Capitolo quattordici - Epilogo

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"Far entrare di nascosto le vostre fidanzate o i vostri fidanzati è sempre una seccatura," si lamentò Paul, aspettando che Louis scendesse dal van.
Liam e Zayn erano proprio accanto a lui, ed entrambi si liberarono delle loro giacche. Il cambiamento climatico era ancora uno shock per loro qualche volta, ma per lo più ormai si erano abituati. Il tempo a New York era stato freddo, nuvoloso e piovoso; invece, LA li accolse con il sole, il clima era caldo e umido.
Una sensazione di felicità ed eccitazione prese possesso del corpo di Louis e le sue dita iniziarono a pizzicare. "Cosa intendi?"
"Quello che ho detto," rispose Paul, conducendoli fuori dal garage fino ad un ascensore che li avrebbe sicuramente portati nella hall dell'hotel. Si rivolse poi al castano quando furono tutti dentro. "E il tuo ragazzo è il peggiore. Non ascolta mai quello che dico."
"Ed i suoi fan seguono ogni sua mossa," aggiunse Liam, ovviamente parlando per esperienza. "Quindi non è solo per colpa dei nostri fan se dovete fare le cose di nascosto."
Paul annuì con un fischio e premette un pulsante.
"Chi è venuto?" Chiese Zayn, con la stessa dose di speranza che provava Louis.
"Non rovinerò la sorpresa," disse l'uomo, facendogli l'occhiolino.
Questo significava che Harry era qui? Louis spostò il suo peso da una gamba all'altra più e più volte, non riusciva proprio a stare fermo; la necessità di muoversi stava pizzicando ogni suo nervo. Harry non poteva essere qui. Il suo primo tour da solista si era concluso solamente ieri – oggi? I fusi orari lo confondevano e non poco. In ogni caso, Harry doveva tornare subito in studio a registrare dopo aver finito il tour.
Forse però era riuscito a prendersi un giorno o due di permesso? Era proprio da lui dopotutto, di sicuro aveva preferito fargli una sorpresa invece di avvertirlo in anticipo.
Proprio come quella volta in cui Louis era tornato a casa da un viaggio promozionale in Asia ed Harry doveva essere in Spagna. Invece, quando aveva varcato le soglie del suo appartamento, aveva trovato ad aspettarlo un delizioso pasto fatto in casa ed un Harry molto, molto nudo, coperto solo da un grembiule attaccato ai suoi fianchi.
Quando le porte dell'ascensore si aprirono, Paul andò avanti, controllando che fosse tutto okay, poi fece cenno loro di seguirlo.
Louis seppe che non era Harry nel momento in cui Zayn si immobilizzò accanto a lui – solo per un secondo, i suoi piedi si fermarono ed il suo corpo quasi si congelò sul posto. Poi, si precipitò oltre Louis nella hall.
Perrie si voltò giusto in tempo per accorgersi del loro arrivo e sorridergli prima di venir trascinata tra le braccia di Zayn, il quale le cinse la vita e la abbracciò stretta. Lei affondò il viso contro il suo collo, le mani si sollevarono per andare a poggiarsi sulle spalle del moro.
Liam e Louis rimasero fermi dietro di loro per un minuto, dando ai due un po' di tempo da soli mentre Paul si diresse verso la reception per organizzare le camere. Louis distolse lo sguardo dai due ragazzi e si guardò intorno, notando che l'addetto alla reception consegnò a Paul delle carte da firmare.
"Ehi, Perrie," disse poi Liam e Louis rivolse nuovamente la sua attenzione a loro. Liam si avvicinò alla ragazza per abbracciarla. "Che sorpresa vederti."
"È stato davvero difficile non dirlo a nessuno," ridacchiò la ragazza, abbracciando Liam a sua volta. Poi si rivolse a Louis. "Lou, ehi. Vieni qui."
Louis le sorrise e si avvicinò per stringerla a sé, ma Perrie gli incorniciò il viso con le mani e gli stampò un dolce bacio sulle labbra.
"Perché mai lui ha ricevuto un bacio prima di me?" Si lamentò Zayn.
"È da parte di Harry," spiegò la ragazza, non lasciando andare Louis e sorridendo gentilmente. "Ti manda tutto il suo amore."
"Voi due siete degli idioti," commentò Louis e la attirò a sé comunque per un abbraccio. Immerse la faccia tra i suoi capelli, borbottando un "grazie" con voce bassa.
"Okay ragazzi, ecco le vostre chiavi," annunciò Paul alle loro spalle. "Andiamo."
"Com'è andata la sfilata, Perrie?" Chiese Liam mentre si dirigevano verso l'ascensore.
Zayn prese la mano della ragazza ed intrecciò le loro dita. Perrie gli sorrise dolcemente e poi rivolse la sua attenzione a Liam. "Oh, benissimo grazie! Ho ricevuto un'offerta, in verità. Da un negozio di Londra. Vendono dei capi di moda esclusivi e vogliono le mie creazioni."
"Congratulazioni!" Dissero Liam e Louis all'unisono.
Zayn sorrise orgoglioso, e Louis sospettò che quindi quella non fosse una nuova informazione per lui. Chiacchierarono per un po' in piedi nel corridoio, poi Paul consegnò loro le chiavi. Louis augurò agli altri una buonanotte e si diresse verso la sua stanza. Le sue borse erano già state consegnate, ed erano state poggiate ordinatamente davanti all'enorme letto.
Aveva smesso di contare i giorni da quando aveva visto l'ultima volta Harry. Era passato troppo tempo comunque, e questo lo sapeva bene. Con entrambi che dovevano mantenere una carriera nell'industria musicale, non era esattamente facile conciliare i loro piani. Riuscivano a malapena a passare uno o due dei loro giorni liberi insieme. Ovviamente Louis andava in qualsiasi parte del mondo fosse Harry quando aveva qualche giorno o settimana di riposo, ed il riccio faceva lo stesso con lui, ma non era la stessa cosa.
Louis aveva bisogno dei suoi giorni liberi per vedere anche la sua famiglia, e per passare un po' di tempo con i suoi amici, per riposarsi un po' dai numerosi viaggi che faceva. Aveva bisogno di un po' di tempo per tornare a casa, nel loro appartamento a Londra, dormire nel loro letto e stare lì tutto il giorno a guardare programmi stupidi in televisione e dormire per tutto il pomeriggio.
Ed ovviamente questo non era diverso per Harry, quando anche l'altro ragazzo aveva del tempo libero.
Louis ed Harry stavano insieme da più di due anni, ormai. Erano andati a vivere insieme un anno fa, ma il giovane non riusciva proprio a ricordare un momento in cui erano stati effettivamente a casa insieme per più di qualche giorno. Forse era capitato solamente due volte. Una era stata l'anno scorso durante le vacanze di Natale e Capodanno, l'altra era stata poco prima di questo viaggio. Erano riusciti a passare tre interi giorni da soli insieme nel loro nuovo appartamento.
Avevano trascorso la maggior parte del tempo a rotolarsi tra le lenzuola.
Pensando a quei giorni, alla pelle di Harry, al suo sorriso mozzafiato al mattino e al modo in cui i suoi capelli odoravano dopo che, per un giorno intero, Louis ci aveva passato le mani all'interno, entrò in doccia. Si prese il suo tempo, lavandosi i capelli ed il copro, il getto caldo dell'acqua fu come un balsamo lenitivo sulla sua pelle.
Quando di stese sul letto più tardi, con lenzuola e coperte di seta che lo avvolgevano, chiamò Harry – il primo numero tra le chiamate rapide – e si passò una mano tra i capelli bagnati.
"Lou," rispose il riccio dopo il terzo squillo. "Non dovresti già dormire?"
La sua voce era roca e bassa, e fece tremare la sua anima.
"Non ci riesco," rispose, chiudendo gli occhi, ed il persistente pulsare dietro le sue tempie si calmò un po'. "Parlami del tour?"
Il giovane rimase in silenzio per un momento, e Louis pensò che molto probabilmente sapeva il motivo per il quale lo aveva chiamato, sapeva il motivo per il quale non riusciva a dormire.
"Abbiamo avuto l'ultimo concerto ieri," disse allora il riccio. C'erano dei rumori in sottofondo, quindi Louis pensò che Harry fosse in una macchina diretto da qualche parte. "È stato fantastico, Lou. Ho cantato all'O2 da solo!"
Louis sorrise, strofinando la guancia contro la morbida seta del cuscino. "Non sono sorpreso, piccolo." Non disse quanto fosse dispiaciuto del fatto di non aver potuto essere lì con lui per vederlo brillare.
"È venuto anche Ed, ed abbiamo cantato Another Story insieme," continuò il riccio. Louis pensò alla canzone che Harry e Ed avevano scritto e registrato, la quale era diventata immensamente popolare tra le fan del riccio. "Ed anche Perrie è venuta, ovviamente. Babs non ce l'ha fatta, ma comunque era presente al party che abbiamo organizzato per la fine del tour. Nick-"
"Ti ho chiamato per farmi dire cose carine, Haz," disse Louis, arricciando il naso alla menzione di quel nome.
Il giovane ridacchiò, apparentemente non prendendolo sul serio. "Nick ha portato i suoi amici ed i suoi colleghi di lavoro alla radio. Erano davvero tanti e tutti hanno voluto una foto con me. Inoltre, Aiden ti manda i suoi saluti."
"Aiden era lì?" Chiese il maggiore, spalancando gli occhi. "Al tuo concerto?"
"Ha detto che non poteva mancare al concerto del miglior nuovo artista dell'anno," gli spiegò il ragazzo. "Ha detto delle cose davvero carine, in realtà."
Ruotando gli occhi, Louis si morse la lingua per trattenere un commento sarcastico. "Sembra che tu ti sia divertito."
"Molto," concordò Harry con voce squillante. "E che mi dici di te? Com'è – New York?"
"Sono appena arrivato a Los Angeles," lo corresse il maggiore. "Va tutto bene, anche se fa un po' caldo. Perrie è venuta qui per fare una sorpresa a Zayn."
Ci fu un altro piccolo momento di silenzio tra di loro, poi Harry mormorò un "Lo so."
"Ehi," disse immediatamente il castano, sentendo il cuore mancare di un battito perché sa il perché di quel tono. "No. No piccolo. Non intendevo quello, non volevo assolutamente farti sentire triste o in colpa."
"Vorrei davvero tanto poter essere lì con te, lo sai?" disse il riccio con voce calma. "Mi manchi."
"Mi manchi anche tu," rispose Louis, passandosi una mano sul viso. Dio, quella situazione diventava più difficile ogni secondo. "Così dannatamente tanto."
"Sei a letto?" Chiese Harry improvvisamente.
"Non farò di nuovo sesso telefonico."
Il giovane rise dolcemente. "Sono in macchina, Lou. Te lo sto chiedendo semplicemente perché prima hai detto che non riuscivi a dormire."
Il castano emise un respiro, e pensò a quanto davvero la mancanza del riccio lo stesse soffocando. Si sentiva praticamente perso senza di lui, come se fosse diviso a metà, e l'altra metà fosse con Harry. Decise quindi di essere onesto con lui. "Mi sono appena reso conto che mi piacerebbe davvero tanto averti accanto a me. Sono passati mesi dall'ultima volta in cui ti ho baciato."
"Quarantuno giorni," sottolineò Harry.
"Troppo tempo." Mormorò il castano. "È andata avanti così per troppo tempo."
Non era mai stato diverso. Louis sapeva che Harry pensava la stessa cosa. Dal momento in cui avevano deciso di darsi un'altra possibilità – di costruire una relazione, una vera e solida questa volta – era stato così.
E Louis diventava sempre più stanco di tutto ciò.
"Stai andando a casa adesso?" Chiese poi il più grande.
Il riccio esitò per un momento, ma quando rispose, Louis poté percepire un sorriso nella sua voce. "Si."
"Bene." Louis chiuse gli occhi.
"Vai a dormire, amore," mormorò Harry. "Riposati per bene. Ti manderò un messaggio domani mattina, va bene?"
"Va bene," rispose. "Ti amo, Haz."
"Ti amo anche io," rispose il giovane. "Dormi bene."
Louis riattaccò, mettendo via il cellulare. Pensò di riuscire a sentire Harry che lo abbracciava, come il tocco leggero di un fantasma, sfiorandolo sulla schiena. Immaginava di poter sentire il suo calore, il profumo dolce della sua pelle. Immaginava di poter sentire il cuore del riccio battere a tempo con il suo.
Dall'altra parte del mondo sicuramente lo stava facendo.

Empty Skies (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora