Capitolo Diciannovesimo

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La testa comincia a girarmi un pochino così decido di lasciare stare tutto ciò che è liquido. Dopo un po' sento di stare meglio. Mi sono appoggiata su una parete accanto ad una finestra per stare un attimo tranquilla ma vedo uno venirmi in contro correndo <<Dai, dai vieni a ballare Adele!>> Tommaso sembra bello che andato. Ho come uno strano deja vu. Questa volta decido di assecondarlo, mentre balliamo lui mi attorciglia al collo e con un bicchiere pieno di birra in mano mi dice <<Ti voglio tanto bene lo sai? A volte sei un po' una rompicazzo ma ti voglio bene. Anche a Gloria voglio bene ma te mi stai più simpatica>> io cerco di non badare troppo a cosa dice e intanto cerco di divincolarmi dal suo braccio perchè mi sta tirando i capelli in modo assurdo; appena ci riesco, trascino Tommy su un divano. Vorrei chiedere a Levi se ha dell'acqua in più perchè sui tavoli non ne è rimasta ma non lo vedo da nessuna parte. Faccio il giro di tutte le stanze ma niente.<<Gloria, per caso hai visto Levi?>> lei mi dice di no, così provo a chiedere agli altri ma sempre la stessa risposta. Decido di uscire a controllare. Appena cammino verso destra noto una scaletta che porta sopra il tetto, salgo e trovo seduto sopra una coperta ormai bagnata dalla neve Levi che guarda l'orizzonte. Da quel punto si riesce ad intravedere uno squarcio delle cittadine a valle, tutto è illuminato e tranquillo, da fuori si sente il rimbombo della musica del piano di sotto, Levi sta ascoltando la musica con e cuffiette. <<Che ci fai qui?>> Gli chiedo preoccupata, lui alza le spalle. <<Sul serio c'è qualcosa che non va?>> <<Tutto questo è strano. Ti ho detto che di me puoi fidarti, ma sono stanco di aspettare. Sento che c'è qualcosa tra di noi eppure tu fai di tutto per far finta di niente. Lo so che hai bisogno di tempo per superare tutto questo, ma forse è anche arrivato il momento di provare a cambiare ciò che non ti piace, di affrontare nuove situazioni, fino a qualche mese fa non avevi problemi ad andare ad un concerto a chilometri di distanza con un ragazzo che non conosci; mi manca un po' quel tuo lato impacciato ma allo stesso tempo allegro ed instintivo...>> si ferma, io mi siedo accanto a lui e gli rubo una cuffietta, ovviamente Battisti. Non nascondo che quello che mi ha apena detto mi ha un po' ferita, ma ha ragione. <<Quel giorno del concerto hai detto che assomigliavo ad un colore... Quale sono?>>. A quel punto sento uno scoppio e prendo un colpo, era un fuoco d'artificio e quasi bestemmio, lui cerca si placare una piccola risata. <<Direi che è facile. Rosso>> <<per i capelli?>> gli chiedo scherzando, lui mi spinge delicatamente con la sua spalla. I nostri sguardi s'incrociano e vedo gli occhi di Levi illuminarsi insieme alle scintille dei fuochi d'artificio, rimaniamo così finchè non parte la canzone di Battisti "io vorrei...non vorrei...ma se vuoi". A quel punto le nostre labbra si fondono senza alcuno sforzo, dolcemente, cancellando tutto quello che ci stava attorno, tutti i miei pensieri erano volati via, c'era solo un'unica certezza ed era lì con me a scambiare i suoi sentimenti con i miei. Il bacio è durato il giusto, né troppo, né troppo poco, negli occhi di Levi vedevo un sorriso che cercava di nascondere con le labbra. <<Andiamo a fare gli auguri agli altri, poi mi sono ricordata che ti devo ancora concedere un ballo>> gli dico ancora abbastanza emozionata dal momento. <<Mi hai concesso già molto più di quello che mi sarei aspettato>>.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 11, 2020 ⏰

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