera sarebbe tornato a casa da un ragazzo con graziosi riccioli, occhi luminosi e il cuore più gentile e grande del mondo.
Prendendo un profondo respiro, Louis distolse lo sguardo dal volto di Liam e guardò fuori dal finestrino. Los Angeles scorreva via, veloce e sfocata; non c'era un singolo particolare su cui il giovane potesse concentrarsi per più di un secondo.
"Hai qualcosa in programma per quando torneremo a Londra?" Chiese Liam all'improvviso.
Louis scosse le spalle, continuando a guardare fuori dal finestrino. Zayn intanto respirava piano contro la sua spalla, il tessuto della sua maglietta assorbiva il suo respiro caldo e costante. "Dormire," rispose. "Andare a trovare mia mamma e le ragazze. Il solito."
"Saremo in pausa per due settimane, amico," gli ricordò Liam. "Sicuramente andrò a trovare la mia famiglia, ma ci sarà anche tempo per una vacanza. Che ne dici di Puerto Rico?"
"Bello," ammise Louis. "Soprattutto dal momento che in Inghilterra si congelerà."
"Dovresti davvero pensare ad un posto, Lou," gli spiegò Liam. "E staccare un po' la spina. Riposare come si deve e rilassarti sotto il sole, su una spiaggia privata, mentre un cameriere personale ti serve tutti i cocktail che desideri. È per questo che lavoriamo così tanto."
"Portaci la tua famiglia," gli suggerì piano il castano. "A loro piacerebbe."
"Louis." Il tono di Liam era pieno di rassegnazione.
"Rimarrò a Londra, mi rintanerò nel mio appartamento e guarderò serie tv per due settimane," decise Louis. "E' questo quello di cui ho bisogno in questo momento."
Liam sospirò, ma poi annuì. "Se lo dici tu."
Louis gli lanciò un'occhiata e sorrise, sperando di sembrare abbastanza convincente. "Dico davvero."










Empty Skies (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora