Capitolo Sedicesimo

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La notizia della molestia per fortuna non si è diffusa a scuola; alcune persone hanno visto quel ragazzo essere spinto fuori dalla discoteca ma niente di più per fortuna, è l'unica cosa che volevo. Novembre intanto passa molto lentamente, come sempre.

<<Quindi cosa vogliamo fare per capodanno?>> chiede Tommaso impaziente di una risposta. <<Vi va se andiamo in piazza? C'è il dj>> si esprime Gloria, ma tutti storgiamo il naso.  <<Vi va se affittiamo una baita?>> dico incerta. <<Se volete fare così non servirebbe neanche affittarla, possiamo andare in quella di mio nonno>> Levi sembra felice di proporre questa opzione. <<Vada per la baita>> annuncia Tommaso. Decidiamo di invitare un po' di amici, ma non troppi e quasi tutti accettano. <<E' da un sacco che non torno lì>> mi sussurra Levi all'orecchio. <<Per tuo nonno?>> gli chiedo e lui annuisce. <<Mi sembra che sia arrivato il momento di andarci di nuovo, quel posto è pieno di bei ricordi>>. Il ragazzo sembra se ne stia andando, quando torna indietro <<Senti, so che è un po' strano, ma verresti al compleanno di mio cugino? Io non conosco quasi nessuno lì e poi hanno tutti vent'anni, i discorsi finirebbero in fretta>>. Mi chiedo perchè non abbia chiesto questo ai suoi amici più stretti però accetto lo stesso. <<La festa è il diciotto>> mi saluta e va in classe correndo.

<<Mamma, il diciotto abbiamo impegni?>> <<Aspetta che controllo>> mi risponde la mamma mentre asciuga i piatti. A quanto pare il diciotto c'è una cena con dei colleghi di papà piuttosto importante <<Non è che potete fare a meno di me?>> <<Questo lo deve decidere tuo papà, ma credo ci rimarrebbe un po' male, lo sai che sei la sua arma segreta per le promozioni>> <<Il giochino della collana funziona sempre>> spunta il papà all'improvviso in cucina. A questo punto sono costretta a dire a Levi che non se ne fa niente. Al telefono sembra dispiaciuto.

Arriva il giorno della cena e siamo invitati in un ristorante che si trova su una collina da cui si può vedere il paese illuminato di notte. Per entrare c'è una lunga e ampia scalinata a chiocciola scavata nel prato e illuminata da tante lanterne, ai lati ci sono cespugli di ciclamini. All'entrata c'è un bellissimo pianoforte bianco e la sala da pranzo è enorme, con tutte tavole decorate con bocce in vetro riempite con agrifogli e stelle di natale. Sebbene il posto sia pazzesco, la serata è terribilmente lenta. I colleghi di papà non fanno altro che parlare di economia e di politica e le signore sono impegnate a fare a gara a chi ha il marito migliore. Ci sono solo altri due figli: uno ha sette anni e non fa altro che giocare con il cibo che ha nel piatto e l'altro è un trentenne che molto probabilmente è felice di farsi mantenere dai suoi. Mamma e papà si accorgono di quanto mi stia annoiando, così decidono di portarmi alla festa del cugino di Levi. <<Scusate se v'interrompo, ma mia figlia non sta tanto bene questa sera, perciò mia moglie la riaccompagna a casa>>. Salutiamo la comitiva e appena fuori dal ristorante abbraccio forte la mia eroina. <<Dov'è questa festa?>> io scrivo l'indirizzo sul navigatore e partiamo.

Suono al campanello della casa e mi apre un ragazzo molto alto, i capelli neri e con gli occhi marroni che assomigliano molto a quelli di Levi. <<Cerchi qualcuno?>> mi chiede. <<Per caso Levi è qui?>>. <<Ah sei tu la famosa ragazza di cui parla sempre, dai entra!>>. Lui parla di me? Questa cosa mi fa sorridere. Entriamo in salotto e vedo Levi seduto su uno sgabello nell'angolo con un  bicchiere in mano. Appena mi vede sgrana gli occhi e mi viene incontro. <<Come mai sei qui?>> chiede euforico. <<I miei si sono accorti che la cena non mi entusiasmava molto, cosi eccomi qua!>> Lui sembra veramente felice di vedermi. Per un po' balliamo, ad un certo punto per sbaglio qualcuno con un bicchiere colmo di vino rosso ci viene addosso e il liquido cade senza nessuna pietà sul mio vestito bianco. La ragazza si scusa immediatamente e io la guardo un po' seccata, lei imbarazzata si gira dall'altra parte, cercando di far finta di nulla. <<Credo che Dio sia contrario che io partecipi a qualsiasi festa>> dico guardando il mio vestito fradicio e sporco, Levi invece si mette a ridere <<Credo tu abbia proprio ragione>> dice cercando di fermare le sue risate. Mi prende la mano e mi porta a prendere la giacca. <<Ti mostro un posto>> mi dice porgendomi il cappotto.

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