Capitolo Secondo

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È sabato e mi sto preparando per la festa mentre ascolto la mia playlist preferita. Non sono sicura di voler andare alla festa ma ormai ho detto sì. Finisco di sistemare il mio cespuglio di capelli rossi e sono pronta.

Mi trovo a tre case di distanza da quella ti Tommy e già sento la musica, almeno non è trap. Quando entro vedo che la festa è già iniziata da un po': ci sono bottiglie di birra vuote e bicchieri di plastica sul tavolo da pranzo, patatine per terra e una sostanza appiccicaticcia mi si incolla alle scarpe. Vedo Gloria seduta in un angolino distante dalla massa di persone riunite nel centro della stanza a ballare e gridare per farsi sentire dagli altri.

<<Davvero non so cosa ci trovi la gente nel sudare, ubriacarsi, sbavare dietro a persone che non li cagherebbero mai da sobri per poi dimenticare tutto il giorno dopo>> commenta aspramente Gloria.

<<È comunque un modo per conoscere gente nuova e divertirsi un po' senza pensare al resto...>>. Neanche a me fanno impazzire le feste ma almeno quando sono là preferisco fare qualcosa, così provo a trascinare l mia amica a ballare. << Dai, è anche la tua canzone preferita, fammi questo favore, poi puoi anche tornare a fare l'asociale nella tua angolo-tana>>. Gloria si alza e con mia sorpresa si dirige senza il mio aiuto sulla pista da ballo. Balliamo per un po' poi noto che Gloria vuole tornare nel suo posticino che purtroppo è stato occupato da una coppietta impegnata a limonarsi, così con una faccia rammaricata cerca un altro antro nascosto da tutto e da tutti. Mi giro dall'altra parte e mi corre incontro Tommaso che solo a vederlo sento il suo alito che puzza di alcol. È ubriaco, mi prende il braccio e mi porta a ballare con lui.

<<Allora? Bella la festa vero?>>.

<<Non è male>> rispondo.

<<Aspetta, aspetta... bevi qua che ti diverti di più>> mi porge un bicchiere con una bevanda che non riesco a riconoscere e con molta gentilezza declino l'offerta e vado in cerca di Gloria, allora Tommaso mi prende il polso e dice << Sei la solita noiosona, prova qualche volta a spassartela di più!>>. Cerco di svincolare il polso dalla sua presa piuttosto forte, solo che cado all'indietro e il mio sedere finisce dritto per terra e mi faccio un male cane. Tommaso non sembra preoccuparsene molto, così mi alzo con un po' di fatica e vado fuori a prendere una boccata d'aria. Vorrei sedermi sotto l'albero dove io e gli altri giocavamo sempre da piccoli ma il mio didietro in questo momento non se la sente. Ad un certo punto sento Gloria che mi tocca la spalla e mi dà una busta di ghiaccio. <<Un ragazzo ha detto che sei caduta e mi ha chiesto se potevo darti questo per aiutarti>>. Di sicuro non era Tommaso. Le chiedo chi fosse stato e mi dice che è il ragazzo di quinta C, quello che avevamo visto fare da cameriere alla sagra del paese. Faccio mente locale del suo aspetto e vado a ringraziarlo.

<< Scusa se ti disturbo, ma la mia amica mi ha dato del ghiaccio per la caduta e mi ha detto che sei stato tu a darglielo, quindi grazie>>. Il tipo mi guarda perplesso, lo guardo meglio e mi accorgo che forse non era lui il diretto interessato. Noto che guarda dritto davanti a sé così mi giro e mi accorgo che un ragazzo sta sorridendo abbastanza divertito dalla situazione.

<<Forse volevi ringraziare me, sono stato io a dare la busta del ghiaccio a Gloria>>. Ecco bella figura di merda.

<<Oh... Beh grazie, scusa se ti ho confuso con qualcun altro. Comunque non dovevi disturbarti>>.

<< Tranquilla, ho visto come sei caduta e a me è capitato un bel po' di volte in sagra, fa abbastanza male>> in effetti sento che il dolore si intensifica, vorrei massaggiarmi la chiappa ma è meglio rimandare ad un altro momento.

<< Comunque io sono Levi>>.

<< Adele, Cosini. Hai un nome particolare...>>

<< Mia mamma ha origini americane e le è sempre piaciuto quel nome perciò eccomi qua: Levi Mancini>>.

Vorrei continuare la conversazione ma Gloria irrompe in cucina dicendomi che Tommaso ha vomitato in salotto e che dobbiamo aiutarlo, non vorrei perché lui prima se ne era fregato della mia caduta, ma come al solito sono sempre troppo buona, così saluto Levi e zoppicando mi dirigo da quell'imbecille del mio amico.


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