Capitolo otto - Disperazione

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Harry girò la testa quando sentì il suono di un leggero bussare alla sua porta, gettando l'ultima camicia nella sua valigia. Si alzò dalla posizione accovacciata in cui era stato per gli ultimi quindici minuti, facendo schioccare la schiena e gemendo di sollievo quando sentì il crack familiare. Cercò poi di sistemare le sue cose nel miglior modo possibile, così da poterci far entrare tutto.
"Hai finito di fare le valigie?" Chiese Perrie, appoggiandosi allo stipite della porta.
"Penso di sì," rispose il riccio. "È strano dover fare i bagagli per un mese intero."
"E per, tipo, tre diverse zone climatiche?"
Harry annuì e si dondolò sui talloni. "Ti invierò una cartolina da ogni posto che visiteremo."
"E mi porterai dei souvenir," gli ricordò l'amica. "Voglio qualcosa di veramente bello dalla Cina."
"Hong Kong non è la Cina, tesoro," la corresse Harry.
Perrie alzò gli occhi al cielo. "E' la stessa cultura."
Il suono del campanello fece sobbalzare entrambi e Perrie si accigliò.
"Stai aspettando qualcuno?" Chiese la ragazza.
Harry scosse la testa. "No. Volevo andare a letto presto."
Perrie premette quindi il pulsante per aprire la porta al piano di sotto. Chi potrebbe essere allora?
Un minuto dopo, Nick fece la sua apparizione sulla soglia della loro porta, leggermente senza fiato per aver salito tutte quelle rampe di scale. Rimase in piedi lì, alzando lo sguardo e guardando Harry.
"Mi dispiace per essermi presentato qui senza avvisare," balbettò, scrollando le spalle.
"No," rispose immediatamente il riccio, scuotendo la testa. "Va tutto bene."
"Entra pure," disse Perrie e si fece da parte per farlo passare, voltandosi verso Harry. "Sarò nella mia stanza, se mai avessi bisogno di me."
Annuendo, Harry la guardò entrare nella sua camera e chiudersi la porta alle spalle. Nick si tolse le scarpe e seppellì le mani nelle tasche dei suoi jeans, lanciandogli poi una lunga occhiata. Un'occhiata che quasi lo fece sentire a disagio.
"Uhm," mormorò, indicando dietro di sé, in direzione della cucina. "Vuoi un po' di tè?"
"Si, grazie." Nick lo seguì e si sedette al tavolo, ancora stranamente silenzioso.
Nervosamente, Harry iniziò a preparare il tè. Non aveva assolutamente idea del perché Nick si fosse presentato a casa sua così improvvisamente, non aveva idea di cosa si trattasse. Forse Nick era venuto per mettere in chiaro le cose tra di loro prima che lui partisse per un mese intero? Se così fosse, Harry non sapeva davvero come avrebbe dovuto reagire.
Gli piaceva come erano andate le cose tra di loro di recente. Si erano incontrati un paio di volte, erano andati a degli appuntamenti, erano usciti con gli amici. Alcune sere avevano finito col baciarsi, baci a stampo e dolci, fugaci, mentre altre volte avevano propriamente pomiciato. Non avevano mai parlato apertamente di loro, però. Per Harry era stato tutto molto semplice e senza complicazioni – diciamo che si tenevano compagnia a vicenda, si divertivano insieme, avevano una bella amicizia, senza vincoli e senza legami. Soprattutto però, non c'era nessuna aspettativa. Da parte di nessuno dei due.
Harry mise una tazza di tè fumante davanti a Nick e prese posto di fronte a lui. Arricciò le dita intorno alla sua tazza, sentendo il calore del liquido bollente sui suoi polpastrelli, aspettando quello che Nick aveva da dirgli.
Fissando la tazza, il ragazzo si morse un labbro per poi prendere un respiro tremante. "Ho baciato Nicco."
Harry sbatté le palpebre, non proprio sicuro di come reagire a questo. Si aspettava tutto, ma non questo. "Uhm..."
Nick alzò lo sguardo, il suo volto era una maschera di preoccupazione ed angoscia. "Non so cosa siamo, Harry, o se comunque siamo – qualcosa. Non lo so. Ma se lo siamo, non sono-" rimase per un attimo in silenzio, scuotendo la testa. "Non voglio che pensi che io sia un traditore o un doppiogiochista. Perché non è così."
Appoggiandosi allo schienale della sedia, Harry espirò lentamente. "Va tutto bene."
Nick si accigliò, sembrando completamente perso.
"Voglio dire," aggiunse il riccio dopo qualche secondo. "Tu e Nicco. A te lui è sempre piaciuto, non è così?"
Nick scrollò le spalle, abbassando lo sguardo sul tavolo. "Pensavo che non mi avrebbe mai veramente guardato in quel modo."
Il giovane annuì, insicuro su cosa dover rispondere. "Così hai provato a cercare qualcun altro." Disse alla fine. Non era una domanda.
"Forse," disse Nick. "Ma non ho mai e dico mai avuto intenzione di agire alle tue spalle. È solo che- non abbiamo mai... non mi hai mai permesso-" scrollò di nuovo le spalle, arrossendo.
"Ehi, è tutto okay, va bene?" Harry inclinò il petto in avanti, incrociando le braccia sul tavolo. "Non ci siamo mai dati l'esclusiva, non ne abbiamo mai parlato. Siamo amici prima di tutto, no?"
Nick annuì velocemente. "Ma, tipo," iniziò, fermandosi subito dopo.
"Ci siamo baciati," il riccio concluse la frase per lui. "Abbiamo pomiciato un paio di volte."
"Voglio solo assicurarmi che questa cosa non sia più di quanto pensassi," ammise il ragazzo. "Voglio che siamo sulla stessa lunghezza d'onda."
Harry sorrise leggermente, allungando una mano per poter sfiorare brevemente la mano di Nick. Solo una dolce carezza delle sue nocche contro la parte posteriore della mano del giovane, per rassicurarlo.
"Ho alcuni problemi ad impegnarmi," disse con facilità, cercando di mantenere il tono leggero. "Penso che lo avrai notato."
Nick scoppiò a ridere, ma era una risata vuota, che non raggiunse i suoi occhi. "Si, l'ho notato."
"Se stavi soltanto aspettando che Nicco aprisse gli occhi, di sicuro non ti ostacolerò ora che lo ha fatto. Anzi, sono felice per te, per voi." Chiarì il riccio.
Nick però non sembrava contento di ciò che aveva appena detto. "Ma detta così sembra che io ti abbia soltanto usato, che ti abbia tenuto al mio fianco fino a quando poi non ho trovato un'offerta migliore. E non è stato così."
No, pensò Harry, non era così. Sapeva cosa significava, conosceva bene quella sensazione, e non era quello il caso.
"Nick," disse con tono calmo. "Non abbiamo mai parlato apertamente della nostra situazione, non mi sono mai aspettato niente da te."
"Ma c'era chiaramente qualcosa tra di noi," rispose il ragazzo. "E voglio che tu sappia che non è successo nulla mentre eravamo- tipo... sai."
Harry sorrise. "Vedi, non riesci nemmeno a dare un nome a questa cosa. E va bene." Iniziò poi a sorseggiare il suo tè, il quale era ancora troppo bollente, per poter così raccogliere i suoi pensieri e soppesare cosa dire. "Sono contento che tu sia venuto a parlare con me, però."
Nick scrollò le spalle, come a fargli capire che non era nulla.
"Possiamo ancora essere amici, giusto?"
"Certo che si," rispose prontamente Nick. "Anzi, speravo mi dicessi così."
Il riccio sorrise, annuendo. "Allora," aggiunse poi, mentre il suo sorriso si trasformava in un ghigno malizioso. "Cosa è successo con Nicco? Come hai fatto a fargli cambiare idea?"
Nick rise, e le sue guance diventarono rosse per l'imbarazzo. "Non ne ho idea. Si è presentato alla porta di casa mia ieri sera e mi ha detto tutte queste... cose."
"Cose buone?"
"Si," rispose il ragazzo. "Cose davvero buone. E poi mi ha baciato prima di andarsene."
Harry tamburellò le dita contro la sua tazza calda. "Beh, questo è un bene, non è vero?"
"Si, lo spero." Rispose Nick. "Voglio davvero che le cose con lui funzionino. Mi è piaciuto sin dal primo momento in cui l'ho incontrato. In quel momento ho subito capito che lui era quello giusto."
Harry sorrise. "Si, conosco quella sensazione."
Nick sollevò un sopracciglio. "Davvero? Se devo essere onesto, sembri piuttosto spaventato dall'idea dell'amore e di innamorarti di qualcuno in generale."
"Forse un po'." Harry sorseggiò di nuovo il suo tè, il liquido bollente gli lasciò una scia infiammata lungo la gola.
"Beh, spero che chiunque ti abbia spezzato il cuore marcisca all'inferno," dichiarò Nick con tono piatto. "Sei proprio una bella persona, troppo dolce e gentile perché qualcuno ti spezzi il cuore e tu ne debba soffrire per il resto della tua vita."
Harry alzò lo sguardo, trovando l'espressione di Nick seria, nessuna traccia di scherzo o scherno nei suoi occhi. "Sto bene, davvero. L'ho superato."
Nick allora allungò una mano per colpire piano la fronte di Harry con un dito. "Sei ancora lontano da ciò, popstar."
"Sta' zitto." Ribatté il riccio con una risata.
Per un po', rimasero seduti in silenzio, entrambi a sorseggiare il loro tè, ed ogni tanto si scambiavano dolci sguardi e piccoli sorrisi. Harry era felice che le cose tra di loro si fossero risolte, era felice di poter avere Nick nella sua vita come amico, e sperava davvero che le cose tra lui e Nicco andassero al meglio, perché Nick se lo meritava.
"Hai già finito di preparare le valigie?" Chiese poi il giovane.
Harry annuì. "Si, sono pronto per partire domattina."
"Il tempo passa velocemente," rifletté Nick. "Sembra ieri che ti ho visto in quel pub. Ed ora invece stai partendo per andare in tour con gli Escapade."
"Li conosci bene?" Chiese allora Harry.
Nick scrollò le spalle. "Ho fatto alcune cose promozionali insieme a loro, come interviste e cose così. Sono ragazzi a posto."
"A posto?"
"Beh." Iniziò quindi a dire il ragazzo. "Liam è un tipo simpatico, piuttosto chiacchierone ed è facile andarci d'accordo. Non so cosa pensare di Zayn, invece. È carino, sì, ma non è molto socievole con le persone, preferisce sempre stare per fatti suoi. Con le fan sembra diverso, ma nel privato è un tipo molto taciturno."
Harry annuì, il suo cuore iniziò a battere in modo in po' più veloce. "Che mi dici di Louis?"
"Non saprei," disse il giovane, aggrottando le sopracciglia. "Li hai già incontrati prima, e li avrai sicuramente incontrati in questi giorni. Non credi che sia un po' uno stronzo?"
Ridacchiando, Harry posò la sua tazza sul tavolo. "In verità non li ho ancora incontrati, non li vedo da quando mi hanno fatto l'offerta qualche mese fa."
"Quindi non hai idea con chi trascorrerai il prossimo mese?"
Harry scosse la testa, facendo finta di nulla. "Non proprio, no."
"In tal caso," lo avvertì Nick. "Stai alla larga da Louis. Quel ragazzo porta solo guai."
Il riccio si accigliò a quelle parole. "Cosa vuoi dire?"
Nick strinse le labbra in una linea sottile. "Sono abbastanza sicuro che sia gay, e che quindi sia costretto dal suo management a rimanere 'nascosto'. E so che non se la sta cavando molto bene, questa situazione non gli piace."
Una scossa elettrica attraversò il corpo di Harry, e non riuscì a fermare il brivido che corse lungo la sua spina dorsale. Questo era un qualcosa a cui non aveva ancora pensato – Louis non si era ancora dichiarato al mondo, stava ancora mentendo si chi fosse veramente. "E perché questo dovrebbe essere un mio problema?"
"Non deve esserlo, infatti," disse Nick. "A meno che tu non finisca a letto con lui."
Cercando di fare in modo che le sue mani smettessero di tremare, Harry sollevò di nuovo la sua tazza, bevendo il suo tè con calma. "Penso che abbiamo appena stabilito che non sono il tipo da andare a letto con il primo che capita."
"Gente decente," gli fece notare Nick. "Devi cercare gente decente."
Harry annuì, sorridendo piano.
"E allora perché non sei venuto a letto con me?" Aggiunse Nick, con tono fintamente offeso.
"Beh, perché sei tutt'altro che decente," disse il riccio, ridacchiando.
Nick ansimò, portandosi una mano sul cuore. "Sono profondamente offeso."
I due risero insieme ancora una volta, poi il giovane gli comunicò che si era fatto tardi e doveva andare via. Quando Nick si alzò, Harry lo seguì, portando le tazze vuote nel lavandino della cucina. Nick si avvicinò quindi alla porta e si rimise gli stivali, prima di farsi scivolare il cappotto sulle spalle.
"Abbi cura di te, popstar. E scrivimi qualche volta, va bene?"
Harry annuì. "Se troverò il tempo."
Nick lo colpì piano sulla spalla in modo scherzoso prima di stringerlo al suo corpo in un dolce abbraccio. Harry ricambiò immediatamente, avvolgendo le mani intorno alla vita del giovane ed appoggiando la guancia sulla sua spalla.
"Ci vediamo a dicembre."
Il riccio annuì, staccandosi da lui e salutando il ragazzo quando questo lo salutò a sua volta dalla cima delle scale.
Rimase in piedi sulla soglia ancora per qualche secondo, ascoltando il suono silenzioso dei suoi passi riecheggiare contro le pareti delle scale, prima di rientrare e chiudere la porta.








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