Capitolo Diciassettesimo

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Fuori comincia a nevicare.

Tutto è silenzioso, si sente in lontananza soltanto il rimbombo della musica della festa. Stiamo camminando da un paio di minuti tra gli alberi che sembrano non terminare. Ad un certo punto Levi si blocca davnti ad un albero dal tronco molto robusto e senza foglie <<Mettiti questi>> Non mi ero accorta della sacca che portava in spalla, lui mi porge un paio di pantaloni <<Così non sporchi ulteriormente il vestito>> mi dice indicando una casetta di legno che poggia in alto sull'albero, io alzo lo sguardo e successivamente vedo anche i pioli incassati nel tronco che formano una scala. <<Ma è sicuro? Insomma è tutto bagnato>>. Lui mi guarda con aria di sfida e io non ci penso due volte; mi infilo i pantaloni come una saetta, lo raggiungo e lo spingo in parte per salire la scaletta. Raggiunta la casetta, sbuco con la testa sopra il pavimento in legno, dentro non c'è niente di particolare, essetto un paio di panche, una piaccola libreria e una cassa per i giocattoli. <<Dai muoviti, se no qua cado io>> mi dice Levi, così io entro definitivamente e aspetto Levi.

<<Questa è la casetta sull'albero di mio cugino, ci giocavamo sempre da piccoli, soprattutto d'estate.>> <<Perchè volevi farmela vedere?>>. Lui non risponde subito <<Ci vengo quando voglio pensare e starmene per conto mio, tanto nessuno si accorge che sono qua. Penso che nessuno si ricordi di questo posto tranne me>> Fa un'altra piccola pausa <<L'aveva costruita mio nonno e l'ho sempre vista come una villa da milioni di euro>>. gli sorrido e capisco quanto questo posto significhi per lui. <<Grazie>> gli dico <<Per cosa?>> mi chiede lui. <<Grazie per aver condiviso questo posto con me>>. Levi arrossisce leggermente, fa un passo e si avvicina a me, sento il suo respiro farsi più veloce, i nostri occhi sono fissi l'uno sull'altra. Levi appoggia una sua mano sul mio fianco e prova a baciarmi. <<Aspetta...>> gli dico scansandomi leggermente, lui sembra piuttosto confuso. <<Non so come spiegarlo... Dopo il diciottesimo, non mi fido...>> cerco di parlare ma sento le lascrime scendere dagli occhi e comincio a singhiozzare, lui mi prende le mani delicatamente <<Io mi fido di te, ma è il contatto fisico che mi spaventa... L'altro giorno uno mi ha sfiorato per sbaglio in corriera e stavo quasi per saltare dal sedile>> Lui mi guarda e non dice niente. Andiamo via dalla casetta e torniamo alla festa. davanti alla porta d'ingresso Levi si ferma e si gira verso di me <<Se mai dovessi sentirti pronta, io sono qui>>.

Dopo mezz'ora arrivano i miei a prendermi. <<Tesoro tutto bene?>> mi chiede la mamma <<Diciamo di sì>> <<E perchè indossi dei pantaloni da maschio?>>.

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