Capitolo quattro - Stupidità

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*
La pioggia stava cadendo copiosa. Il cielo era dipinto di un grigio opaco, gli alberi ormai spogli, e le foglie colorate di rosso, arancio e oro, i tipici colori autunnali, venivano spazzate via dal vento costante. I capelli ricci di Harry erano fradici, la pelle umida e fredda e le sue labbra erano leggermente bluastre.
Louis gli strofinò un asciugamano sopra la testa, asciugandogli i riccioli come meglio poteva, prima di chinarsi per scaldare le labbra del giovane con un bacio e riportarle al loro solito colore naturale, quel rosa brillante che tanto amava.
"Avresti potuto chiamarmi, idiota," disse Louis, scuotendo la testa. Erano seduti sul suo letto, ed Harry si avvicinò un po' di più al suo corpo, facendo scivolare le mani sotto la sua maglietta, accarezzando piano la sua pelle calda. Louis rabbrividì perché le mani del riccio erano ghiacciate, ma non lo spinse via. "Perché hai aspettato fuori sotto la pioggia come uno stupido, piccolo?"
Harry scrollò le spalle. "Ho dimenticato le mie chiavi stamattina," spiegò. "E Niall aveva un allenamento di rugby. Quindi ho pensato di venire qui e vedere se fossi già tornato da scuola."
Louis avvolse un ricciolo bagnato intorno al suo dito, sorridendo dolcemente. "Sei fortunato che sono tornato a casa presto oggi."
Il riccio sorrise, le dita che sfioravano dolcemente la sua pelle. "Mi sento sempre fortunato quando riesco a stare da solo con te."
"Vieni qui," mormorò il castano, tirando di nuovo Harry vicino a sé per rubargli un altro bacio. Il più piccolo allora si sistemò contro di lui, accomodandosi sul suo grembo e stringendosi a lui il più possibile. Il loro bacio divenne sempre più bollente, le mani di Harry sempre più esigenti mentre spingevano la maglietta di Louis verso l'alto per lasciare scoperto il suo petto.
"Quanto tempo abbiamo prima che le tue sorelle tornino a casa?" Chiese il più piccolo, cominciando a sbottonarsi la camicia inzuppata. Le sue labbra tornarono dopo pochi secondi su quelle di Louis.
"Un'ora, forse?" Louis cadde di schiena sul materasso, tirando Harry sopra di sè, quest'ultimo si sistemò meglio sul suo corpo, infilando le gambe tra le sue. "Dobbiamo essere veloci."
Tirandosi indietro, Harry gli rivolse un sorriso malizioso prima di far combaciare nuovamente le loro bocche. Le labbra del riccio erano il peccato incarnato – non aveva altre parole per descriverle. Erano piene e morbide ed avevano una forma assolutamente meravigliosa, così meravigliosa che si adattavano perfettamente alle sue. Louis avrebbe potuto baciare Harry per ore intere, e non vedeva l'ora che arrivasse il giorno in cui non avrebbe più dovuto preoccuparsi di essere scoperto, quel giorno in cui avrebbe potuto baciarlo in mezzo alla gente e far sapere a tutti che quel bellissimo ragazzo era soltanto suo. Quel giorno, forse, sarebbe riuscito a stendere Harry sulle lenzuola e a baciarlo ininterrottamente per ore, probabilmente avrebbe anche provato a farlo venire senza toccare il suo cazzo nemmeno una volta. Louis lo voleva così tanto. Tuttavia, non c'era mai stato tempo per quello.
Gemette quando Harry fece cozzare i loro bacini, causando un certo attrito tra le loro erezioni per far si che Louis si indurisse ancora di più nei pantaloni neri dell'uniforme scolastica. Quei pantaloni dannatamente stretti. Il riccio, quasi come se gli avesse letto nella mente, fece scivolare una mano verso la patta per sbottonarli e farli scivolare sui suoi fianchi e lungo le gambe. Il tutto mentre continuava a baciare il suo petto, succhiando piccoli lividi sulla pelle dorata. Lividi che nessuno avrebbe mai visto.
La maglietta di Louis atterrò sul pavimento. Ora che era completamente nudo, sentì la frizione umida e bagnata dei pantaloni di Harry contro la sua pelle bollente.
"Devi toglierti questi vestiti, piccolo," gli ricordò. "Prenderai un raffreddore."
Harry sorrise mentre si sedeva a cavalcioni sul suo grembo ed apriva il bottone dei pantaloni, tirando giù la zip. I suoi capelli erano selvaggiamente arricciati per colpa della pioggia, i suoi occhi erano scuri nella penombra della stanza, anche se Louis riusciva comunque a scorgere un lampo di verde. Ogni traccia di blu era scomparsa dalle sue labbra, ora erano rosse e bagnate per i baci focosi che si erano scambiati.
Louis aveva bisogno di riavere quella bocca sulla sua.
"Voglio la tua bocca, Haz," sospirò, inarcando la schiena per far scontrare nuovamente le loro erezioni. I pantaloni bagnati del riccio erano ruvidi contro il suo membro sensibile, ed ingoiò un gemito. Harry si chinò verso di lui, baciandolo profondamente, le lingue si incontrarono e danzarono insieme, inseguendosi e scontrandosi vogliose, desiderose l'una dell'altra. Louis sospirò piano, una mano sepolta nei riccioli dell'altro ragazzo.
"Ti darò la mia bocca," mormorò il più piccolo, baciandolo di nuovo prima di scivolare verso il basso.
Louis aggrottò le sopracciglia, non capendo esattamente cosa intendesse Harry, ma quando l'altro iniziò a baciare il suo petto, scendendo quindi lungo lo stomaco per poi spingersi sempre più giù, il suo cuore mancò un battito alla realizzazione di ciò che stava per accadere. Sollevò quindi la testa, fissando Harry accovacciato tra le sue gambe. Il giovane lo guardò a sua volta, gli occhi ormai neri pieni di desiderio, le guance arrossate, poi si abbassò lentamente, prendendo la punta del suo cazzo in bocca.
Louis non riusciva a smettere di guardare. Avevano fatto molto – diciamo che non erano stati timidi nello sperimentare cosa piaceva ad entrambi a letto. Questo, tuttavia, era un ulteriore passo avanti, era un qualcosa che non avevano mai fatto prima. Mai. Louis aveva avuto tra le mani il membro di Harry così tante volte che ormai aveva perso il conto, entrambi avevano leccato lo sperma l'uno dell'altro dalle loro dita, avevano fatto sfregare insieme le loro erezioni, venendo così, senza toccarsi. Louis aveva visto Harry arrivare al limite, aveva visto quelle gocce perlacee fuoriuscire dal suo membro e sporcare il suo stomaco e le sue dita un infinità di volte.
Questo era diverso, però. Harry fece scivolare la bocca più in basso, cercando di prendere ancora di più il cazzo di Louis. Rivoli di saliva si radunarono agli angoli della sua bocca e gocciolavano sul suo mento. Harry respirò pesantemente attraverso il naso, ma in qualche modo riuscì a roteare la lingua nel modo giusto, tanto da fargli vedere le stelle. Il riccio incavò le guance e Louis a quel punto perse completamente il controllo del suo corpo. I suoi fianchi scattarono in avanti, il suo cazzo si irrigidì nella bocca di Harry, che si tirò indietro tossendo.
"Cazzo, Haz. Scusa, mi dispiace, io-"
Harry si asciugò la bocca, scuotendo la testa. Il suo viso era un disastro, le labbra rosse e macchiate di saliva e liquido pre-seminale. Louis rimase estasiato nel guardarlo, e pensò che sarebbe potuto venire anche così, solo alla vista del suo ragazzo in quelle condizioni.
"Posso riprovare?" Il riccio si leccò le labbra, così Louis chiuse gli occhi.
"Non voglio dirti di smettere," rispose Louis. "Ma non ho mai... voglio dire, è la prima-"
"Lo so, Lou," sussurrò Harry, improvvisamente molto concentrato. Lasciò un dolce bacio sulla sua coscia. "Il tuo primo in tutto, vero?"
Inghiottendo a fatica, Louis annuì, allungando una mano per affondare le dita tra i capelli morbidi del più piccolo. "In tutto."
Harry allora si abbassò di nuovo, prendendo il suo cazzo in bocca e coprendo la base con una mano. Nessuno dei due aveva alcuna esperienza in questo campo, ma il modo in cui un calore improvviso aveva incominciato ad accumularsi dentro il suo corpo, il suo cuore che batteva ormai fuori controllo ed il suo respiro bloccato in gola, gli fecero pensare che Harry stesse facendo davvero un buon lavoro.
La lingua del riccio si mosse in modo circolare attorno alla punta del suo membro, poi si spostò per tracciare la vena pulsante prima di inghiottirlo nuovamente, muovendo piano il pugno per stimolare quella parte che non riusciva a raggiungere con la bocca. Le sue dita accarezzarono piano la coscia di Louis, scivolando poi più in basso, fino ad arrivare ai suoi testicoli.
"Harry," gemette Louis per avvertirlo, tirando i capelli del riccio un po' più forte.
Il giovane si ritrasse, quel tanto che bastava per lanciargli uno sguardo languido da sotto le ciglia, poi tornò a scendere sul suo membro. Louis osservò la lunghezza del suo cazzo scomparire nella bocca di Harry, sentì un piccolo accenno di denti sulla pelle morbida.
E quello fu abbastanza. Abbastanza da spingerlo oltre il limite. Con il nome di Harry sulla punta della lingua, inarcò nuovamente la schiena, spingendosi profondamente nella bocca del riccio. Quest'ultimo gemette intorno al suo membro, forte, e Louis lo sentì; quel suono gli arrivò fin dentro al petto, gli rimbombò nella testa e gli fece perdere completamente il controllo.
Harry però non si tirò indietro, anzi, succhiò ancora più forte, gemendo nuovamente, con le dita che affondavano nelle cosce di Louis. Le sue unghie avrebbero lasciato di sicuro dei segni sulla sua pelle, ma a lui non importava. Avrebbe avuto delle tracce del passaggio di Harry su di sè. Il giovane si ritrasse, il cazzo scivolò via dalle sue labbra, e Louis sollevò la testa dal cuscino per guardarlo mentre sentiva il suo corpo rilassarsi contro le lenzuola. La bocca del riccio era rossa e bagnata, ed alcune strisce di sperma gli colavano lungo la mascella, per poi scivolare sulle clavicole.
"Piccolo," disse Louis dolcemente, raggiungendolo. Harry afferrò una delle sue mani, intrecciando insieme le loro dita, così che Louis potesse tirarlo giù contro il suo fianco. Portò quindi una mano sul mento del riccio, raccogliendo alcune gocce con il pollice per poi portarlo verso la bocca di Harry ancora gonfia e bagnata.
L'altro lo guardò con occhi famelici, il verde di dieci tonalità più scure del solito, le pupille che si dilatavano ancora di più mentre leccava il pollice del più grande, succhiandolo con ardore.
"Mi ucciderai," sussurrò Louis.
"Ci ho pensato per settimane," ammise Harry. "E volevo finalmente provarlo."
Louis sorrise, accarezzando piano il viso dell'altro ragazzo e spostando un ricciolo vagante dietro l'orecchio. "Ti sei per caso allenato con un cetriolo?"
Avvicinandosi ancora di più al suo corpo, Harry appoggiò una mano sul suo stomaco, accarezzandolo piano con i polpastrelli. "Banane," lo corresse pigramente.
Chiudendo gli occhi, Louis cercò di scacciare quell'immagine dal suo cervello. Lo avrebbe fatto diventare duro di nuovo e non avevano tempo per un secondo round. Il che gli fece pensare... si accigliò leggermente, spostandosi per aggrovigliare le sue gambe con quelle del riccio. Quest'ultimo aveva ancora addosso i pantaloni ed era molto rilassato, abbandonato completamente tra le sue braccia. Louis avvicinò maggiormente la sua coscia, infilandola in mezzo a quelle del più piccolo, e notò che il membro di Harry era completamente morbido contro la sua gamba. Un punto umido e parecchio pronunciato era presente sulla patta dei pantaloni e questo fece arrossire il riccio a dismisura.
"È stato piuttosto eccitante, okay?" Borbottò Harry prima che il suo ragazzo potesse anche solo dire qualcosa a riguardo.
Louis  sorrise, chinandosi per baciarlo. Il viso del più piccolo era ancora un disastro, lui non doveva assolutamente sentirsi eccitato da quella vista, ma non riuscì proprio a trattenersi. Harry aveva ragione – era stato piuttosto eccitante. "La prossima volta ti restituirò il favore," promise invece.
Il riccio sospirò, strofinando il naso contro il collo di Louis. "Se non piovesse, potremmo uscire e continuare nella casa sull'albero."
"Ci congeleremo le palle." esclamò il castano.
Harry sorrise, non aveva bisogno di aggiungere altro perché Louis sapeva cosa gli stava passando per la mente. Tuttavia, si baciarono di nuovo, le loro lingue si scontrarono e danzarono insieme, le loro dita che si aggrovigliavano e si districavano, solo per incastrarsi successivamente in modo diverso.
Louis sentì Harry sorridere contro le sue labbra, gemendo dolcemente quando il castano ribaltò le posizioni, coprendo il corpo del più piccolo con il suo. Una mano del riccio scivolò lungo la sua spina dorsale finché non si posò sulla curva del suo sedere.
"Un giorno," mormorò Louis, con la fronte appoggiata a quella di Harry. "Quando saremo ricchi e famosi e non ci importerà di quello che la gente penserà di noi, ti porterò a Bora Bora."
"Bora Bora?" Sorrise il riccio. "Come ti è venuta in mente questa idea?"
"Scommetto che non piove mai a Bora Bora," meditò il castano, le dita della sua mano libera che accarezzavano piano i capelli morbidi di Harry. I loro volti erano così vicini che poteva sentire i loro respiri caldi mischiarsi, diventando un tutt'uno. "Affitterò una di quelle capanne sul mare, e quando ci alzeremo al mattino accompagnati dal suono delle onde, ti farò stendere sul nostro letto king-size e resteremo lì per ore. Ti bacerò dappertutto, ti farò un pompino straordinario e ti farò venire ancora e ancora e ancora, nessuno ci disturberà."
Harry si leccò le labbra, la loro vicinanza fece si che con questo movimento la sua lingua sfiorasse anche la bocca di Louis, facendogli venire i brividi. "Mi piacerebbe molto."
"Sorseggeremo dei meravigliosi cocktail tutto il giorno e non ti lascerò indossare un solo capo di abbigliamento. Non un singolo strato di tessuto per tutto il tempo in cui resteremo in quella piccola capanna." Sorrise il giovane, lasciando un piccolo bacio sulle labbra del più piccolo.
"Sono molto d'accordo con questa idea," concordò Harry. Le lenzuola scivolarono via dai loro corpi quando il riccio aprì le gambe per permettere a Louis di incastrarsi tra di esse. Le loro dita erano ancora intrecciate, Harry le avvicinò alla sua bocca, baciando dolcemente le sue nocche. Infine chiuse gli occhi, stringendo il castano contro il suo petto.
"Bora Bora sia, allora," sussurrò Louis, sigillando le loro labbra in un altro casto bacio. Era caldo, dolce come il miele, e riempì la testa ed il cuore di Louis facendolo sentire leggero e pieno allo stesso tempo. Solo Harry riusciva a farlo sentire in quel modo.
"Bora Bora." Ripeté il riccio contro le sue labbra. "La considero come una promessa."











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