Capitolo dodici - Sincerità

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Louis trascinò un dito lungo la spina dorsale di Harry per passare il tempo.
Si era svegliato quasi un'ora fa, steso sul lato destro del suo letto. Harry era dall'altro lato, disteso sullo stomaco, la faccia schiacciata contro il cuscino e rivolta verso di lui. Il piumone si era raccolto intorno alla sua vita, la pelle pallida della sua schiena splendeva grazie al tenero sole del mattino che filtrava dalla finestra. I suoi riccioli scuri erano sparpagliati sulle lenzuola rosse, una delle sue mani era stesa sul materasso, come se avesse provato a raggiungere Louis.
Dovevano imparare di nuovo alcune cose.
Louis si era avvicinato silenziosamente, spostandosi nello spazio di Harry. Una sensazione di calore si era diffusa nel suo petto quando il riccio aveva istintivamente avvolto un braccio intorno alla sua vita.
Piano piano ci sarebbero riusciti.
Mentre aspettava che Harry si svegliasse, Louis si teneva occupato mappando il corpo del giovane con le sue dita. La pelle del più piccolo era morbida e calda, i muscoli rilassati sotto i suoi polpastrelli. Con un piccolo giro, Louis arrotolò una ciocca dei capelli di Harry attorno al suo dito prima di affondare la mano in quel groviglio di riccioli. Grattò delicatamente il cuoio capelluto del ragazzo, osservando il viso del riccio contorcersi un po' ed un piccolo rumore soddisfatto sfuggì dalle sue labbra.
Avvicinandosi ancora un po', Louis premette le sue labbra contro la spalla del più piccolo. Si mise a sedere, incombendo sulla schiena di Harry, ed attaccò la bocca alla sua nuca, baciandola dolcemente prima di succhiare un livido sull'epidermide morbida. Harry si mosse un po' sotto di lui, stiracchiandosi e lasciando andare un piccolo sospiro.
"Lou," sussurrò tranquillamente, con voce roca ed assonnata.
Il giovane sorrise, premendo un altro bacio sul segno rosso e violaceo che stava affiorando sul collo di Harry prima di scivolare verso il basso e riempire la schiena del riccio con altri baci, assaporando ogni centimetro di pelle.
"Buongiorno, piccolo." Mormorò Louis, sussurrando le parole contro l'epidermide del ragazzo sotto di lui e premendo la punta delle sue dita sulle maniglie dell'amore di Harry.
Louis aveva avuto paura che fossero sparite. Quando aveva incontrato di nuovo Harry, il suo corpo gli era apparso molto diverso – alto e allampanato, lunghe gambe e muscoli definiti. Questo corpo non apparteneva a quel ragazzo che aveva conosciuto anni prima, quello con le guance paffute e le maniglie dell'amore che spuntavano al di sopra della vita dei jeans che gli cadevano sui fianchi.
Eppure, dopo aver spogliato Harry ed aver seguito con attenzione ogni linea del suo corpo con le dita, Louis aveva scoperto che non era cambiato poi così tanto. Harry si muoveva ancora nello stesso modo di sempre, ed era ancora così reattivo, ancora sensibile negli stessi posti.
"Partirò per New York stasera," disse Louis tranquillamente. "Devo lasciarti un po' di cose per far si che tu ti ricordi di me."
Harry sibilò quando Louis gli morse il fianco. "Non sei appena tornato da Los Angeles?"
Louis annuì soltanto. Harry non aveva bisogno di sapere che in realtà sarebbe dovuto andare direttamente a New York da Los Angeles. Venire qui per soli due giorni ne era valsa la pena però. Dopotutto, aveva Harry nel suo letto proprio ora e Louis stava per scoparlo a fondo.
Questo gli avrebbe lasciato quella dolce sensazione che gli avrebbe fatto pensare al suo ragazzo durante la settimana che avrebbe trascorso a New York.
"Da domani farò un tour radiofonico per due settimane," disse Harry, suonando distratto. Rimase senza fiato quando Louis si spostò un po' per muovere i fianchi contro la sua coscia. Il modo in cui Harry si stava muovendo contro di lui fece contrarre ed indurire immediatamente il membro di Louis.
"Troveremo una soluzione," rispose Louis, baciando le costole del ragazzo.
Harry sospirò di nuovo ed il castano lo vide stringere il pugno attorno alle lenzuola, la faccia affondata nel cuscino. Louis continuò a succhiare dei lividi sulla sua pelle, lasciando segni violacei su tutta la schiena muscolosa del riccio. Il modo in cui Harry si dimenava e si inarcava sotto il suo tocco lo fece andare fuori di testa, e tutto il suo sangue fluì verso il basso. Indossava ancora le mutande, il suo cazzo premeva dolorosamente contro il tessuto di cotone e cercò di alleviare un po' la tensione strusciandosi contro la coscia di Harry.
"Amore," mormorò Louis contro la scapola del giovane, leccando i segni dei denti che aveva appena lasciato in quel punto. "Apri il cassetto in alto per me, per favore?"
Harry respirò pesantemente, irrigidendosi sotto di lui. La mano del castano vagò più in basso, il suo pollice premeva leggermente tra le natiche del riccio, sfiorando piano la sua apertura per fargli capire ciò che voleva fare.
Non era preparato a ciò che accadde poi. Harry sgusciò via da lui e si girò sulla schiena, sembrava visibilmente agitato. La sua erezione era visibile attraverso il piumone, ma Louis distolse rapidamente lo sguardo da essa per concentrarsi sul viso del ragazzo. Si spostò più vicino a lui, allineando i loro corpi e appoggiando la mano sul suo petto ansante.
"Cosa c'è che non va?" Gli chiese il castano.
Harry sollevò il braccio, posizionandolo sopra i suoi occhi. "Scusa, non volevo rovinare tutto," rispose, invece di dargli una spiegazione.
Louis aggrottò le sopracciglia ed allungò una mano per spostargli il braccio dal viso. "Niente è rovinato, ho solo pensato che anche tu volessi-"
"Lo voglio," intervenne il riccio, scuotendo la testa. "Ti voglio."
Un'ondata di calore attraversò il corpo di Louis, raggiungendo le dita dei suoi piedi e lasciandogli un piacevolissimo formicolio allo stomaco. "Ma?" Chiese.
Mordendosi il labbro, Harry distolse lo sguardo da lui. "È.... è solo che-" Scrollò le spalle, lanciandogli un'occhiata. "È... passato un po' di tempo."
I muscoli di Louis si allentarono, tutta la tensione si attenuò immediatamente. Sorrise, passando una mano tra i capelli di Harry. "Due giorni non sono poi così tanti, piccolo."
Il riccio rise leggermente e chiuse gli occhi. "Sai cosa intendo."
"È passato un po' dall'ultima volta in cui sei stato scopato?" Domandò Louis, vedendo arrossire il giovane. Era così tenero, così bello che non poté fare a meno di lasciare un tenero bacio sulla sua guancia. "Perché dovrebbe dispiacermi?"
"Sono un po' fuori allenamento." Affermò Harry, senza però guardarlo.
"Ehi," mormorò il castano, intrecciando le sue dita con quelle del più piccolo. "Non dobbiamo per forza andare fino in fondo adesso. Possiamo iniziare con dei pompini, se vuoi. Davvero, qualsiasi cosa tu voglia fare. Voglio solo toccarti, farti sentire bene."
"Potrei non essere in grado, sai," fece notare il riccio, indicando il corpo di Louis. "A darti piacere, intendo."
Louis sbuffò, alzando gli occhi al cielo. "Perché non fai sesso da quanto? Alcuni mesi?"
Harry si voltò verso di lui, gli occhi aperti e mezzi lucidi, ora. Fissò Louis con sguardo attento, le sue dita strinsero la mano di Louis più di quanto fosse necessario. Dopo pochi minuti, qualcosa scattò nella mente del castano e si bloccò improvvisamente, la sua mano divenne morbida tra quella di Harry.
"Cazzo, Haz," si strozzò, appoggiandosi su un gomito. "Stai dicendo che non fai sesso da- da quando noi stavamo insieme?"
Evitando il suo sguardo, le guance del giovane diventarono di nuovo rosse e si morse il labbro, scollando le spalle.
Louis si limitò a fissarlo, non sapendo cosa fare e come elaborare quella nuova informazione. Era ancora schiacciato contro il fianco di Harry, ma il calore era sparito, i loro corpi si stavano lentamente raffreddando. Harry non si era ancora allontanato, ma comunque si stava lentamente ritirando dal suo tocco, con lo sguardo fisso sul muro di fronte.
Senza pensarci due volte, Louis sollevò una gamba e si arrampicò sul corpo del più piccolo, mettendosi a cavalcioni sui suoi fianchi. Fermare tutto ora sarebbe la cosa peggiore da fare. Harry lo fissò, una delle sue mani andò a posarsi automaticamente sulla coscia di Louis, l'altra invece era ancora legata a quella del castano.
"Proprio niente?" Volle sapere Louis.
Harry annuì appena, girando la testa e mordendosi il labbro.
Il giovane sbatté le palpebre. "Come hai fatto a sopravvivere?"
"Vaffanculo, Louis." Ribatté il riccio, lanciandogli un'occhiataccia. "Non è una cosa vitale."
"In realtà si," lo corresse Louis.
"Per me deve significare qualcosa, okay?" Spiegò il ragazzo, e la sua voce suonava un po' stanca. "Non faccio sesso con il primo che capita solo perché lo trovo attraente." Guardò di nuovo verso di lui ed aveva un'inclinazione testarda nel suo tono quando disse "Si chiama fare l'amore per una ragione, no?"
Louis non poté fare a meno di ridere. Si sporse e premette le sue labbra contro quelle di Harry. Erano ancora entrambi assonnati e c'era il piccolo problema dell'alito mattutino, ma a lui non importava adesso – aveva soltanto bisogno di connettersi fisicamente a quel ragazzo tanto assurdo quanto meraviglioso.
"Non ha avuto niente a che fare con te," gli disse il riccio quando si separarono. "Non montarti la testa."
"Per cosa? Per il fatto che sono l'unica persona con cui tu abbia mai fatto sesso?" Louis sorrise. "Troppo tardi."
"E quindi?" Chiese Harry, accarezzando piano la coscia del ragazzo, salendo sempre più in alto. "Tu sei andato a letto con molte persone?"
Louis si strozzò, sobbalzando. "Non dirlo così. Mi fai sembrare uno facile."
"Ci ho pensato, sai?" Ammise il ragazzo, apparentemente non troppo infastidito dal fatto che Louis non avesse negato la sua domanda. "Volevo davvero tanto fregarmene ed andare a letto con persone sconosciute, ma poi ho pensato che non avrebbe funzionato, sai? Doveva significare qualcosa per far sì che io mi dimenticassi di te – quella persona avrebbe dovuto significare qualcosa in più per farmi dimenticare di te. E non ho mai trovato una persona che superasse te in tutto e per tutto, quindi..."
Louis rimase in silenzio, mordendosi forte il labbro inferiore. Harry aveva ragione. Andare a letto con altre persone - persone insignificanti e senza nome - nelle toilette sgangherate di qualche pub o in appartamenti sconosciuti non aveva aiutato minimamente. Magari era soddisfacente per un breve momento, ma alla fine di tutto, si ritrovava sempre a paragonarli ad Harry e quindi non era mai abbastanza. Nessuno lo era mai stato, perché nessuno era all'altezza del riccio. Il suo cuore era ancora ferito – non avevano mai lo stesso odore di Harry, non avevano il suo sapore dolce, non gemevano nel modo giusto e non lo toccavano con quelle dita che conoscevano ogni centimetro del suo corpo.
"E poi, prima che me ne rendessi conto, l'ho superato senza trovare qualcun altro." Harry scrollò le spalle. "Non è che non volevo fare sesso. È che non ho mai trovato la persona giusta, quella che ne valesse la pena."
Portandosi le loro mani allacciate alla bocca, Louis premette un bacio sul dorso di quella del riccio. Il suo cuore sembrava essere cresciuto di dieci taglie, tanto che sembrava essere diventato troppo grande per il suo petto, aveva paura che si gonfiasse ancora di più e che così facendo gli spezzasse le costole, soffocandolo.
"Ti amo," disse il ragazzo, guardando dritto negli occhi verdi di Harry.
Il più piccolo sorrise leggermente. "Ecco perché ho dormito con te."
"Non importa, okay? Non mi interessa di quanta poca esperienza tu abbia." Disse Louis, ignorando le parole di Harry. Probabilmente il ragazzo aveva già infranto le sue stesse regole due sere prima, quando aveva perso il controllo e gli aveva fatto una dannata sega. "Non è importante questo. Non c'è modo che tu non possa donarmi piacere, o che rimarrei deluso, o qualcosa del genere. Davvero, levati questa idea dalla testa, perché sei tu e questo rende la cosa mille volte più bella ed eccitante."
Il giovane esalò tremante, annuendo.
"Intendevo davvero prima, quando ti ho detto che volevo solo farti sentire bene." Aggiunse. "Siamo solo noi. Io e te, va bene?"
Senza rispondere, Harry tirò Louis verso di sé, nascondendo la mano tra i suoi capelli e facendo scontrare le loro labbra in un bacio caldo. La lingua del riccio si arrotolò attorno alla sua prima che Louis potesse anche solo riprende fiato, quindi gemette nella bocca del più piccolo, succhiandogli il labbro inferiore.
La mano di Harry scivolò sulla sua coscia, andando sempre più in alto fino a quando le sue dita non incontrarono le sue mutande. Sfiorò dolcemente l'erezione di Louis con i polpastrelli prima di agganciare un dito intorno all'orlo e tirarlo delicatamente. Louis si aggrappò al collo di Harry, succhiando la pelle morbida, poi si ritrasse e sollevò i fianchi in modo che il giovane potesse tirargli via le mutande.
Scivolando via dal corpo del riccio, Louis si sbarazzò di esse e spinse via il piumone dal letto allo stesso tempo. Con sua sorpresa, Harry allineò i loro corpi in un istante, spingendo una delle sue gambe tra quelle del castano, con la coscia che premeva contro il suo cazzo. Attaccò le labbra ad una delle clavicole sporgenti di Louis ed iniziò a lasciargli un segno violaceo. Louis trascinò le dita sull'ampia schiena del riccio, premendo piano sui lividi che aveva lasciato prima su quella pelle di porcellana.
Harry poi si allontanò da lui e per un momento si limitò a fissarlo, leccandosi le labbra prima di staccarsi da lui e farlo stendere sulla schiena, scendendo con la bocca verso il basso, le labbra seguirono il cammino di tutto il suo busto fino ad arrivare al suo ombelico. Louis lasciò cadere la testa sul cuscino, cercando di darsi un contegno e calmarsi, altrimenti avrebbe rovinato tutto venendo troppo presto.
Harry leccò con cura la punta del suo cazzo, le sue dita andarono ad afferrare la base. Louis gemette, stringendo forte le lenzuola in un pugno. Quando poi finalmente la bocca del riccio lo avviluppò, un senso di calore prese possesso del suo basso ventre ed inarcò la schiena, giusto un po', lasciando che i suoi fianchi si muovessero piano, a ritmo con il dondolio della testa di Harry.
Era tutto così stranamente familiare. Harry sembrava un po' insicuro ma desideroso allo stesso tempo. Prese il membro di Louis nella bocca più che poteva, succhiando dolcemente e prestando particolare attenzione alla punta – a quanto pare il riccio non aveva dimenticato quanto gli piacessero i pompini. La lingua di Harry premette contro il suo cazzo, solo un accenno di denti che gli graffiavano la pelle sensibile, facendogli perdere il controllo di sé stesso.
L'altro ragazzo continuò così per alcuni minuti prima di staccarsi da lui, respirando affannosamente. Aveva un accenno di saliva mischiata a liquido preseminale sulle labbra e sul mento, e quasi luccicava. Si pulì con una mano e poi guardò Louis con occhi socchiusi. Proprio quando stava per ritornare con la bocca sulla sua erezione, il castano lo fermò con una mano e gli fece cenno di avvicinarsi.
"Vieni qui, piccolo," disse dolcemente, tirando il riccio per un braccio.
Harry obbedì senza protestare, scivolando sul suo corpo e chiudendo gli occhi quando si tuffò verso di lui alla ricerca di un altro bacio. Il giovane riuscì a sentire il suo sapore sulla lingua del ragazzo, ed il pensiero gli fece contorcere le membra perché era una cosa stranamente intima. Stava ancora stringendo il braccio di Harry e lo usò per stabilizzarsi quando si mise a sedere e si appoggiò contro la testiera del letto.
Per un po' di tempo rimasero così, Harry seduto su di lui, le gambe aggrovigliate e le mani che carezzavano le loro pelli a vicenda. Gli unici suoni che riempivano la stanza erano i rumori umidi dei baci e gemiti occasionali.
"Ecco," lo istruì Louis, tirando di nuovo il braccio di Harry. Il suo sguardo si posò sul tatuaggio e si chinò per baciarlo, soffermandosi lì per un secondo. Catturò lo sguardo del riccio e sorrise dolcemente, appoggiando l'altra mano sul suo fianco. "Siediti sul mio petto."
Harry fece come gli era stato detto, gli occhi gli si oscurarono quando capì che cosa aveva in mente il più grande. Posizionò le ginocchia ai lati del suo torace ed aspettò che il giovane sotto di lui si mettesse comodo, allungando una mano per giocare con i suoi capelli castani.
Il riccio inclinò la testa all'indietro, i fianchi si spostarono in avanti quando Louis pompò il membro di Harry un paio di volte. Con un'unica mossa, allungò la testa e lo leccò piano, guadagnandosi un gemito da parte dell'altro ragazzo. Si fermò poi, con le labbra sulla punta del membro del più piccolo.
"Al tuo ritmo, amore," mormorò, baciandone la punta, il liquido preseminale già bagnava le sue labbra. "Usami a tuo piacimento."
Harry non se lo fece ripetere due volte. La sua mano andò ad incastrarsi nei capelli di Louis, le dita che stringevano saldamente le ciocche mentre tirava la testa del giovane verso il suo bacino, ed il suo cazzo affondò nella bocca di Louis. Il ragazzo più grande chiuse gli occhi, prendendolo tutto, godendosi la sensazione del membro di Harry che scivolava sulla sua lingua. Il riccio invece si lasciò andare, perdendosi completamente nella bocca del maggiore e sentendo caldo ovunque, come se al posto del sangue nelle sue vene stesse scorrendo lava.
Per bilanciarsi, il castano alzò le mani ed afferrò le cosce del giovane, tenendosi forte ad esse mentre aprì ancora di più la bocca e lasciò che il cazzo di Harry colpisse la parte posteriore della sua gola, cercando di non tossire. Respirò attraverso il naso, facendo scorrere la lingua lungo la parte inferiore del membro del riccio per leccare così la vena sporgente e fu ricompensato con un profondo gemito e unghie che gli graffiarono piano la nuca.
"Louis," sospirò piano Harry, la testa gli cadde in avanti, il mento colpì contro il petto ed i riccioli gli ricaddero sul viso e sugli occhi. Si morse un labbro e portò una mano verso il basso per posarla sulla mascella di Louis ed accarezzare piano con il pollice l'angolo della sua bocca. Sembrava davvero in estasi. "Devi fermarti."
Con un rumore che suonò osceno persino alle sue orecchie, Louis si staccò e deglutì, cercando di riprendere fiato. "Sei sicuro?"
Harry annuì, battendo le palpebre lentamente. "Non voglio dover aspettare una settimana o più." Disse, ancora leggermente senza fiato per ciò che gli aveva procurato il ragazzo.
Louis si leccò le labbra e si raddrizzò, così Harry si mise a cavalcioni sui suoi fianchi, l'erezione colpì piano il suo ventre. Spostando e dimenando i fianchi, Louis si aggiustò per far sì che il suo membro sfregasse contro le natiche di Harry, facendo rabbrividire entrambi.
"Potresti scoparmi," disse poi Louis. "Se lo desideri."
Il riccio annuì brevemente prima di chinarsi e baciare di nuovo Louis. Roteò i fianchi, cercando di ottenere un po' di frizione sul suo membro duro ed allungando la mano dietro di sé per afferrare l'erezione del ragazzo più grande.
"Lo voglio," concordò. "Voglio davvero tanto scoparti, Lou."
Louis non era sicuro di come fosse riuscito a trattenersi, di come non fosse venuto seduta stante soltanto per il suono di quelle parole pronunciate dalla voce roca e bassa di Harry. Chiuse gli occhi e leccò il labbro inferiore del riccio.
"Voglio sentirti però." Aggiunse ancora il più piccolo dopo un altro bacio, i fianchi che si muovevano lentamente a cerchio. "E quando te ne andrai domani, voglio svegliarmi e riuscire a sentirti ancora."
Louis gemette ed appoggiò la fronte contro la spalla di Harry, cercando di non esplodere. "Cazzo, Haz, non puoi semplicemente dire cose del genere."
Il giovane mormorò soltanto, apparentemente troppo preso dal dimenare i fianchi contro quelli di Louis. Baciò la parte superiore della sua testa però, facendogli capire che in qualche modo aveva recepito il suo messaggio.
Con una sola mossa, Louis invertì le loro posizioni, premendo il riccio contro il materasso. Harry si leccò le labbra, guardandolo con pazienza ed inarcandosi contro di lui immediatamente. Louis gli abbassò i fianchi, ricavandone un delizioso fregamento, e vide gli occhi di Harry chiudersi improvvisamente e le labbra spalancarsi. Allungò una delle sue mani verso il comodino ed aprì il primo cassetto, frugando alla cieca alla ricerca della bottiglia di lubrificante e preservativi.
Quando finalmente trovò quello che stava cercando, lanciò tutto sul letto ed afferrò la bottiglia, aprendola e cospargendosi le dita di lubrificante, per poi scendere in basso tra le gambe di Harry, chiedendogli di aprirle ancora di più. Con la mano non sporca di liquido afferrò un cuscino e lo posizionò sotto i fianchi del riccio. Esitante, sfregò un dito contro la sua apertura, osservando la reazione di Harry, il quale si morse un labbro e spinse il bacino in avanti.
Gemendo, il più piccolo sollevò i fianchi, facendo si che la sua apertura premesse contro il dito di Louis. "Lou, per favore- solo, per favore."
Il castano allora spinse il suo indice all'interno del riccio, contenendo il suo bisogno impellente di andare subito veloce senza neanche pensarci – voleva sentire Harry fottersi da solo sulle sue dita. Ma non poteva farlo, voleva andare piano con lui, prendersi il suo tempo, farlo sentire bene, quindi girò la testa e premette le sue labbra sul ginocchio del ragazzo.
"Siamo un po' disperati?" Chiese, spingendo il dito dentro fino alle nocche. "Muori dalla voglia di avermi dentro di te?"
Harry emise un respiro tremante, dimenandosi, e la sua mano si allungò, afferrando però solo l'aria. Louis allora sollevò la sua mano libera per allacciare le dita con quelle del riccio, per dargli qualcosa a cui potersi aggrappare. Rilassandosi contro il materasso, Harry iniziò poi a muovere i fianchi a ritmo con il dito di Louis, stringendo ancora di più la sua mano.
Louis si prese il suo tempo, ruotando piano il dito dentro il riccio per aprirlo meglio. Attaccò le labbra alla coscia di Harry, succhiando lividi sulla pelle pallida e morbida – e questo distrasse abbastanza il riccio, tanto da provocare in lui solo un piccolo sussulto quando aggiunse un secondo dito.
Harry iniziò a toccarsi quando lui allargò le dita, sforbiciandole per allargare la sua apertura. Il giovane sembrò perdere il controllo, i suoi fianchi si muovevano freneticamente, ed un lieve rossore gli copriva il viso ed il petto. Louis continuava a muovere lentamente le dita, assicurandosi di colpire la prostata del riccio, sfiorandola con ogni spinta per ottenere un basso e roco gemito da parte del più piccolo.
Louis poi accarezzò con il pollice i testicoli del riccio, tirando fuori le dita solo per poi introdurne all'interno tre, stavolta. Harry ormai era completamente sopraffatto, e Louis alzò il viso per poter vedere la sua espressione. Tenne le dita sepolte dentro Harry mentre baciava le loro mani intrecciate, guardando il volto del più piccolo.
"Andiamo, piccolo." Mormorò. "Vieni."
Il riccio scosse la testa, il respiro affannoso ed irregolare. Fece scivolare via la mano dal suo membro ed un po' di liquido preseminale gocciolò sul suo stomaco, macchiando la pelle pallida. "Voglio il tuo cazzo," disse, allungando la sua mano imbrattata e passandola attraverso i capelli di Louis, stringendo forte le sue ciocche.
Il giovane annuì prima di chinarsi e baciare ancora una volta Harry. Stava anche lui perdendo liquido contro l'anca del ragazzo, il suo cazzo dolorosamente trascurato, duro e pulsante. Allentò un po' della tensione che provava strusciando i fianchi contro il corpo del riccio, ansimando nella sua bocca.
"Preservativo," mormorò poi, allungando una mano dietro Harry per afferrarne uno dal comodino.
Harry lo guardò accigliato, sembrando leggermente confuso.
In quel momento lo colpì la consapevolezza che, naturalmente, loro non avevano mai usato preservativi – entrambi erano stati la prima volta l'uno per l'altro, quindi non c'era mai stato davvero bisogno di protezione, anche perché si controllavano regolarmente. Era sempre lo stesso per Harry quindi, e questo gli fece stringere il cuore.
"Dovrò fare un controllo," disse allora Louis, cercando di aprire l'involucro.
Harry sembrò rifletterci su per un momento prima di prendere il piccolo involucro dalle mani scivolose di Louis, aprendolo per lui. Lasciando cadere la confezione, il riccio fissò il suo viso, stringendo poi il suo membro con dita ferme. Louis chiuse gli occhi quando Harry fece rotolare il preservativo su tutta la sua lunghezza – il solo fatto che fosse il riccio a toccarlo lo faceva sentire in paradiso.
Ed il tutto sarebbe stato ancora più amplificato tra un momento, quando si sarebbe finalmente spinto tra le sue carni.
Louis allungò una mano per afferrare il lubrificante e se ne versò un po' sulla punta del suo membro. Lasciò che il riccio lo cospargesse con le sue dita, ricoprendo completamente tutta la sua erezione.
"Mi vuoi ora?" Chiese Louis, dondolando piano i fianchi nel pugno del riccio.
Harry annuì, il suo sguardo fisso sul membro di Louis. Deglutì pesantemente e si stese completamente sul materasso, allargando ancora di più le gambe ed arcuando piano la schiena, mentre le sue dita appiccicose si andarono a posare sulle cosce del castano.
Lentamente, Louis si allineò alla sua apertura, facendo scivolare piano la punta del suo cazzo avanti e indietro contro di essa per dare ad Harry un po' di tempo per abituarsi prima di spingersi dentro di lui con cautela. I muscoli dello stomaco del riccio si contrassero e lui sibilò piano.
"Amore, possiamo-"
"Non andare così fottutamente piano," disse il più piccolo, spingendosi contro di lui.
Ansimando, Louis premette le dita contro la pelle di Harry, tenendo fermi i suoi fianchi. Si leccò le labbra ed aspettò che il riccio incontrasse il suo sguardo, poi sbatté il bacino in avanti, spingendosi in profondità dentro di lui. Il giovane si inarcò dal letto e sollevò le mani, passandosi le dita tra i capelli mentre gemeva forte, la voce spezzata.
Il più grande sollevò una delle gambe del riccio, appoggiandola sulla sua spalla per poter così ottenere un angolazione migliore e spingersi in Harry il più profondamente possibile. Iniziò quindi a muoversi dentro di lui, e guardò gli occhi del riccio rovesciarsi per il piacere, le ciglia svolazzanti e la bocca spalancata. Si strinse attorno a Louis, ma non era così stretto come lui si era aspettato che fosse. Il pensiero di Harry che si dava piacere da solo, scopandosi con le sue stesse dita, riempì la sua testa e gli fece vedere le stelle, ed iniziò quindi a dare stoccate sempre più profonde e martellanti.
"Lou," piagnucolò il riccio, mentre apriva gli occhi ed una delle sue mani andò di nuovo ad afferrare il suo membro, pompandolo. "Più forte," chiese. "Voglio sentirti domani."
Louis levò la mano di Harry ed arricciò le sue dita intorno al cazzo del riccio. Lo masturbò a ritmo con le sue spinte, veloce e forte fino a quando Harry non rilasciò un gemito più profondo degli altri per poi venire sullo stomaco. Il riccio rabbrividì, i suoi fianchi persero il loro ritmo e diventò praticamente inerme sotto il suo tocco.
Louis continuò a spingersi dentro di lui con stoccate veloci e mirate nonostante Harry ormai fosse completamente abbandonato contro il materasso. Si spingeva in profondità, facendo lamentare e gemere il riccio quando accarezzava il suo membro ipersensibile. Lanciò uno sguardo al viso di Harry, e gli bastò vedere la sua espressione estasiata e praticamente fottuta per spingerlo oltre il limite. Si morse fortissimo il labbro per trattenere un gemito e si seppellì profondamente dentro l'altro ragazzo, fermandosi completamente quando arrivò al culmine.
Ebbe bisogno di un momento per riprendersi prima di essere in grado di muoversi di nuovo o fare qualsiasi cosa. Aprì gli occhi e vide Harry sotto di lui, le labbra rosse e bagnate, che respirava ancora affannosamente. Con attenzione, Louis tolse la gamba del riccio dalla sua spalla, ma continuò a rimanere in mezzo alle sue gambe. Si tolse il preservativo, lo legò e, senza pensarci, lo lasciò cadere sul pavimento, proprio vicino al letto, poi si chinò in avanti e premette un bacio appena sotto lo stomaco del riccio. I muscoli del giovane fluttuarono sotto le sue labbra, ma comunque il più piccolo non si mosse di un millimetro.
Lentamente, Louis spostò le labbra più in alto, baciando lungo gli addominali di Harry. Alzò gli occhi per controllare se il riccio stesse guardando, e quando vide che gli occhi verdi del giovane stavano seguendo ogni sua mossa, leccò lo sperma sullo sterno e sul torace di Harry, raccogliendo l'amaro sapore sulla sua lingua.
Gli occhi di Harry erano fissi sulle labbra di Louis quando quest'ultimo raggiunse il suo viso, e questo gli fece battere il cuore a mille. Sorrise e si sporse in avanti, sigillando insieme le loro labbra in un bacio dolce. Ghignò contro la bocca di Harry al gemito sorpreso che rilasciò il riccio quando scoprì che Louis non aveva ingoiato una singola goccia del liquido bianco. Harry lo baciò con ancora più ardore di prima, con la lingua che si spingeva avidamente nella sua bocca, leccando e tastando il suo sapore sulla lingua di Louis.
"Disgustoso," commentò il riccio dopo che si furono staccati. I suoi occhi erano luminosi e sembrava molto soddisfatto.
"Certo." Louis si lasciò cadere al suo fianco, sospirando soddisfatto. "Come se non ti piacessero queste cose."
"Forse," rispose Harry sfacciato, girandosi verso di lui.
Louis iniziò ad far scivolare distrattamente la sua mano su e giù lungo la schiena di Harry, lasciando che il più piccolo si raggomitolasse contro di lui e seppellisse la faccia contro il suo collo. Chiuse gli occhi e si leccò le labbra, tastando il sapore di Harry su di esse.
"Mi era mancato molto tutto questo." Annunciò il riccio piano, succhiando dolcemente la pelle del suo collo.
"Non ho intenzione di commentare il fatto che hai appena detto che il sesso era la parte migliore di ciò che avevamo e che ti è mancato solo questo," rispose Louis. "Ma ti perdono solo perché non hai fatto sesso per quasi tre anni."
Harry pizzicò piano il fianco di Louis, facendolo sussultare. "Vaffanculo. Sai benissimo che non intendevo solo il sesso."
"E cosa intendevi allora?" Chiese il più grande, accigliandosi.
"Questo," rispose il riccio, accarezzando piano con il pollice la porzione di pelle che aveva appena pizzicato. "Coccolarti dopo il sesso."
"Potresti non dirlo dopo che abbiamo appena trascorso-" girò la testa per guardare la sveglia sul comodino. "Più di un'ora a fare sesso?"
Harry ridacchiò, scivolando di nuovo sul suo corpo. "Se significa così tanto per te, allora... si, mi è mancato anche questo."
Louis lasciò una leggera pacca sul suo sedere. "Che cosa esattamente?"
"Fare l'amore," rispose il riccio con un sorriso che si addolcì ancora di più quando i loro occhi si incontrarono.
"Sei un romanticone," rispose Louis con voce dolce, e dovette deglutire un grosso groppo alla gola. Sentire quelle parole uscire dalla bocca del giovane gli faceva sempre contorcere lo stomaco. "Nessuno lo chiama più così."
"Hm," mormorò il riccio, ed abbassò la testa per poggiarla sul petto del castano. "È questo quello che è con te, però."
Louis sapeva che Harry di sicuro era riuscito a sentire il suo cuore inciampare, saltare di un battito e poi ricominciare a battere a doppia velocità.
"Come fai a saperlo?" Chiese allora. "Non lo puoi esattamente confrontare con altri rapporti, vero?"
Il giovane alzò la testa, alzando un sopracciglio verso di lui. "Non ho bisogno di confrontare nulla per sapere che quello che abbiamo io e te è speciale, diverso da qualsiasi altra cosa."
Il cantante sollevò una mano per infilarla tra i riccioli disordinati di Harry. "Solo... non voglio che tu dica cose del genere quando magari non sei ancora completamente sicuro."
"Non ho ancora detto quelle due parole, però." Rispose il più piccolo, appoggiando il mento sul petto di Louis e tenendo gli occhi puntati sul suo viso.
"Beh, diciamo che era sottointeso," rispose Louis.
"Quando?" Volle sapere il riccio, sorridendo un po'. "Quando abbiamo fatto sesso? O quando l'ho chiamato fare l'amore?"
"Entrambe le cose," sussurrò Louis, appoggiando una mano sulla guancia di Harry ed accarezzando piano con il pollice la sua mascella.
Harry rimase in silenzio per un momento, guardandolo semplicemente. Poi improvvisamente chiese "Quando devi andare via?"
Confuso, Louis guardò la sveglia sul comodino. Erano quasi le due di pomeriggio. Il tempo era passato così velocemente ed avevano passato la maggior parte di esso a dormire. Avrebbe dovuto usarlo per parlare ancora un po' con Harry, per fargli dire quello che Louis voleva sentire invece di farglielo solo accennare e lasciarlo sul filo del rasoio.
Quindi Harry non gli avrebbe detto quelle due paroline. E andava bene così – di certo non si aspettava di sentirle così presto. Si sarebbe adattato al ritmo del riccio.
"Il volo è alle sette," rispose quindi.
Annuendo, Harry rotolò via da Louis e si stiracchiò piano. Il castano mantenne il suo sguardo allineato sul sedere del riccio, sull'umidità tra le sue cosce. Si chiese se il riccio sentisse ancora la sua presenza lì, se fosse ancora teso e aperto per lui.
E questo era un male – voleva tutto troppo e troppo in fretta.
"Dovremmo fare la doccia," disse Harry, rivolgendosi a Louis. "Ho decisamente bisogno di una doccia."
Il cantante annuì e si mise a sedere, grattandosi lo stomaco. Notò che Harry si stava guardando intorno confusamente, posando lo sguardo da una porta all'altra. Louis aveva un bagno proprio accanto alla sua camera da letto ed uno al piano di sotto, ma ovviamente, questo il riccio non lo sapeva.
"È un bagno dietro quella porta?" Chiese, guardandolo da sopra la sua spalla. "O mi renderò ridicolo da solo entrando nel tuo camerino o qualcosa del genere?"
Louis sorrise e si alzò, poggiando una mano sulla vita del riccio. "È una stanza segreta per le spie, in realtà."
Alzando gli occhi al cielo, il giovane si diresse verso la porta. "Se fosse una stanza segreta di sicuro avrebbe avuto una porta nascosta."
Sorridendo, Louis lo seguì, i suoi occhi vagarono sulla schiena del più piccolo e sui lividi che stavano fiorendo sulla pelle. Allungò una mano per premere un dito contro uno di essi e sentì Harry sibilare sotto il suo tocco.
"Questo appartamento è davvero elegante," commentò il riccio, in piedi al centro del bagno di Louis. "Penso che la vasca da sola sia più grande del mio intero appartamento."
"Penso di sì," disse il castano, avvolgendo le sue braccia intorno alla vita di Harry e premendo un bacio sulla sua spalla. "Potremmo fare un bagno se vuoi."
Il giovane scosse la testa, poggiando le mani su quelle di Louis e stringendole piano. "No, grazie. La doccia andrà più che bene."
Louis fece un passo in avanti, girando alcune manopole per far sì che il vapore riempisse immediatamente la stanza. "Potrei lavarti i capelli."
"Sei un po' troppo piccolo per farlo," sottolineò Harry, avvicinandosi a lui.
Louis sentì un ghigno diffondersi sul suo viso a quelle parole. "Non se ti metti in ginocchio."








+++







Harry si sentiva completamente rilassato quando Louis fermò la macchina davanti al suo appartamento.
Avevano riscaldato il cibo italiano avanzato dalla sera prima, mangiando insieme sul divano di Louis e guardando un po' di televisione. Il cantante si era rannicchiato contro il suo fianco, tutto il suo corpo era quasi nascosto sotto il braccio del riccio. Era stato tutto molto silenzioso e tranquillo dopo che avevano alleviato la tensione sessuale.
Il pranzo era finito con loro che avevano palesemente ignorato qualsiasi programma ci fosse in tv per poter così pomiciare tranquillamente, stretti l'uno all'altro. Il riccio aveva premuto Louis contro i cuscini del divano, coprendolo con il suo corpo e baciandolo fino a quando non gli era rimasto più fiato in corpo, mentre Louis aveva iniziato a strusciarsi contro di lui.
Avevano poco tempo a disposizione, però, quindi avevano soltanto continuato a baciarsi, dolcemente e pigramente.
Il cantante poi aveva insistito nel dargli un passaggio anziché fargli prendere un taxi, dal momento che doveva già dirigersi verso l'aeroporto. Aveva detto che voleva trascorrere più tempo possibile insieme a lui prima di separarsi per una settimana intera.
"Mandami un messaggio per farmi sapere dove sarai lunedì, va bene?" Chiese il castano dopo alcuni momenti di silenzio.
"Te l'ho già detto," gli ricordò il riccio. "Sarò a Glasgow."
"Lo dimenticherò di sicuro," disse Louis ridendo. "Riesco a malapena a ricordare i miei impegni personali, come potrei ricordare anche i tuoi?"
Harry roteò gli occhi, mordendo un sorriso. "Si, va bene. Ti mando un messaggio."
"Okay." Louis continuò a tamburellare le dita sul volante. "Perfetto."
"Allora," disse Harry, allungando un po' le lettere finali. Guardò il giovane lanciargli un'occhiata nervosa. "Penso che dovrei andarmene. Hai un aereo da prendere."
"Preferirei molto di più restare," gli disse Louis, scrollando le spalle.
Il riccio si sporse in avanti, avvicinando le labbra all'orecchio di Louis. "È solo per una settimana," gli ricordò, aspettando che il maggiore voltasse il viso verso di lui. "Ma mi mancherai anche tu."
Louis sorrise amaramente prima di chiudere la piccola distanza tra le loro labbra e baciare dolcemente Harry.
"Mandami un messaggio anche per tutto il resto," disse il castano, lasciando cadere la fronte sulla spalla del più piccolo. "Voglio sapere ogni dettaglio."
Harry annuì e poi si ritrasse. Prese la mano di Louis e gli allacciò dolcemente al polso il suo orologio, sorridendogli. "Così penserai a me ogni volta che guarderai l'ora."
Louis accarezzò con un dito la morbida pelle del cinturino e gli restituì il sorriso. "Grazie, piccolo."
Il riccio si chinò verso di lui per un altro bacio, solo un breve sfioramento di labbra, e quando aprì la portiera per uscire dall'auto si ritrovò ad esitare perché – perché questo non era tutto ciò che voleva dirgli. Si voltò quindi di nuovo verso il più grande, aprendo la bocca per parlare.
"No," disse però Louis con calma. Scosse la testa, alzando una mano. "Non dirlo adesso."
"Ma-"
"No," protestò ancora il castano. "Non voglio sentirlo ora che saremo lontani una settimana. Voglio sentirtelo dire quando sarai sotto di me, aperto e pronto, quando mi spingerò dentro di te ancora e ancora, quando non sentirai nient'altro che me. È allora che mi piacerebbe sentirlo per la prima volta."
Il riccio deglutì a fatica.
"Dillo quando avremo un po' più di tempo," suggerì Louis.
"Tanto lo sai comunque, non è vero?" Chiese Harry piano.
Louis annuì, sorridendo leggermente. "Ma sarà comunque diverso sentirlo dire da te, sarà tutto più reale, più bello."
"Allora farò così. Te lo dirò ancora e ancora quando avremo un po' più di tempo per noi." Promise il riccio.
Gli occhi azzurri del cantante brillarono e si leccò le labbra, annuendo piano.
"Buon viaggio, Lou." Disse il più piccolo, indietreggiando.
Louis sollevò la mano, indicando con un dito l'orologio al suo polso. "Ti penserò."
Harry chiuse la portiera e seppellì le mani in tasca, guardando Louis allontanarsi per dirigersi verso l'aeroporto. La macchina divenne sempre più piccola fino a quando non sparì completamente dalla sua visuale, ed emise un respiro profondo.
Gli sarebbe mancato davvero tanto Louis. Ovviamente gli sarebbe mancato. Era difficile separarsi di nuovo, dal momento che erano stati insieme per quasi tutto il tempo nell'ultimo periodo. Comunque, Harry sarebbe stato impegnato in questa settimana; avrebbe viaggiato in città diverse, avrebbe visto nuovi posti e nuovi volti ogni giorno.
Anche se Louis gli mancherà, questa era la sua vita adesso, tutto ciò per cui aveva duramente lavorato in questi anni. In qualche modo sarebbe riuscito a combinare entrambe le cose. Era determinato a lavorare duramente per mantenere entrambe le cose più importanti della sua vita. Non sarebbe stato facile, dal momento che sia lui sia Louis sarebbero stati concentrati soprattutto sulle loro carriere. D'ora in poi, probabilmente, trascorrerà molte giornate come questa – stare il più possibile in compagnia di Louis, averlo tutto per sé per un paio di giorni al massimo prima che uno di loro debba partire per un tempo indefinito.
Una cosa era certa però – aveva una lunga settimana davanti a sé.








+++









Louis non accese il suo cellulare fino a quando non prese posto nella parte posteriore della macchina nera che lo stava aspettando all'aeroporto di New York. Sapeva di dover controllare almeno Twitter per vedere se qualcuno fosse riuscito a capire dov'era stato negli ultimi due giorni. Le loro fan riuscivano sempre a trovare i loro voli e i vari collegamenti aerei, quindi avevano sicuramente scoperto del fatto che Louis avesse preso un volo da Heathrow invece che arrivare direttamente a New York.
Aveva un messaggio da parte di Niall, però, e quindi decise di aprire prima quello per leggerlo.

Mi metterò in contatto con il tuo management domani. Fammi sapere quanto la stampa è autorizzata a conoscere – le speculazioni sono tantissime.

Louis si accigliò e chiuse WhatsApp, aprendo subito l'app di Twitter e digitando il suo nome nella barra di ricerca. Vennero fuori una serie di tweet su lui ed Harry, ed immagini che spiegavano il messaggio di Niall. Mostravano Harry che scendeva dal taxi, e la pioggia rendeva la foto un po' sfocata. Altre invece erano scatti sempre di Harry che passava la sicurezza di fronte all'edificio in cui viveva Louis senza nemmeno essere fermato. C'erano poi altre foto, questa volta di loro due che salivano insieme nella macchina di Louis, ed erano state scattate proprio quella sera. Louis non aveva nemmeno notato il paparazzo.
I tweet invece riguardavano Harry che arrivava tardi a casa di Louis tutto da solo, e che non era più uscito dall'edificio fino al giorno dopo, quando avevano lasciato insieme il suo appartamento.
Dal momento che si sapeva che Harry fosse gay, questo sicuramente aveva aumentato le speculazioni intorno a loro. Ovviamente Louis poteva sempre negare tutto e dire che erano soltanto amici. Quella era una bugia che non voleva dire, però. Non con Harry, non di nuovo.

Non commenterò per ora. Smetteranno di parlarne tra qualche giorno. Grazie per avermi avvertito, comunque x,
rispose a Niall.

Quando arrivò all'hotel, mise di nuovo in tasca il suo cellulare e scese dalla macchina. Alberto prese la sua valigia, guidandolo verso la reception per prendere la chiave della sua camera. Quando furono in ascensore, tirò di nuovo fuori il telefono, mandando un messaggio a Zayn e Liam per avvisarli del fatto che fosse arrivato.
Si presentarono in camera sua nemmeno dieci minuti dopo, ed entrambi avevano dei sorrisi sghembi sui loro volti.
"Ma guardati." Disse Liam, premendo un dito contro la sua guancia quando entrò nella stanza. "Sembri proprio felice."
Louis si accigliò, lanciando un'occhiata a Zayn, il quale gli rispose con un semplice cenno del capo.
"Presumo che un certo Harry Styles sia il responsabile di quello sguardo sul tuo viso," commentò il moro, sedendosi sul letto di Louis. "Abbiamo visto le foto."
Prendendo un respiro profondo, Louis si avvicinò alla grande poltrona accanto al letto e prese posto su di essa, in modo da poter guardare bene Zayn. Guardò quest'ultimo spostarsi un po' sul materasso, incrociando le gambe, e Liam in piedi accanto a lui, entrambi lo stavano guardando in attesa.
"Me lo sono ripreso," disse quindi.
"Lo avevamo capito questo," gli fece notare Liam.
Il cantante sorrise leggermente. "La situazione è ancora un po' complicata, ma vogliamo lavorarci su e fare le cose per bene stavolta."
"Sono felice," rispose Liam, sedendosi accanto a Zayn ed afferrando il telecomando della tv. "Onestamente, non avrei potuto sopportare di vederti ancora giù di morale per Harry."
"Non ero giù di morale," protestò Louis.
"Si, lo eri," disse Zayn, e si lasciò cadere sui cuscini disposti di fronte alla testiera del letto.
In quel momento, il telefono di Louis ronzò per l'arrivo di un nuovo messaggio e lui lo afferrò, sbloccando lo schermo per scoprire che era da parte di Harry.

Mi sono appena alzato. È troppo presto... ma comunque, hai il mio maglione e il mio orologio, ma io non ho niente di te da poter portare con me. Non è molto giusto, non ti pare? xx

Louis sorrise, digitando immediatamente una risposta.

Quindi mi stai dicendo che non ho fatto un buon lavoro nel scoparti.

Aggiunse una serie di emoticon della faccina con le corna ed il ghigno per buona misura.

No, quello non conta. Voglio qualcosa che abbia il tuo profumo.

Un altro messaggio da parte del riccio arrivò subito dopo, composto da due emoticon, un riccio ed una faccina triste. Louis non riuscì a capire la connessione tra le due.

Beh, credevo che quello bastasse...
rispose. Guardò l'orologio attorno al suo polso ed aggiunse Solo una settimana. Ti darò qualcosa da tenere non appena ci rivedremo.

La risposta di Harry arrivò dopo nemmeno un minuto.

Anche io ti darò qualcosa da poter tenere, per sempre. xx

Forse Louis avrebbe strangolato Harry. Quel messaggio poteva significare soltanto una cosa – e cioè gli avrebbe detto quelle due parole che non era ancora stato in grado di dirgli. Avendo avuto a che fare con l'affetto sincero di Harry, quell'atteggiamento un po' innocente che stava avendo nel dichiarare i suoi sentimenti non era esattamente facile da gestire per Louis. Ma non voleva assolutamente mettergli pressioni, e sapeva che non era facile per il riccio dire due parole.
Harry era davvero di un altro pianeta, una persona splendida, un indovinello e allo stesso tempo un libro aperto, affascinante e provocante e allo stesso tempo, timido e leale – chi non vorrebbe trascorrere anche solo un minuto della propria vita in presenza di quel magnifico ragazzo?
Louis deglutì a fatica, lasciando cadere il cellulare sul suo grembo. Le parole che Niall gli aveva detto rimbombavano nella sua testa.
Ed era esattamente questo che lo faceva sentire di merda – chi non vorrebbe Harry?
"Harry ha avuto l'offerta per primo," disse ad alta voce, fissando Liam e Zayn.
Zayn si voltò lentamente verso di lui, guardandolo con un'espressione accigliata. "Te lo ha appena detto tramite messaggio?"
Louis rise, passandosi una mano sul volto.
Era stato così occupato a sistemare le cose con Harry che aveva relegato questo problema nel fondo della sua testa. Ora, trovandosi di fronte a Liam e Zayn, quel pensiero aveva fatto capolino nel suo cervello, mettendosi in prima linea e facendogli capire che quello non era il posto giusto per lui, che non doveva trovarsi qui. Perché quel posto sarebbe spettato ad Harry, fin dall'inizio.
"No," rispose. "Me lo ha detto Niall, in realtà."
"Niall?" Chiese Liam, spegnendo la televisione. "Quando lo hai visto?"
Louis scrollò le spalle. "Sono andato prima da lui perché... non sapevo proprio come comportarmi dopo Capodanno, e pensavo che Harry stesse insieme a Nick fottuto Grimshaw. Ho pensato che Niall avrebbe saputo cosa fare, avrebbe saputo aiutarmi. Conosce Harry meglio di chiunque, dopotutto."
"E invece di aiutarti, ha sganciato una bomba del genere?" Zayn si mise a sedere.
"Harry non lo avrebbe mai fatto," mormorò il castano. "Se Niall non me lo avesse detto, io non lo avrei mai scoperto."
"Presumo che Harry abbia rifiutato l'offerta." Affermò tranquillamente Liam.
Louis annuì, e dopo ciò un lungo silenzio calò tra di loro.
"Beh, che merda," disse poi Zayn dopo alcuni minuti. "Erano consapevoli del fatto che avresti messo in discussione tutta la tua vita dopo averlo scoperto?"
Alzando gli occhi, il castano vide Zayn e Liam entrambi seduti vicini sul letto. Liam sembrava preoccupato mentre Zayn sembrava agitato.
"Ero solo la loro seconda scelta," fu tutto ciò che Louis riuscì a dire.
"Tutti noi eravamo probabilmente la loro settima o ottava scelta, Lou," sottolineò Liam. "Non è che hanno scelto e lanciato i primi tre ragazzi che hanno colto l'occasione al volo. Sai quante persone sono venute per le audizioni prima e dopo di noi?"
Louis scrollò le spalle.
"Quindi lo hanno chiesto prima ad Harry," aggiunse Zayn. "E allora? Anche se avesse accettato non credo che sarebbe stato adatto a noi. È un'artista solista, Louis – e da quanto ho potuto capire, lo è sempre stato."
"È molto meglio di-"
"Non sarebbe stato lo stesso, non si sarebbe adattato a noi," lo interruppe Liam bruscamente. Poi aggiunse con voce più dolce "Non fraintendermi, è adorabile. Lo sai che mi piace e poi ha un immenso talento. Ma questo, Lou? Questo è un qualcosa che solo noi tre potremmo mai avere."
Louis sbatté le palpebre verso di loro, qualcosa dentro di lui era pesante e dolorante, e gli rendeva difficile anche solo muoversi.
"Gli Escapade non avrebbero mai funzionato se al posto di uno di noi tre ci fosse stato qualcun altro." Disse il moro, facendo un po' di spazio sul letto ed accarezzando piano le lenzuola accanto a lui. "Sei esattamente dove sei destinato ad essere."
Mordendosi il labbro inferiore, Louis esitò un po' prima di alzarsi dalla poltrona ed andare a rannicchiarsi sul letto accanto a Zayn. Liam riaccese la televisione, ma Louis non si interessò molto a quello che stava trasmettendo.
"Grazie," borbottò piano, appoggiando la testa contro la spalla del moro.
Zayn gli strinse la coscia e Liam disse "Non devi ringraziarci di nulla," poi allungò una mano e picchiettò un dito contro il polso sinistro di Louis, proprio sul quadrante dell'orologio. "Bell'orologio, a proposito."
Sorridendo, il cantante accarezzò distrattamente il cinturino, scrollando poi le spalle. "È di Harry."
"Lo immaginavo," affermò Zayn, e lasciò che Liam si accoccolasse contro il suo fianco. "Sei sempre stato un inguaribile romantico."
Louis pensò a com'era stato svegliarsi accanto ad Harry. Pensò alle labbra del riccio sulle sue e ai suoi occhi verde giada luminosi e brillanti e al suo sorriso dolce contornato da quelle adorabili fossette. Pensò ad una sciarpa rossa e alla neve, alla pioggia e a loro che finalmente avevano deciso di andare avanti.
"Forse," rispose tranquillamente.
Immagini di Harry sul palcoscenico inondarono la sua mente. Ricordava benissimo il rossore sulle sue guance ed il sorriso accecante, la sua travolgente presenza scenica e la sua passione in ogni strofa che cantava. Per un momento, Louis provò ad immaginare sé stesso proprio lì accanto ad Harry, ma il solo pensiero gli sembrava sbagliato. Harry era fatto per dominare il palcoscenico da solo, era destinato a fare le cose con le sue sole forze.
Quando la guancia di Zayn si appoggiò dolcemente contro la cima della sua testa e vide Liam rivolgergli un tenero sorriso, sapeva che Zayn aveva ragione. Questi due ragazzi erano destinati a stare al suo fianco – nessuno di loro sarebbe arrivato fin lì senza l'altro.
Tutti e tre erano esattamente dove dovevano essere.








+++




"Harry, sbrigati un po'," disse Niall, correndo verso la grande porta in fondo al corridoio. "Una macchina è parcheggiata fuori, entraci al più presto."
Il riccio si aggiustò la giacca, nascondendo le mani nelle tasche. "Abbiamo finito qui per oggi, no? Cos'è tutta questa fretta?"
Erano in una stazione radio a Edimburgo, ed Harry aveva appena finito un'intervista al programma serale. Niente era diverso dagli altri giorni che il riccio aveva speso a promuovere il suo primo singolo nelle stazioni radio locali.
Tra due ore, avrebbe anche tenuto un breve concerto in un piccolo club nel centro della città. Doveva ancora fare il suo soundcheck – Niall glielo aveva ricordato almeno dieci volte negli ultimi dieci minuti.
"Mi hanno detto che oltre un centinaio di fan si sono radunate qui fuori," lo informò il biondo, guardandolo. "Nessuno di noi due è stato effettivamente preparato per qualcosa di simile. Non pensavo si sarebbero presentate così tante fan."
Harry si fermò, sbattendo le palpebre. "Un centinaio?"
"Non ho idea da dove siano saltate fuori," commentò Niall. "Ma sono qui adesso, e noi non abbiamo la sicurezza."
"Non sono venute qui per uccidermi, Niall." Gli ricordò il riccio.
"Lo so questo, ma non possiamo rischiare." Niall mise una mano sulla maniglia della porta e poi si voltò verso di lui. "Okay. Non fermarti per le foto. Vai dritto verso la macchina ed entraci, capito?"
Harry annuì brevemente ed oltrepassò Niall per dirigersi verso l'esterno. Delle urla assordanti arrivarono immediatamente alle sue orecchie ed il riccio notò la folla di ragazze su entrambi i lati della strada., dove il personale di sicurezza della stazione radio aveva messo delle transenne. Harry si fermò di scatto, e Niall sbatté contro la sua schiena. Girò a sinistra e prese la mano di una ragazza che aveva allungato il braccio per raggiungerlo.
"Harry," disse Niall con voce acuta.
Ignorandolo, il giovane inclinò la testa e sorrise per scattare una foto con la ragazza, e ben presto si ritrovò a scattarne tante altre, a firmare foto di se stesso e a dare abbracci. Parlò anche con alcune delle ragazze, e le ringraziò per essere venute ed aver speso del tempo per vederlo anche solo cinque minuti.
"Harry, dobbiamo davvero andare adesso," disse Niall dietro di lui, afferrandolo per un braccio.
"Va bene," rispose il giovane. Si girò e salutò le ragazze, poi si diresse verso la macchina con Niall al seguito.
"Sei un irresponsabile," si lamentò il biondo una volta che furono seduti sul retro della macchina. "Ti avevo detto di non fermarti."
"Sono venute ed hanno aspettato lì fuori al freddo solo per me, Niall," disse il riccio. "Il minimo che potevo fare era fermarmi e dire grazie."
"Non sto dicendo che è sbagliato." L'amico tirò fuori il cellulare quando questo iniziò a squillare. "Ma non eravamo preparati e poteva essere pericoloso."
Dopo ciò, Niall rispose al telefono, iniziando a parlare con qualcuno del concerto che si sarebbe tenuto di lì a poco, quindi Harry si voltò e tirò fuori il suo telefono.
Aveva un nuovo messaggio da parte di Perrie, la quale lo informava che la sua ultima sfilata era andata più che bene. Digitò una rapida risposta prima di aprire la chat con Louis. La loro ultima interazione era stata quasi due giorni fa, ed erano dei dolci messaggi della buonanotte da parte del più grande.

Suonerò ad Edimburgo stasera, sono un po' nervoso. Sai quando arriverai a Glasgow domani?

Mise di nuovo il telefono in tasca, sentendosi stordito dal solo pensiero di poter rivedere Louis il giorno dopo, e si voltò di nuovo verso Niall.
"Tutto al club è pronto," lo informò l'amico. "Faremo il soundcheck per un'ora, forse. Quindi hai un'altra ora per-", si fermò, accigliandosi un po'. "Per rilassarti, immagino."
"Bene," rispose il riccio, scrollando le spalle. "Andremo a Glasgow subito dopo il concerto o domattina?"
"Domattina," disse Niall, appoggiandosi allo schienale del sediolino ed incrociando le braccia al petto. "Ho prenotato un hotel per la notte."
Il riccio annuì piano. Rimasero in silenzio per il resto del viaggio, con Niall che si accoccolò contro il suo fianco e appoggiò la testa sulla sua spalla.
"Hai parlato a Babs di Manchester?" Chiese poi Harry.
"Si, verrà lì quel fine settimana," disse Niall. "Non ho programmato nulla per il tuo compleanno. Ho pensato di prenderci quei giorni di pausa per andare a trovare le nostre rispettive famiglie."
"Mia madre ne sarà entusiasta." Rispose il giovane, accarezzando la coscia dell'amico.
"Ti organizzerò una grande festa di compleanno quando torneremo a Londra." La voce di Niall era bassa, come se stesse quasi per addormentarsi. "Louis ha già affittato un club."
Accigliandosi, Harry raddrizzò la schiena, guardando Niall. "Che cosa?"
Il biondo si strinse nelle spalle. "Ha detto che vuole festeggiare in modo appropriato il tuo compleanno e mi ha chiesto quando fossi stato libero. Quindi abbiamo programmato insieme una data per la festa."
"E perché lo scopro solo adesso?"
"Pensavo che Louis te lo avesse detto," si difese Niall, alzando la testa e sembrando sorpreso. "Merda, forse era una sorpresa."
"Non permetterò che organizzi una costosa festa di compleanno," affermò il riccio, tirando di nuovo fuori il suo cellulare, e notò che Louis aveva risposto al suo precedente messaggio.

Un bacio ti farebbe sentire meno nervoso? xx


Harry guardò il telefono accigliato, decidendo di non rispondere in quel momento. Poteva discutere della festa con Louis domani, quando si sarebbero incontrati.
La macchina si fermò e Niall mise una mano sul braccio di Harry, guardando prima attraverso il finestrino.
"Niall, seriamente..." Il riccio roteò gli occhi.
"Si, okay. Ma qualcuno deve pur preoccuparsi per te se tu non ti preoccupi di te stesso." Niall lo colpì piano nelle costole. "Sarò poi io quello che dovrà spiegare a Louis perché non ti ho riportato da lui tutto d'un pezzo."
"E tu di certo non vuoi che Louis si arrabbi con te." Sottolineò il riccio.
"Davvero, non è quello che voglio." Niall aprì la portiera ed aspettò che Harry uscisse dalla macchina e lo seguisse.
Erano davanti all'entrata posteriore del club, ma Harry riuscì a sentire forti chiacchiere provenire da dietro l'angolo. Una volta all'interno, furono subito trascinati verso il piccolo palcoscenico ed un tecnico consegnò al riccio la sua chitarra così che potessero subito iniziare le prove.
"Ragazzi siete un po' in ritardo, non è vero?"
Harry si fermò, congelandosi sul posto prima di voltarsi ed individuare Louis seduto ad uno dei tavoli nel retro del locale, una tazza di tè fumante davanti a lui.
"Niall ha detto che sareste arrivati qui verso le cinque. Sono quasi le sei." Il cantante scosse la testa, poi fece l'occhiolino ad Harry, il quale sentì il cuore battere all'impazzata nel suo petto.
"Io-" Il riccio sbatté le palpebre, restituendo la chitarra all'uomo accanto a lui. "Io pensavo che saresti arrivato domani?"
Louis scrollò le spalle, alzandosi. "Ho preso un volo in anticipo e sono venuto qui invece. Non va bene?"
"Va più che bene," lo corresse il riccio e scese dal palco, attraversando la stanza con grandi falcate finché non si fermò proprio di fronte a Louis.
Louis lo guardò, le mani dietro la schiena, gli occhi blu luminosi e speranzosi. C'erano delle ombre scure sotto di essi, occhiaie dovute sicuramente alla spossatezza, ma queste non lo rendevano assolutamente meno bello ai suoi occhi. Harry si guardò intorno, stringendo le labbra insieme. Voleva così tanto baciarlo, voleva abbracciarlo e tenerlo stretto, inspirare il suo buon odore e crogiolarsi nel suo calore.
Non avevano parlato di questo, però, e quindi non sapeva proprio come comportarsi. Dopotutto, Louis non aveva ancora fatto coming out.
"Posso, uhm-" Harry guardò di nuovo dietro di lui. "Posso baciarti qui?"
Un sorriso fece subito capolino sul viso del cantante. "Sono davvero offeso dal fatto che tu non lo abbia fatto ancora."
Harry espirò piano, sentendo il battito del suo cuore aumentare a dismisura e i brividi lungo tutta l'epidermide prima di avvicinarsi a Louis e posare le labbra sulle sue. Le sue mani andarono ad incorniciare i lati del collo del maggiore, le loro lingue si incontrarono in un bacio lento e pigro. Louis avvolse le sue braccia intorno al busto del riccio, alzandosi in punta di piedi per approfondire il contatto e stringersi ancora di più contro di lui.
"Va bene, ragazzi," disse Niall dietro di loro, la voce intrisa di divertimento. "Prendetevi una stanza."
Harry decise di ignorarlo e fece scivolare le labbra sulla guancia di Louis, lasciando che quest'ultimo affondasse il viso contro il suo collo. Il riccio sentì la punta del naso del maggiore strofinarsi piano contro la sua pelle e questo lo fece rabbrividire. Rimasero così per un momento, stringendosi l'un l'altro e respirandosi a pieni polmoni.
"Devo tornare a fare il soundcheck," borbottò poi Harry tra i capelli del ragazzo.
Louis annuì, facendo un passo indietro. "Ti guarderò da dietro le quinte."
"Resterai per il concerto?" Chiese Harry, accarezzando dolcemente la mascella del maggiore.
"Certo. Resterò con te fino a quando non partirai per Manchester."
Raggiante, Harry si sporse di nuovo, baciando ancora una volta le labbra di Louis. "Questo significa che starai con me tre giorni?"
"Esattamente." Confermò Louis. Prese di nuovo posto al tavolo dov'era prima, gesticolando verso il palco. "Vai adesso. Prima finirai qui, prima potrò averti tutto per me."
Harry allora si voltò e si affrettò a tornare verso il palco, prendendo la sua chitarra. Quando fu di nuovo di fronte al suo microfono e Niall alzò il pollice nella sua direzione per dirgli di iniziare, posò gli occhi su di Louis e gli rivolse un ampio sorriso.
Louis roteò gli occhi – ed Harry sapeva che probabilmente se lo aspettava, perché gli aveva già visto fare quel gesto. Non riusciva a trattenersi però.
Quindi, con un ghigno sul viso, posò le labbra contro il microfono e "Rululu," disse, guardando Louis scoppiare a ridere.
Quella risata gli diede la carica giusta per affrontare la serata.






+++






Attento a non farsi vedere, Louis era rimasto nel backstage, guardando Harry da dietro una piccola tenda nera quando finalmente iniziò il concerto. Il club era affollato, per lo più da ragazze, ma Louis era comunque riuscito a distinguere un bel numero di ragazzi tra di esse.
Harry non era nemmeno stato così nervoso prima del concerto. Tuttavia, Louis lo aveva baciato gentilmente, accarezzandogli la guancia e tenendo lo sguardo fisso in quello del riccio finché non aveva respirato in modo calmo ed uniforme. Con un occhiolino, Louis aveva mandato Harry sul palco.
Era stato bravissimo; Harry sembrava perfettamente nel suo elemento sul palco, cantando con voce chiara e roca, parlando sfacciatamente e ringraziando la folla educatamente prima di scendere. Louis lo aveva aspettato ed aveva aperto immediatamente le braccia per afferrare il riccio e stringerlo al suo corpo.
Erano seduti in una piccola stanza dietro le quinte adesso, e Niall stava distribuendo loro il cibo che gli era stato consegnato poco tempo prima. Il riccio si era sdraiato sul divano di fronte a lui, con le gambe distese sui cuscini, la camicia sbottonata quasi fino all'ombelico ed i jeans attillati che non lasciavano praticamente nulla all'immaginazione.
Louis si sentì diviso tra il desiderio di strappare quei vestiti dal corpo del riccio e volerlo avvolgere in una coperta, coprendo così completamente il corpo di Harry.
"Come stanno Zayn e Liam?" Chiese Niall, sedendosi accanto a Louis.
"Bene," rispose lui. "New York è stata fantastica. Abbiamo lavorato con alcuni cantautori fantastici."
Niall fischiettò in apprezzamento. "Babs ha detto che Perrie lavora fino a tardi stasera, comunque. Nel caso in cui tu voglia procedere con – sai. Quel piano."
Con la coda dell'occhio, il cantante vide Harry rianimarsi a quelle parole. "Quale piano?"
"Non è niente," disse Louis velocemente.
Il più piccolo si accigliò, posando il piatto. "Che cosa state combinando voi due?"
"Zayn vuole passare a prendere Perrie dal lavoro," rispose Niall, sgranocchiando un pezzo di pane. "Non ti riguarda, Haz."
"Spero che non sia perché tu-"
"No," intervenne Louis, scuotendo la testa. "Non gli ho chiesto io di farlo, se è questo quello che pensi."
"Quindi," notò il riccio, sbattendo le palpebre. "Gli piace davvero Pez?"
Louis scrollò le spalle. "Si, gli piace parecchio. Dice che è davvero una bella ragazza ed anche molto adorabile."
"Beh, Zayn di sicuro è molto meglio di Colin," commentò Niall.
"Chi è Colin?" Chiese Louis.
"L'ex di Perrie." Spiegò Harry, con voce bassa. "L'ha tradita, ha spezzato il suo cuore."
Louis lo guardò fisso negli occhi per un momento. "Che cosa orribile."
"Merita qualcuno che sia sempre onesto con lei," proseguì il riccio. "Qualcuno che sia gentile e la tratti da principessa."
"Non pensi mica che Zayn voglia, sai..." Louis fece una smorfia, gesticolando con la mano. "Giocare con lei?"
Il riccio scrollò le spalle. "No, ma sto dicendo che se lo farà, glielo farò rimpiangere."
Louis si rivolse a Niall, accigliato. "Cosa c'è esattamente tra questi due?"
"Non so, amico." Rispose Niall. "Ma Harry ha perso la testa per Perrie dal primo giorno in cui l'ha conosciuta."
"Mi sto solo prendendo cura di lei," lo corresse Harry.
"Non sei innamorato di lei?" Louis voleva saperlo, e stava guardando il riccio con espressione scettica. Aveva notato che Harry e Perrie erano particolarmente vicini, ed il riccio gli aveva raccontato alcune cose. Sapeva che il ragazzo divideva il letto con Perrie a volte, e che lei lo baciava sulle labbra ed indossava i suoi vestiti come se fossero i vestiti del suo fidanzato.
Louis voleva indossare i vestiti di Harry.
"Penso che entrambi sappiamo che tu sei l'unico di cui sono innamorato." Disse il riccio con calma e tono indifferente.
Niall si voltò verso di Louis, sbattendo le palpebre, e la bocca del castano si spalancò, la mascella gli arrivò praticamente a terra.
Alzando gli occhi, Harry gli fece l'occhiolino, e a Louis fu chiaro come il sole che il piccolo stronzo stesse cercando di evitare che un sorriso si insinuasse sul suo viso.
"Piccola merda!" Sibilò Louis. "Non è di certo questo il modo in cui confessi il tuo amore a qualcuno, Harold."
"Volevi che aspettassi che nevicasse?" Chiese il riccio sfacciato, con un ghigno malizioso ora.
"Pioggia ed una cena al lume di candela sarebbero stati sufficienti." Lo informò Louis seccamente.
"Voi due siete i peggiori," gli fece notare Niall e poi si rivolse a Louis. "Non lo hai fatto, vero?"
Un rossore si diffuse sulle guance del cantante, facendogli sentire una sensazione di calore diffondersi da lì in tutto il corpo.
Harry guardò Niall ed il suo sorriso si allargò ancora di più. "Forse."
Louis allora si alzò e spinse via le gambe di Harry dal divano per sedersi così accanto a lui. "Sei il peggiore."
"Mi ami," rispose immediatamente il più piccolo.
"Forse." Ripeté la parola che aveva detto prima il riccio.
"Forse." Disse Harry, avvicinandosi a lui.
"Basta," interferì Niall rumorosamente, lanciando loro un pezzo di pane che colpì Louis proprio sulla testa. "Cercate di trattenervi, animali! La macchina sarà qui tra pochi minuti. Risparmiatevi per quando sarete soli in camera da letto."
Harry ridacchiò, abbassando la testa e stringendo piano la coscia del castano. Louis voleva avvicinarsi e mettersi a cavalcioni sul grembo di Harry, inchiodarlo al divano e baciarlo fino a risucchiargli l'anima. Sfortunatamente però, Niall li stava ancora osservando con fare sospetto, gli occhi socchiusi.
Probabilmente era meglio così, pensò. Louis voleva avere il tempo di stare da solo col riccio, affogare correttamente in quel sentimento e far sì che Harry gli ripetesse quelle due paroline innumerevoli volte.
Non fu facile quando Niall staccò gli occhi da loro e si rivolse ad uno dei tecnici che lo informò del fatto che tutte le attrezzature erano state imballate per il viaggio a Glasgow. Harry ne approfittò per attaccare le labbra al collo di Louis in un secondo, la mano si posò sulla sua coscia, pericolosamente vicino all'inguine.
Si spostò solo quando Niall li informò che era arrivata la macchina per riportarli in hotel.
Louis si ritrovò nella stessa identica posizione pochi istanti dopo, non appena salirono nella parte posteriore della macchina. Poté vedere Niall alzare gli occhi al cielo, borbottando qualcosa sottovoce dal suo posto al lato del passeggero. Non capì bene cosa però, e sinceramente non se ne preoccupò più di tanto, non quando Harry stava premendo baci e morsi sul suo collo, con le dita che disegnavano cerchi concentrici sul suo inguine, facendogli venire la pelle d'oca.
Tutto ciò che importava in quel momento era Harry che sussurrava tranquillamente "Ti amo" nel suo orecchio.
Il suo cuore batté all'impazzata per tutta la durata del viaggio.






+++







Harry aveva impostato la sua sveglia molto presto.
Dovevano mettersi in viaggio verso Glasgow alle otto, e voleva passare ancora un po' di tempo da solo con Louis – un po' di tempo per parlare davvero. La scorsa notte avevano lasciato che le azioni parlassero, e ad Harry piaceva come riuscisse ancora a sentire Louis su tutto il suo corpo, a come potesse ancora distintamente gustare il sapore di Louis sulla sua lingua. La sua pelle era appiccicosa e piena di succhiotti, i suoi capelli erano un disastro e le membra gli facevano male.
Il cantante emise un gemito quando la sveglia di Harry suonò di nuovo. "No," si lamentò.
Il riccio rise gentilmente e si avvicinò ancora di più a lui, strofinando il naso contro la spalla del maggiore. Afferrò il suo cellulare e spense la sveglia, poi scrisse un rapido messaggio a Niall, informandolo del fatto che non sarebbero scesi giù per fare colazione.
"Louis," mormorò dolcemente il riccio, trascinando le sue dita sul fianco del giovane. "Non addormentarti di nuovo."
Louis gemette di nuovo e sollevò il piumone, tirandolo sopra la testa di Harry.
Ridacchiando, Harry avvolse un braccio intorno alla vita di Louis, aggrovigliando le loro gambe insieme e premendo il viso contro il suo collo. La sua pelle era morbida e calda, il suo sapore leggermente salato. Si concesse un minuto per affogare nel calore del corpo di Louis, per crogiolarsi nel silenzio della camera e farsi cullare dal respiro tranquillo del castano.
"Non posso credere che tu mi abbia svegliato prima delle sei," biascicò Louis assonnato.
"Ti volevo tutto per me per un po' dato che dovrò condividerti per il resto della giornata," sottolineò il riccio.
"Questa frase suona un po' possessiva, amore." Disse Louis.
Harry pizzicò la vita del castano, sentendolo irrigidirsi un po'. "Non è quello che intendevo." Tirò via il piumone dalla sua testa e finalmente poté respirare aria fresca. "Semplicemente non so come comportarmi con te in pubblico."
Louis si girò per stendersi sulla schiena, grugnendo. "È troppo presto per questo."
"Le persone sono autorizzate a sapere che sei qui?" Chiese ancora, ignorando le piccole lamentele del maggiore.
"Lo scopriranno comunque. Anzi, probabilmente lo hanno già scoperto." Aggiunse Louis, passandosi una mano tra i capelli color caramello.
Harry annuì piano. "Non lo farò più, Lou."
Sentì Louis paralizzarsi accanto a lui, i muscoli che si irrigidirono sotto la sua pelle ancora calda dal sonno.
"Non ho intenzione di tornare a nascondermi." Proseguì il riccio. "Non ha funzionato bene per noi l'ultima volta che lo abbiamo fatto."
"Non sto dicendo che voglio nascondermi." Fece notare Louis.
"Ti comporti così, però." Harry si avvicinò a lui. "Dobbiamo trovare una soluzione."
Louis si voltò, premendo il suo corpo contro quello del più piccolo, le dita che andarono ad aggrovigliarsi tra i riccioli color cioccolato. "Voglio fare le cose per bene," sussurrò. "Non voglio mandare tutto a puttane."
Harry sorrise gentilmente. "Lo so."
"Dammi un po' di tempo, va bene?" Chiese il maggiore, un'espressione implorante sul viso.
"Certo, piccolo." Rispose immediatamente il riccio, stringendo il polso di Louis in modo rassicurante.
"Parlerò con Zayn e Liam e vedremo cosa possiamo fare," mormorò ancora Louis.
"Quindi, fino ad allora saremo solo amici per l'immagine pubblica." Non era una domanda – non c'era un'altra opzione al momento.
Louis distolse lo sguardo, mordendosi il labbro.
Harry sapeva che avrebbe dovuto opporre resistenza. Dovevano stare attenti a non ricadere in quel buco nero dove erano già andati a finire anni fa, a non far sì che il nascondersi li portasse a dividersi – perché potrebbe andare tutto in discesa molto velocemente da quel momento. Louis però sembrava davvero diverso adesso, sembrava voler prendere la cosa con serietà, e tuttavia Harry sapeva benissimo che questo problema non sarebbe stato risolto con una conversazione fatta di mattina presto.
Finché fossero stati sulla stessa pagina, avrebbero trovato un modo per far funzionare le cose.
"Troveremo una soluzione." Mormorò Harry, baciando la fronte di Louis.
Rimasero in silenzio per un po', tenendosi stretti l'un l'altro, mani che accarezzavano dolcemente la pelle nuda, respiri caldi che si mischiavano, cuori che battevano all'unisono. Harry chiuse di nuovo gli occhi e respirò piano, inalando l'odore di Louis ed assorbendo il suo buon profumo.
"Pensavo che potremmo ordinare il servizio in camera," disse allora il riccio, consapevole del fatto che altrimenti si sarebbero addormentati di nuovo.
"Colazione a letto?" Chiese Louis.
"Forse meglio fare una doccia prima."
Louis annuì. "Possiamo, tipo-" si fermò, strofinando la faccia contro il petto di Harry. "Rimanere stretti così per altri dieci minuti?"
Harry appoggiò una mano sul retro del collo di Louis. "Certo."
Louis non si addormentò. Invece, le sue dita continuarono a trascinarsi lungo la spina dorsale del riccio – su e giù, in un ritmo costante. Respirò in modo uniforme, le sue labbra formarono parole senza suono contro la sua pelle, ed Harry riuscì a catturare ognuna di esse.
Ti amo. Sono felice. Per sempre.
"Forse sarà così," mormorò Harry nel loro confortevole silenzio.
Le labbra di Louis smisero di muoversi ed alzò leggermente la testa, gli occhi blu fissi nei suoi quando scosse leggermente la testa.
"Deve essere così."

Empty Skies (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora