Capitolo tredici - Fede

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"Baby Blue?"
Harry gemette, nascondendo la faccia nel cuscino. La stanza era ancora buia e la voce di Louis risuonava metallica attraverso il cellulare.
Per un momento, Harry fu tentato di non rispondere, ma quando aveva aperto di forza un occhio e aveva visto il nome del maggiore sullo schermo, ci aveva ripensato subito. Poteva essere qualcosa di veramente importante, dopotutto.
Successivamente però, se ne pentì amaramente. Louis, a quanto pare, lo aveva chiamato solamente per chiacchierare.
"Sono le cinque del mattino, Lou."
"Del mattino, appunto," puntualizzò Louis, troppo sveglio per i suoi gusti. "Non di notte."
"È ancora troppo presto."
"Ho ricevuto la tua mail," dichiarò il maggiore. "Qualche giorno fa, in realtà, ma ho aperto il file che mi hai inviato soltanto oggi."
"Lo avevo immaginato," rispose Harry, rotolando sulla schiena e sforzandosi di aprire gli occhi. "Non dovevi chiamarmi subito però, un messaggio sarebbe stato sufficiente."
"Hai scritto una canzone su di me e l'hai chiamata Baby Blue, Harry." Louis pronunciò il titolo come se potesse fargli capire, in quel modo, quello che stava pensando realmente.
Harry, però, non ne aveva la minima idea.
"Quindi?"
"Baby Blue?!" Ripeté Louis, incredulo.
"Hai gli occhi azzurri." Disse Harry, sedendosi sul letto e appoggiandosi alla testiera. "E sei il mio piccolo."
"Vaffanculo, non lo sono. Tu sei il mio piccolo." Sbuffò Louis.
"Penso che la canzone faccia capire il contrario." Sorrise lui tra sé e sé, stiracchiandosi pigramente.
Louis rimase in silenzio per un momento ed Harry si aspettava una nuova discussione da un momento all'altro. Invece, la voce del maggiore suonò soltanto un po' dubbiosa quando parlò di nuovo.
"Pensavo che non volessi scrivere canzoni su di me."
Harry fece un respiro profondo. "Non sto scrivendo di quanto sei cazzone," rispose, smuovendo il piumone con la mano libera. "Sto scrivendo di quello che mi rende felice - e tu fai proprio questo, mi rendi felice."
"Tu sei troppo," gemette Louis ed Harry sentì la voce del maggiore farsi più imbarazzata, sicuramente era anche arrossito. "Non posso gestire tutto questo."
Ridendo, Harry inclinò la testa all'indietro, chiudendo gli occhi. "Non devi saper gestire il tutto, lo farò io. Sei il mio piccolo, ricordi?"
"Tu sei pazzo."
"Sai cosa fa rima con Baby Blue?"
"No," rispose Louis con tono confuso. Poi fece uno strano verso prima che lui potesse dargli la risposta. "No, Harry!"
"Baby Blue, Rululu." Cantò felicemente, ripetendolo più e più volte.
"Smettila!" Esclamò Louis, sogghignando divertito dall'altro capo del telefono. "Non registrerai una canzone del genere."
"Lo farò, invece," lo informò Harry. "I miei produttori la adoreranno, ha un grandissimo potenziale."
"Non lo permetterò," protestò ancora il maggiore. "È imbarazzante."
"Lo è anche 'il sole trasforma le tue lacrime in oro puro', Louis," disse il riccio. "E non eri troppo imbarazzato per scrivere quello."
"Io non ho-"
"L'ho letto sul tuo quaderno." Harry fissò il libretto di cuoio sul comodino. "L'hai dimenticato qua."
"Non ti ho dato il permesso di leggere le mie cose!" Esclamò Louis di rimando.
"Ma non mi hai nemmeno detto di non guardarlo. Sono tutte canzoni tristi..." Mormorò lui, abbassando la voce. "Hanno reso triste anche me."
"Non sono- non intendevo-" Louis si bloccò all'improvviso ed Harry lo sentì inspirare profondamente dall'altro capo del telefono. "Sono tutti testi molto vecchi."
"Hm," borbottò il riccio. "Sono contento che tu abbia deciso di non registrare nessuno di quei testi."
"Nessuno li ha mai letti," rispose Louis con tono indifferente. "Erano solo miei, pensieri del momento."
Harry esitò, riflettendo su quello che potevano significare le parole del maggiore. "Mi dispiace di averli letti."
"Va tutto bene," rispose Louis, suonando indifferente. "Tu non sei come tutti gli altri."
Il suo cuore iniziò a battere più velocemente. "Giusto, sono il tuo piccolo, a quanto pare."
"Esattamente."
Harry capì che il maggiore stava sorridendo di nuovo dal suo tono di voce.
Per un momento, tra loro scese un silenzio confortevole. Harry chiuse di nuovo gli occhi, leccandosi le labbra. Immaginò di avere Louis accanto a lui, il corpo caldo del ragazzo con addosso solamente una delle sue magliette. Harry non gliel'avrebbe sfilata, avrebbe semplicemente infilato una mano sotto la stoffa per accarezzargli dolcemente la pelle.
"Ehi Lou," mormorò piano. "Cosa stai indossando adesso?"
"Oh mio Dio Harry, si inizia sempre così nei porno."
"Hai capito cosa voglio fare, vero?"
"Non farò sesso telefonico con te!" Esclamò Louis turbato.
Harry fece scivolare una mano sotto al piumone. "Sai cosa sto facendo..."
Sussurrando un'imprecazione, Louis sembrò muoversi dall'altro capo del telefono perché Harry sentì dei rumori in sottofondo. "Smettila di toccarti."
"Mi hai svegliato da un sogno bellissimo," rispose lui, sospirando per il sollievo che gli stava dando il tocco delle sue dita. "Il minimo che puoi fare è rimediare."
"Che tipo di sogno?" Volle sapere Louis.
"Ero su un'isola tropicale, sabbia bianca e mare cristallino, il sole spendeva alto nel cielo blu," cominciò a descrivere Harry, chiudendo gli occhi. "Ero nudo e un bellissimo ragazzo mi stava baciando, mi ha fatto stendere sulla sabbia calda, la sua pelle sapeva di sale e di sole. In realtà mi stava facendo un pompino sulla spiaggia, con l'acqua che bagnava ogni tanto i nostri corpi, poi all'improvviso tu hai interrotto il mio sogno."
Louis non rispose.
"Anche tu c'eri." Aggiunse Harry, sorridendo tra sé e sé.
Quando Louis ancora non rispose alle sue provocazioni, Harry decise di rimangiarsi tutto e scusarsi per aver reso le cose così imbarazzanti, e voleva trovare un modo per terminare la chiamata senza sembrare un completo idiota. Ma Louis parlò un secondo prima che lui potesse scusarsi.
"Immagino che non ti debba nemmeno chiedere cosa stai indossando." Puntualizzò Louis. "Visto che sei a letto."
"Sto sempre nudo a letto." Rispose Harry prontamente.
Louis sospirò. "Apprezzo la tua sincerità e la tua efficienza."
"Non dormo nudo per essere al tuo servizio in qualsiasi momento, lo sai." Lo corresse Harry.
"Bene, Harry," continuò il maggiore, abbassando la voce. "Stavi dicendo che vuoi un pompino?"
Harry sorrise, alzando gli occhi al cielo. "Ovviamente questo è l'unico pezzo che ti ricordi del mio sogno."
"Ti va di descriverlo più nel dettaglio?" Chiese Louis.
Harry chiuse di nuovo le palpebre, le dita si arricciarono intorno al suo cazzo e la mente vagò verso un posto dove il maggiore era accanto a lui e lo accontentava in tutte le sue voglie.
Era contento del fatto che Louis lo avesse svegliato, dopotutto.




Empty Skies (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora